L'età del Ferro in Europa e in Italia
In Italia intorno al 1000 a.C. si ha la possibilità di distinguere l'identità di molti popoli, stabilizzati nelle loro sedi definitive. Di essi abbiamo notizia dalle fonti classiche. Si formano ora delle culture regionali diverse che distinguiamo col nome delle rispettivi genti (Celti, Illiri, Iberi, Liguri, Reti, Veneti, Etruschi ecc.) oppure con il nome del luogo dove sono state fatte le prime e significative scoperte (cultura di Golasecca estesa all'incirca alla Lombardia attuale, villanoviana in Emilia).
E' possibile a partire da questo periodo tentare di identificare le identità etniche con quelle linguistiche e culturali, anche se spesso le facies definibili in base alla cultura materiale non sono sovrapponibili all'area indicata dalle fonti per una determinata etnia.
Il passaggio all'età del ferro varia nelle diverse zone d'Europa, in alcune regioni si data all'XI sec. a.C. in Italia intorno al IX, l'uso del ferro però e pienamente diffuso a partire dal VII sec. a.C..
Nel IX secolo si formano in Etruria i primi centri protourbani "villanoviani" (Tarquinia, Cerveteri, Veio ecc.), mentre le prime città furono le prime colonie greche della Sicilia Meridionale fondate circa alla metà dell'VIII sec. a.C..
Gli agglomerati erano costituiti da migliaia di individui, in Italia settentrionale e nelle zone a nord e a est delle Alpi, non vi sono però vere e proprie città prima della romanizzazione. Un processo protourbano si sviluppa nella pianura padana – ma non nell'Italia orientale (Friuli – Venezia Giulia) – tra il VI e il V sec. a.C.
Nell'Europa Centrale lo sviluppo protourbano si ha tra il III e II sec. a.C. (oppida celtici).
L'effetto di questo processo fu l'intensificazione dei traffici con importazioni soprattutto di oggetti di prestigio dalle aree più progredite, l'emergere di ceti dominanti (aristocrazie) accoglimento di idee religiose e politiche.
Agli inizi dell'età del ferro si formano una serie di gruppi locali contraddistinti da elementi culturali particolari.
In questo periodo la produzione dei vasi fittili raggiunge una forma di standardizzazione nelle forme e nelle dimensioni. [i è una straordinaria ripresa della circolazione di artigiani anche a grande distanza che taglia trasversalmente le facies culturali, si forma una cerchia di artigiani che producono oggetti ad alto valore artistico che si spostano in un raggio molto ampio ma producono per ceti particolarmente elevati.
Negli oggetti destinati alla tesaurizzazione compare l'aes rude, a partire da VI secolo compaiono spesso nei ripostigli e nei corredi tombali. Il loro valore premonetale è evidente nella costante misura ponderale.
Tra i motivi decorativi che lasciano intravedere aspetti del culto, persiste ancora il motivo della barca solare e degli elementi ornitomorfi. Compaiono gli alari fittili configurati forse legati al culto del fuoco e del focolare, e le figurazioni di cavalieri e di cavalli. Solo a partire dal V sec. a.C. sorgono i primi santuari a carattere comunitario, luoghi di aggregazione di diverse cerchie culturali.
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