La luna e i falò di Pavese: contestualizzazione del brano - Studentville

La luna e i falò di Pavese: contestualizzazione del brano

Tema svolto su La luna e i Falò di Cesare Pavese.

Pavese non ha mai dimenticato le sue colline. Anche quando rifletteva sulla vita ripercorrendo topoi letterari (Dialoghi con Leucò) o descriveva la vita della città (La bella estate), l'unico punto di riferimento certo erano proprio le Langhe sulle quali aveva giocato da ragazzo e sulle quali i partigiani avevano costruito la loro epopea di lotta per la libertà (La casa in collina). Certo nessun testo di Pavese mostra più profondamente questo legame con le proprie radici quanto il romanzo La luna e i falò, che si presenta come una sorta di testamento spirituale da consegnare alle generazioni future, nell'imminenza di quell'unico atto che lo liberò, o lo allontanò, per sempre dal faticoso ma misterioso "mestiere di vivere", quale fu appunto il suo suicidio nel 1949, pochi mesi dopo la pubblicazione di questo romanzo. Forse la ragione più profonda del ritorno di Anguilla alla Gaminella è proprio questa: riscoprire le proprie radici per capire meglio se stessi, il motivo per cui si è al mondo, motivo che disperatamente sembra sfuggire e mancare. Come non farsi venire in mente Proust e le sue maddalenine, Leopardi e le sue Silvie e Nerine, Foscolo e la sua Zacinto, Montale e le sue immagini evanescenti nell'acqua di un secchio e Pascoli e i suoi ricordi di infanzia ne "La mia sera", per capire che da sempre la letteratura non è altro se non un viaggio alla riscoperta di se stessi e del proprio passato nella speranza, o nell'illusione, che lì ci sia la chiave di volta per spiegare ciò che razionalmente non riusciamo a spiegare: la nostra condizione umana.

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