Le Ninfee di Monet: tecnica e iconografia dei dipinti

Le Ninfee di Monet: tecnica e iconografia dei dipinti

Le Ninfee di Monet: il laghetto di Giverny come laboratorio pittorico

Claude Monet, considerato uno dei fondatori dell’impressionismo francese, nel 1883 si trasferì in una piccola casa colonica a Giverny, un villaggio vicino Parigi. Lì l’artista trascorse l’ultima parte della sua vita facendo diventare quell’angolo di paradiso un vero e proprio laboratorio pittorico che portò il suo stile ad una svolta quasi concettuale. Di grande importanza fu l’apertura di un piccolo bacino fluviale, attraversabile con un ponte di legno in stile giapponese e circondato da una vastissima gamma di fiori e piante, tra gladioli, campanule, iris, tulipani e salici piangenti. In particolare il laghetto di Giverny era cosparso di ninfee, piante ornamentali che galleggiano sull’acqua rigenerandosi senza sosta e che diedero l’ispirazione a Monet per la sua serie famosissima di dipinti ancora oggi tra le più amate al mondo.

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Le Ninfee di Monet: la sperimentazione cromatica nel microcosmo di Giverny

La serie delle “Ninfee” è un ciclo di circa 250 dipinti che Monet realizzò negli ultimi trent’anni della sua vita. L’artista si concentra proprio sulla rappresentazione delle piante acquatiche in quanto ottimi soggetti per studiare la sperimentazione cromatica. I fiori bianchi, grazie ai riflessi del cielo e dell’acqua assumono sfumature azzurrine, rosa e verdi, mentre quelli che naturalmente hanno colori tra il giallo e il rosso richiedono altri esercizi tonali in quanto la luce ne muta profondamente la vibrazione cromatica. Allo stesso modo Monet gioca con le sfumature verdi dei salici e degli altri alberi, così come con il cielo che si riflette nel bacino facendo scaturire un concerto di colori da togliere il fiato.

Le Ninfee di Monet: la svolta concettuale dell’Impressionismo

La serie delle “Ninfee” segna un’importantissima svolta concettuale nella storia pittorica di Monet e di tutto l’Impressionismo. Se prima l’artista era attratto dalla folla cittadina, con questa serie di dipinti si concentra invece su un piccolo microcosmo che trasmette tranquillità e pace. Anche dal punto di vista stilistico è chiaro questo mutamento: le opere del pittore negli anni precedenti si estendevano su impaginazioni di ampio respiro, mentre adesso si focalizzano su campi medi e primi piani. Le uniche protagoniste delle opere sono le ninfee, mentre tutto il resto scompare tanto che anche il cielo e l’acqua si intravedono appena. In questo modo la poetica di Monet trascende addirittura l’Impressionismo tanto da avvicinarsi all’astrattismo e alle forme concettuali di arte: ammirando le “Ninfee” non si hanno più punti di riferimento precisi, ci si può perdere in uno spazio che sembra infinito, quasi metafisico.

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