Come educare i fanciulli - Studentville

Come educare i fanciulli

Plurimum proderit pueros statim salubriter institui; difficile autem regimen est, quia dare debemus operam ne aut iram in illis nutriamus aut indolem retundamus. Diligenti observatione res indiget; utrumque enim, et quod extollendum et quod deprimendum est, similibus alitur; facile autem etiam adtendentem similia decipiunt. Crescit licentia spiritus, servitute comminuitur; adsurgit si laudetur et in spem sui bonam adducitur, sed eadem ista insolentiam et iracundiam generant: ita sic inter utrumque regendus est ut modo frenis utamur modo stimulis. Nihil humile, nihil servile patiatur; numquam illi necesse sit rogare suppliciter nec prosit rogasse, potius causae suae et prioribus factis et bonis in futurum promissis donetur. In certaminibus aequalium nec vinci illum patiamur nec irasci; demus operam ut familiaris sit iis cum quibus contendere solet, ut in certamine adsuescat non nocere velle sed vincere.

Versione tradotta

Gioverà moltissimo che i fanciulli siano educati da subito in modo sano; ma la (loro) gestione è difficile, poiché dobbiamo sforzarci a non alimentare la loro ira o a non reprimere la loro indole. La questione richiede un'attenta analisi; infatti entrambi, sia ciò che bisogna incoraggiare e sia ciò che bisogna reprimere, si alimentano con cose simili; ma facilmente le cose simili ingannano anche una persona attenta. Lo spirito cresce con la libertà, con la schiavitù regredisce; si innalza se lodato e se portato ad una buona speranza di sé, ma questi stessi comportamenti generano insolenza e iracondia: così bisogna guidare (il fanciullo) tra entrambi, in modo da usare un po' i freni e un po' i pungoli. Non subisca nulla di umiliante, né di servile; mai gli sia necessario pregare in modo supplichevole, né giovi aver pregato (così), piuttosto gli sia dato in base ai suoi meriti, sia in base alle azioni passate, sia alle promesse future. Nelle gare con i coetanei non permettiamo che sia vinto o che si adiri; facciamo in modo che sia amico di quelli con cui suole gareggiare, affinché si abitui nella gara a non voler nuocere, ma a vincere.

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