La fortuna letteraria del Manzoni - Studentville

La fortuna letteraria del Manzoni

La fortuna letteraria di Alessandro Manzoni, un approfondimento per comprendere come le opere dell'autore furono accolte dalla critica del tempo.

LA FORTUNA LETTERARIA DI ALESSANDRO MANZONI. La fortuna di Alessandro Manzoni tra critici inizia già in età giovanile, quando Vincenzo Monti e Ugo Foscolo apprezzano il poeta che sta per sbocciare. I Promessi Sposi hanno un enorme successo: basti pensare che in un anno sono state stampate 13 edizioni, alcune anche in tedesco, francese, inglese. Colui che fa conoscere veramente l'opera di Manzoni è Francesco De Sanctis, il quale dedica allo scrittore un corso completo nel 1877. Giosuè Carducci invece dipinge Manzoni come borghese conformista, mentre Benedetto Croce afferma che il romanzo manzoniano è pura opera oratoria, senza poesia. Antonio Gramsci (1891-1937) accusa Manzoni di paternalismo quando si rivolge agli umili, nel saggio Letteratura e vita nazionale (1950), inserito poi nei Quaderni dal carcere (1972). 
 

ALESSANDRO MANZONI: STORIA DELLA CRITICA. I prosecutori della ricerca di De Sanctis e di Croce sono, a tutt'oggi, gli interpreti più acuti dell'opera manzoniana. Attilio Momigliano, Luigi Russo e molti altri, cercano di evidenziare, accanto ai vari temi e al significato dei personaggi, l'unità poetica e il messaggio puramente umano delle opere di Manzoni. Michele Barbi progetta nel 1939 un'edizione nazionale delle opere del Manzoni e, negli anni Cinquanta, fa un'edizione critica delle tre redazioni dei Promessi Sposi, in modo che i critici abbiamo utili esami comparativi. I critici più recenti (G. Petrocchi, L. Firpo, L. Caretti, G. Vigorelli, D. De Robertis, V. Spinazzola, D. Isella, E. Raimondi, M. Vitale, M. Corti, U. Eco) cercano di descrivere anche i rapporti fra Manzoni e la cultura italiana ed europea del suo periodo, provando a capire in quale misura essi siano filtrati attraverso l'opera letteraria. Natalia Ginzburg, infine, ne La famiglia Manzoni (1983), ha ricostruito, attraverso le lettere, il complesso e variegato "ambiente" manzoniano, formato dai familiari, dagli amici e dai collaboratori.

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