Inferno è il quarto romanzo di Dan Brown, pubblicato nel 2013 in contemporanea mondiale in molti paesi. La prima presentazione ufficiale è stata fatta in Italia, a Firenze: del resto il romanzo ha inizio a Firenze e si muove in lungo e in largo per quella città.
Protagonista di Inferno è sempre il professor Robert Langdon che già abbiamo conosciuto in Il simbolo perduto (2009). In questa nuova avventura Langdon è accompagnato dalla bella e intelligente dottoressa Sienna Brooks, che ha un’intelligenza fuori dal comune.
Inferno di Dan Brown: il riassunto della trama
Inferno si apre con un episodio di morte: il suicidio dell’Ombra – una figura misteriosa che accompagnerà tutta la narrazione – che si getta dal campanile della Badia Fiorentina. Sei giorni dopo, Robert Langdon si sveglia in un letto d’ospedale, sempre a Firenze, in preda a un’amnesia temporanea.
A seguito di alcune situazioni, Langdon è convinto che il suo governo – gli Stati Uniti d’America – stia cercando d’ucciderlo e per questo, insieme alla dottoressa Sienna Books, che gli ha già salvato la vita in un’occasione, si dà a una fuga rocambolesca attraverso la città di Firenze, prima, per poi giungere a Venezia e quindi in Turchia. Il tutto cercando di decifrare la mappa dell’Inferno del Botticelli, mappa che, però, non è quella originale ma ha subito delle piccole modifiche che mettono il nostro protagonista in allarme e smuovono la sua passione per risolvere enigmi.
Naturalmente la trama è molto più complicata di questa e chi ha letto già gli altri romanzi di Dan Brown ben sa che il colpo di scena è sempre dietro l’angolo e le cose non sono mai così lineari come possa sembrare.
Inferno di Dan Brown: recensione
Uno degli elementi interessanti della narrazione – quello che, più di altri, invoglia a seguire la lettura – è che il lettore sa già che tutto quello che sta vivendo Robert Langdon è avvenuto ma, proprio come il protagonista della storia, si trova a saperlo mano a mano che viene ri-scoperto. Nulla di nuovo, per carità, e La morte di Ivan Il’i? scritta da Lev Tolstoj ne è un illustrissimo precedente. A proposito di novità, costruire un romanzo intorno ad alcuni elementi della Divina Commedia di Dante è un esperimento realizzato molte altre volte, basti pensare, giusto per citare un romanzo che ha avuto enorme successo, a L’ultimo Catone di Matilde Asensi. Del resto lo stesso Dan Brown è consapevole di questo aspetto e lo scrive chiaramente nelle pagine del romanzo, quando fa un elenco di alcuni testi letterari che hanno attinto alla Commedia dantesca, fino ad arrivare alle più moderne app e ai videogame che si ispirano al viaggio nell’oltretomba dell’Alighieri.
Inferno è ricco di informazioni e di passi didascalici che a volte, proprio per il loro carattere di enciclopedicità, possono appesantire la lettura. Bisogna riconoscere, però, che molte volte sono necessari: se non si conosce nulla di Dante e della sua Commedia alcuni passaggi possono risultare oscuri. Se, invece, conoscete la Divina Commedia, anche in maniera non approfondita, potrete risolvere subito alcuni enigmi che occupano pagine e pagine del romanzo.
Ecco, quello della lunghezza è un po’ un problema, a mio modo di vedere: le pagine sono tante e a volte si ha l’impressione che siano troppe. Qualche taglio qua e là avrebbe giovato senza dubbio alla storia.
Un altro punto che mi lascia perplesso di tutto il romanzo è il finale: mi sembra un po’ ingenuo. Per quanto il problema che viene affrontato nel corso di tutto il romanzo sia fortemente attuale – e questa volta la critica alla chiesa cattolica è molto fondata e non potrà essere liquidata in quattro battute come si è fatto con Il codice da Vinci – nelle ultime pagine, quelle conclusive appunto, si ha come l’impressione che Dan Brown non sapesse come tirare le fila di tutta la narrazione.
In conclusione, Inferno mi è piaciuto: non è certo una di quelle letture che sconvolgono per la loro bellezza o per la particolare descrizione di paesaggi o di stati d’animi, ma è una buona compagnia per trascorrere qualche ora in compagnia di un mistero. E se poi, a lettura terminata, vi verrà in mente di prendere la Divina Commedia di Dante, allora leggere Inferno di Dan Brown sarà stato veramente utile!
Inferno di Dan Brown: frasi
Inferno di Dan Brown inizia con un Prologo, le cui prime righe sono le seguenti:
Io sono l’Ombra.
Attraverso la città dolente, io fuggo.
Attraverso l’eterno dolore, io prendo il volo.
Lungo la riva dell’Arno, corro arrancando senza fiato… volto a sinistra, in via dei Castellani, e mi dirigo verso nord, rannicchiandomi nell’ombra degli Uffizi.
E loro continuano a inseguirmi.
Il suono dei passi alle mie spalle si fa sempre più forte, mi danno la caccia con determinazione implacabile.
Mi inseguono da anni, ormai. Un’ostinazione che mi ha costretto alla clandestinità, a vivere in purgatorio, a lavorare sottoterra come un mostro ctonio.
Io sono l’Ombra.
L’incipit del romanzo vero e proprio è il seguente:
I ricordi si materializzarono lentamente, come bolle che risalgono in superficie dall’oscurità di un pozzo senza fondo.
Una donna velata.
Ecco invece alcune frasi tratte dal romanzo Inferno:
- Pianse per la vita che non poteva controllare. Pianse per il maestro che aveva visto morire davanti ai propri occhi. Pianse per la profonda solitudine che le riempiva il cuore. Ma, soprattutto, pianse per il futuro… che all’improvviso le sembrava molto incerto.
- La verità è visibile solo attraverso gli occhi della morte.
- La popolazione della terra ha impiegato migliaia di anni, dagli albori dell’umanità fino all’inizio dell’Ottocento, per arrivare a un miliardo di persone. Poi, incredibilmente, sono bastati cento anni per raddoppiare e arrivare a due miliardi, negli anni Venti del secolo scorso. Dopodiché, in cinquant’anni la popolazione è nuovamente raddoppiata, e negli anni Settanta è arrivata a quattro miliardi. Come può immaginare, raggiungeremo presto gli otto miliardi.
- Negli ultimi cinquant’anni i nostri peccati contro Madre Natura sono cresciuti in maniera esponenziale.
- Io temo per l’anima dell’umanità.
- Rimase seduto in silenzio, cercando di superare la sensazione di insicurezza che lo opprimeva. Era davvero strano incontrare un perfetto estraneo e venire a sapere che lo si conosceva già da qualche giorno.
- Il cielo era diventato un arazzo scintillante di stelle.
L’ultima frase della nostra lista è anche l’ultima del libro: e del resto non poteva essere che così, visto che Dan Brown si riferisce alla Commedia di Dante e le tre cantiche della Commedia si concludono con la parola “stelle”.
Dan Brown
Inferno
traduzione di Nicoletta Lamberti, Annamaria Raffo, Roberta Scarabelli
Mondadori, 2013
disponibile anche in eBook