Il brevetto per un kit in grado di diagnosticare precocemente la sclerosi multipla costa caro a quattro professori dell'ateneo di Firenze, Anna Maria Papini, Francesco Lolli, Paolo Rovero e Mario Chelli, tutti inseriti nel laboratorio di alta ricerca Peptlab (di cui la Papini è direttrice).
I quattro professori sono stati infatti condannati dalla Corte dei Conti della Toscana a risarcire l'università, a sua volta chiamata a corrispondere un indennizzo ad una studentessa, autrice della scoperta che aveva inserito nella tesi di laurea, neanche citata tra i co-autori del lavoro.
La studentessa si è laureata a fine anni '90. Nel 2005 la prima istanza e la richiesta di essere inserita tra i ricercatori autori della scoperta dello "scrumble", un composto chimico che serve a scovare la malattia e scoperto proprio durante la tesi coordinata dalla professoressa Papini.
Dai sdocenti arrivò un primo no, ribadito anche di fronte alla richiesta di una transazione da 90mila euro. Nel 2012 la sentenza: Università chiamata a pagare 153mila euro. Decisione confermata anche in appello. L'ateneo non ha fatto ricorso in cassazione, ma la corte dei conti ha deciso che ora a sborsare i quattrini dovranno essere anche i prof.
"La pervicace opposizione alle istanze e alle proposte avanzate conferiscono una connotazione di irragionevolezza alle decisioni prese" scrive la Corte dei conti "smentite dalle perizie e dalle risultanti di ben due gradi di giudizio.. Né può sottacersi, peraltro, l'apporto causale dato all'evento
dannoso dall'amministrazione danneggiata, cioè l'università degli studi di Firenze, che evidentemente ha condiviso le scelte adottate nel contenzioso instauratosi con la ricercatrice. Ne consegue che (…) le somme richieste ai convenuti vanno ridotte della misura di un quinto".