Scimus Periclem maxime pium fuisse et deos semper coluisse. Itaque, cum Persae victi essent, diis maximas gratias agere statuit. Erat in urbe collis quidam in quo reliquiae arcis antiquae supererant. Pericles non ignorabat illum collem iucundissimum esse, imprimis Minervae, Iovis filiae. Nam Athenienses putabant Minervam inter omnes urbes Athenas amare et colere. In eo igitur colle pulcherrima templa, Phidia monente, aedificata sunt, et, cum opus confectum esset, spectaculum mirum fuit Atheniensibus. Haud procul lato altoque vestibulo, parvum et pretiosissimum Victoriae templum videbatur. Post vestibulum Via Sacra incipiebat, quae ad Parthenonem ducebat. Hoc Minervae templum erat, e marmore factum, plurimis columnis circumdatum, praeclare pictum et miris figuris a Phidia, ornatum. Nemo ignorat Phidiam arteficem omnium peritissimum fuisse.
Versione tradotta
Sappiamo che Pericle fosse pio e venerasse sempre gli dei. Così, essendo stati sconfitti i Persiani, stabilì di rendere immensamente grazie agli dei. Nella città c'era un colle in cui sopravvivevano gli antichi resti della rocca. Pericle sapeva che quel colle fosse molto gradito, principalmente da Minerva, figlia di Giove. Infatti gli Ateniesi pensavano che Minerva, tra tutte le città, amasse e onorasse Atene. In questo colle dunque furono costruiti bellissimi templi, su consiglio di Fidia, e, quando l'opera fu terminata, fu un meraviglioso spettacolo per gli Ateniesi. Non lontano dal largo e alto vestibolo, si vedeva un piccolo e preziosissimo tempio della Vittoria. Dopo il vestibolo iniziava la via Sacra, che conduceva al Partenone. Questo era il tempio di Minerva, fatto di marmo, circondato da moltissime colonne, adornato da un famosissimo affresco e da meravigliose statue. Tutti sanno che Fidia fu l'abilissimo artefice di ogni cosa.
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