Forze dell'ordine e immigrazione clandestina - Studentville

Forze dell'ordine e immigrazione clandestina

Tema volto sull'immigrazione clandestina e forze dell'ordine

TEMA SVOLTO SULL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: TRACCIA. Gente senza scrupoli riesce a trovare, nonostante i controlli, innumerevoli stratagemmi per favorire l’immigrazione clandestina. In che modo le forze dell’ordine contrastano questo fenomeno? Ci possono porre limiti e soluzioni?

TEMA SVOLTO SULL'IMMIGRAZIONE: SVOLGIMENTO. Se vivessimo in un mondo perfetto, in cui tutti avessero la stessa disponibilità economica e fossero solidali gli uni con gli altri, probabilmente l’immigrazione non sarebbe un problema e non esisterebbe la difficoltà dell’immigrazione irregolare.
Nel 2008 tutti i Paesi dell’Unione Europea hanno cercato di fronteggiare questo problema tenendo conto anche del mercato del lavoro, in modo da consentire un’integrazione giusta. Infatti l’immigrazione svolge un ruolo abbastanza importante nell’economia delle professioni, perché inserendo in modo equo e con una giusta retribuzione queste persone nell’occupazione, essi diventano cittadini europei utili allo sviluppo del Paese. Ogni stato dunque dovrebbe indicare i posti di lavoro disponibili e in base al numero accogliere gli immigrati. In un momento di crisi come quello attuale invece, è necessario bloccare ulteriori arrivi, perché molti extracomunitari regolari stanno perdendo il lavoro, e ciò scatenerebbe un conflitto tra disoccupati e situazioni di disagio che poterebbero ad azioni illegali e criminali.
Per controllare i flussi migratori bisogna stabilire una serie di regole in modo da cercare di risolvere il disagio e tutelare i diritti di tutte le persone. L’immigrazione clandestina è coordinata da organizzazioni criminali che illudono migliaia di extracomunitari, i quali sognano una vita migliore nel nostro Paese, e pagano ingenti somme di denaro per mettersi in viaggio.
Il controllo va effettuato soprattutto nelle zone costiere, e anche se il mare non è l’unico modo per arrivare in Italia, sicuramente è il tragitto più diffuso. Infatti l’immigrazione clandestina per mare non è facile da controllare. Mentre per il tragitto via terra abbiamo le frontiere con la possibilità di accertamento e respingimento, via mare c’è sempre la necessità di salvare i naufraghi e la situazione va fuori controllo. I naufraghi infatti vengono portati in terraferma, identificati e rimpatriati con procedure lunghe, e nel frattempo molti scappano o si nascondono.
La sorveglianza delle coste è opera di un sistema di controllo simile a quello del traffico aereo. E’ un insieme di sistemi radar, apparecchiature satellitari e reti trasmettitori di dati che in tempo reale riferiscono la situazione delle rotte navali e del traffico marino alla Centrale Operativa di Roma. Questo sistema permette non solo di controllare l’immigrazione clandestina, ma anche i pericoli terroristici.
Anche via terra i clandestini riescono a raggiungere il nostro Paese, per esempio attraverso i tipici percorsi dei contrabbandieri. C’è poi l’immigrazione che si rivela clandestina in un secondo momento, quella di chi entra in Italia con un permesso regolare a tempo, spesso ottenuto con metodi di corruzione, ma nel momento in cui il permesso scade diventa irregolare.
Diventa necessario allora bloccare gli accessi, e soprattutto dovrebbero stanziarsi delle pattuglie vicino i Paesi di provenienza, per avere un controllo più efficace. L’ispezione dovrebbe avvenire innanzitutto nel Paese di partenza, ma per collaborare bisogna instaurare rapporti politici chiari e pacifici. Alcuni patti sono stati stipulati con i Paesi del nord Africa, come la Libia e la Tunisia, e questi dovrebbero garantire una grande gestione dei flussi migratori. Ma nonostante ciò, i clandestini riescono a partire ugualmente. Nel momento in cui gli accordi verranno completamente rispettati, allora avremo una situazione più stabile e gli extracomunitari saranno accolti nella maniera migliore possibile.
Una volta elusi i controlli, gli stranieri si trovano irregolarmente sul nostro territorio. Scattano allora le procedure di espulsione, ma confrontandoci con gli altri Paesi Europei, i nostri criteri non sono assolutamente efficaci. Infatti, i clandestini sono privi di documenti di riconoscimento, e non è facile identificarli. Servirebbero impronte digitali e una banca dati internazionale. Quando si riesce a rintracciare i clandestini poi, molti chiedono lo status di rifugiato politico, con procedure molto lunghe. Bisogna cercare di escogitare metodi per evitare che i clandestini non espulsi immediatamente si nascondano e rimangano irregolari nel nostro Paese. Una soluzione potrebbe essere la permanenza obbligata nel Centri di Identificazione ed Espulsione, che trattengono lo straniero fino a sessanta giorni, e al termine prestabilito questo ha l’obbligo di lasciare il Paese entro cinque giorni, pena la reclusione.
Questi centri però non riescono ad ospitare tutti gli irregolari, e a tutti quelli che non possono soggiornare in queste strutture viene dato un “foglio di via”, un invito a lasciare l’Italia, che non viene mai rispettato. E’ necessario dunque aumentare il numero dei centri, aumentare i rimpatriati forzati,accompagnati alla frontiera o al Paese di provenienza. Se le procedure fossero più rigide, l’immigrazione clandestina diminuirebbe. La rigidità comporta comunque una certa umanità nei confronti degli extracomunitari, dando loro assistenza e rispettando la dignità umana di ciascuno.

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