In una scuola giapponese studenti incoraggiati a fare sonnellini - Studentville

In una scuola giapponese gli studenti vengono incoraggiati a fare sonnellini "energetici"

Contrariamente alla concezione occidentale dei sonnellini come segno di pigrizia, in una scuola giapponese sono stati introdotti come parte di una routine giornaliera ed incoraggiati per rigenerare corpo e mente.
In una scuola giapponese gli studenti vengono incoraggiati a fare sonnellini

Giappone, in un liceo gli studenti possono dormire a scuola

Dormire a scuola non solo non venendo ripresi, ma addirittura venendo incoraggiati a farlo, è il sogno nascosto di ogni studente. Dite la verità: quante volte vi è capitato di essere colti da un abbiocco durante la lezione di chimica facendo fatica a tenere gli occhi aperti? No, non vogliamo dire che in tal caso avreste potuto chiuderli abbandonandovi ad un sonnellino mentre il docente di turno spiegava. Neanche in Giappone. Ma che, nei momenti previsti, alla Uto Junior and Senior High School, sareste stati invitati a farlo. Come è possibile? Ve lo spieghiamo nel dettaglio di seguito.

Il momento del pisolino

Nella scuola giapponese in questione, ogni giorno è previsto che gli studenti possano dormire per un po’. Subito dopo la pausa pranzo, una voce che proviene dall’interfono annuncia che è arrivato il momento del pisolino. Uno degli studenti più grandi, quindi, procede a tirare le tende oscuranti, mentre una musica rilassante risuona tra le aule. In quest’atmosfera favorevole, gli studenti possono quindi chinare il capo sui propri banchi e lasciarsi cullare dalle note fino ad addormentarsi. Se c’è chi si abbandona semplicemente poggiando la testa sulle mani, c’è chi si attrezza usando sciarpe o giubbotti a mo’ di cuscino. Si tratta di un micro sonnellino, però, perché giusto dopo qualche minuto (circa 10), la stessa voce che ne aveva preannunciato l’inizio, sancisce la fine del tempo destinato al sonno. Ed è così che le tende tornano ai lati delle finestre e gli studenti ai propri doveri scolastici. Non prima, però, di essersi dedicati alla pulizia dell’aula.

I sonnellini sono stati introdotti nel 2015

Secondo Yuichi Goto, insegnante di scienze che si è occupato dei sonnellini energetici e che ne ha proposto l’introduzione nel 2015, il sonno non REM può essere suddiviso in tre fasi a seconda della profondità del sonno stesso. Una persona potrebbe passare alla seconda fase durante un pisolino di 10 minuti andando a diminuire parte della sonnolenza accumulata durante la mattinata a scuola. Questi micro sonnellini sono stati introdotti quando, circa 9 anni fa, la prima lezione del mattino aveva inizio alle 7.30. Con la prevedibile conseguenza che, alla prima lezione del pomeriggio i giovani accusassero stanchezza. Ciò era stato confermato anche dai risultati di un sondaggio condotto sugli studenti. Era emerso, infatti, che la stragrande maggioranza di questi ultimi (il 90%), si sentisse spento, sonnolento. E che il 56% avvertisse sonnolenza durante la prima lezione pomeridiana.

Sonnellini a scuola, feedback positivi

Da qui, Goto aveva proposto alla scuola l’introduzione di questo momento dedicato al sonno tra l’incredulità generale. Era così stata avviata una routine in via sperimentale nell’estate del 2014. Salvo poi, dopo aver ricevuto feedback positivi, divenire una iniziativa permanente. I benefici del momento del pisolino sono stati fin da subito evidenti. Sentiti nell’ambito di un altro sondaggio, il 60% degli studenti ha dichiarato di essersi addormentato durante la sessione di pisolino. L’80 % degli studenti intervistati ha detto di essere favorevole a questa pratica. Tra i benefici dichiarati c’è quello di riuscire a concentrarsi meglio durante le lezioni. Non solo: sarebbe anche diminuito il numero di studenti che, prima, faceva ricorso all’infermiera della scuola.

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