Haec cum
ita sint a Chrysippo explicata, si illi, qui negant adsensiones fato fieri, fateantur tamen eas sine viso antecedente fieri,
alia ratio est; sed, si concedunt anteire visa, nec tamen fato fieri adsensiones, quod proxima illa et continens causa non
moveat adsensionem, vide, ne idem dicant. Neque enim Chrysippus, concedens adsensionis proximam et continentem causam esse in
viso positam, eam causam esse ad adsentiendum necessariam concedet, ut, si omnia fato fiant, omnia causis fiant antecedentibus
et necessariis; itemque illi, qui ab hoc dissentiunt confitentes non fieri adsensiones sine praecursione visorum, dicent, si
omnia fato fierent eius modi, ut nihil fieret nisi praegressione causae, confitendum esse fato fieri omnia; ex quo facile
intellectu est, quoniam utrique patefacta atque explicata sententia sua ad eundem exitum veniant, verbis eos, non re
dissidere.
Versione tradotta
Dopo tale spiegazione di
Crisippo, se chi nega che l'assenso avviene per volere del fato concedesse almeno che esso non ha luogo senza una
rappresentazione precedente, diverso sarebbe il ragionamento; se invece ammette che le rappresentazioni sono precedenti, senza
però concedere che l'assenso avviene per volere del fato, perché non sarebbe la causa immediata ed essenziale sopra
ricordata a muovere l'assenso, bada che non finiscano per sostenere la stessa tesi. Crisippo infatti, non concedendo che la
causa immediata ed essenziale dell'assenso riposi nella rappresentazione, non ammetterà nemmeno che tale causa sia
necessaria per il nostro assenso, in modo che, se tutto avviene per volere del fato, tutto avviene per cause precedenti e
necessarie; parimenti, coloro che dissentono da tale tesi, riconoscendo che non si dà l'assenso senza che lo preceda la
rappresentazione, sosterranno che, se tutto accade per volere del fato di modo che nulla avviene se non per il precedere di una
causa, è inevitabile ammettere che tutto accade per volere del fato; da ciò è facile comprendere come costoro dissentano a
parole e non nei fatti, poiché entrambi, chiarita e sviluppata la loro tesi, giungono a una conclusione identica.
- Letteratura Latina
- De Fato di Marco Tullio Cicerone
- Cicerone