Giuseppe Ungaretti: riassunto su vita e poetica - [MATURITÀ 2019]

Giuseppe Ungaretti: Maturità 2019

Riassunto completo su Giuseppe Ungaretti per gli esami di Maturità.

GIUSEPPE UNGARETTI: VITA OPERE E PENSIERO

Nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888 da genitori lucchesi emigrati in Egitto ai tempo dei lavori per lo scavo di Suez. Studia alla Sorbona di Parigi e viene a contatto con il simbolismo francese. Partecipa come semplice soldato alla prima guerra mondiale, e dopo il conflitto si stabilisce a Roma, poi in Brasile. Tornato in Italia insegna per molti anni letteratura moderna all’Università di Roma. Muore a Milano nel 1970.

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LA POETICA DI GIUSEPPE UNGARETTI

Ungaretti concepisce la poesia come strumento di conoscenza della realtà, che si raggiunge attraverso l’analogia: questa permette di scoprire le relazioni intercorrenti tra gli esseri e di sentirsi in armonia con l’universo, fino ad arrivare alla percezione dell’assoluto e alla fede in Dio. La poesia di Ungaretti contiene la storia dell’itinerario del poeta: dall’angoscia esistenziale, derivata dal senso di mistero e del dolore, alla fede rasserenatrice in Dio. Questo spiega il titolo Vita di un uomo che egli volle dare alla raccolta definitiva delle sue liriche. La poesia come ricerca dell’autenticità dell’essere richiede un’espressione adeguata, che Ungaretti ritrova nella parola nuda, scabra, essenziale. Le raccolte poetiche:

  • Il porto sepolto (1916)Allegria di naufragi (1919)
  • Sentimento del tempo (1933)
  • Il dolore (1947)
  • La terra promessa (1950)
  • Un grido e paesaggi (1952)
  • Taccuino del vecchio (1960)

Il porto sepolto contiene le prime poesie scritte sul fronte di guerra in trincea, su pezzi di carta occasionali, conservati dal poeta nello zaino. Il titolo allude ad un porto reale nel pressi di Alessandria, ma ha soprattutto un significato simbolico: il porto sepolto è il mistero, l’assoluto, alla cui ricerca il poeta si pone con la speranza di approdarvi come in un porto di pace. Successivamente, le liriche di Il porto sepolto confluiscono nella raccolta Allegria di naufragi, che diventerà L’Allegria (1932). Anche questo titolo è allusivo: la guerra è come un naufragio della vita, e i superstiti del naufragio sono presi da una sorta di ebbrezza per lo scampato pericolo e superano lo sgomento e il dolore con la fede e la speranza di un domani migliore.

GIUSEPPE UNGARETTI E LA GUERRA

Queste due raccolte contengono le impressioni sulla prima guerra mondiale:

  • il sentimento dell’attaccamento alla vita, che spinge il poeta a scrivere lettere piene d’amore mentre passa la notte con un compagno massacrato (Veglia)
  • il cuore impietrito dal dolore, divenuto simile alla pietra refrattaria del San Michele (Sono una creatura)
  • il cuore ancora più straziato delle case sbriciolate dalla guerra, per la morte dei tanti che gli corrispondevano (San Martino del Carso)
  • il sentimento della precarietà della vita (Soldati)

Al contrario di D’Annunzio, Ungaretti sente la guerra non come un’occasione di eroismo ed esaltazione patriottica, ma come una fatalità ineluttabile che si abbatte sull’umile e povera gente d’Italia, la quale la subisce con virile rassegnazione. La guerra restituisce l’uomo alla condizione di creatura fragile e indifesa: Ungaretti vuole esprimere questa condizione umana, e lo fa in poesie brevi, a volte brevissime, ma dense di significato. La scelta etica del poeta di fronte alla guerra è quella della sofferenza, per cui egli rinuncia alla retorica, ai metri e ai versi tradizionale, avvalendosi di versi liberi, parole semplici, essenziali, scavate. Egli ricorre inoltre ai mezzi escogitati dai simbolisti e dai futuristi: accostamento paratattico, abolizione della punteggiatura, impiego di spazi bianchi e pause, titoli suggestivi ed evocativi, uso dell’analogia e della sinestesia per unire sensazioni e sentimenti diversi.

UNGARETTI: MEDITAZIONE SULL’UOMO E SULLA POESIA

Dopo la guerra, Ungaretti continua la sua meditazione sulla poesia e sulla condizione dell’uomo. La prima lo porta al recupero dell’endecasillabo e del settenario, e attraverso questi versi il poeta si propone di comunicare agli uomini le sue arcane scoperte, di essere il poeta veggente teorizzato dai simbolisti. Riguardo la meditazione sull’uomo, il titolo Sentimento del tempo è allusivo: significa sentimento dello scorrere veloce del tempo, del rapido fluire delle cose, delle persone amate, che produce la nostalgia del passato e un più tenace attaccamento alla vita. Accanto a questo tema vi è poi il sentimento di Dio, in cui si placa l’angoscia esistenziale del poeta.

ULTIME OPERE DI UNGARETTI

Le poesie raccolte in Il dolore furono scritte tra il 1940 e il 1946, e traggono spunto da due esperienze del poeta:

  • la morte del figlio
  • la seconda guerra mondiale (Non gridate più …)

Infine, le ultime 3 raccolte (La terra promessa, Un grido e paesaggi, Taccuino del vecchio), trattano ancora i temi del dolore, con l’aggiunta di una letterarietà di forme rispetto alle raccolte precedenti. La terra promessa dove costituire un poema, un libretto d’opera che però non fu terminato. Il tema era la storia del viaggio di Enea, ma del progetto restano alcuni frammenti come le meditazioni sullo stato d’animo di Didone, sulla morte, sul tempo e sull’amore.

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