Dante e la Selva Oscura: il 7 aprile è quando il poeta si "perse" al suo interno

Dante e la Selva Oscura: il 7 aprile è quando il poeta si smarrì al suo interno

Dante e la Selva Oscura: il 7 aprile è quando il poeta si smarrì al suo interno

Dante Alighieri e la Selva Oscura

Nell’immaginario collettivo, Dante Alighieri resta una figura emblematica, non solo per la sua poesia ma anche per il mistero che avvolge l’incipit della sua opera più famosa, la Divina Commedia. “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita”. Queste parole, scolpite nella memoria culturale, non solo aprono il Canto I dell’Inferno, ma delineano anche il preludio di un viaggio ultraterreno che, secondo interpretazioni erudite, si svolge nel corso di una settimana specifica del 1300 – da venerdì 8 aprile a giovedì 14 aprile, anche se possiamo dire che il suo viaggio inizia ufficialmente nella notte tra il 7 e l’8 aprile.

La Selva Oscura di Dante: contesto storico e astronomico

Dante, nato nel 1265, avrebbe avuto 35 anni nel 1300, età che lui stesso descrive come la metà del cammino della vita, basandosi sulla vita media dell’epoca stimata in 70 anni. La scelta dell’anno non è casuale: il 1300 corrisponde al primo Giubileo della Chiesa cattolica, indetto da Papa Bonifacio VIII, evento di enorme rilevanza religiosa e sociale che Dante non avrebbe ignorato.

Gli studiosi, analizzando il testo e con l’aiuto di conoscenze storiche e astronomiche, hanno potuto fare ipotesi sulla precisa cronologia degli eventi del poema. Un esempio significativo è il riferimento al crollo di un ponte nell’Inferno, descritto da Malacoda nel Canto XXI, che può essere collegato a eventi storici specifici come la morte di Cristo, calcolata attorno al 7 aprile del 30 d.C. Questo ci porta a dedurre che il viaggio dantesco inizia proprio tra il 7 e l’8 aprile del 1300.

Il viaggio di Dante: un’epopea spirituale e culturale

Considerato il suo inizio durante il periodo del Giubileo, il viaggio di Dante non è solo un percorso personale di redenzione e scoperta, ma si configura anche come un viaggio culturale e spirituale che riflette le tensioni e le dinamiche della società medievale. Ogni dettaglio del viaggio, dalla selva oscura all’ascesa al Paradiso, è intriso di simbolismo teologico, filosofico e politico.

La “selva oscura” di Dante, in cui il poeta si ritrova smarrito, può essere interpretata in molti modi: come simbolo della perdita della retta via morale e spirituale, come metafora della crisi personale e politica che l’autore stava vivendo, o come rappresentazione delle incertezze dell’epoca. Questo luogo, oscuro e intricato, è il punto di partenza di un viaggio di purificazione e conoscenza.

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