Se ci si basasse esclusivamente su questa statistica, tutti meriterebbero un bel rimando a settembre. In Italia tra i giovani studenti, stando ai numeri e paragonando il nostro paese alle altre nazioni europee, manca la predisposizione verso la cultura e ogni sorta di sensibilizzazione in questo senso viene visto come un qualcosa di noioso e per nulla stimolante.
Quando vanno in gita scolastica, infatti, i ragazzi snobbano monumenti e musei preferendo gironzolare per le varie capitali attratti da negozi, locali e discoteche. Su un campione di 3.000 studenti delle scuole medie e superiori italiane, francesi, spagnole, tedesche e inglesi, i nostri giovani non fanno proprio una bella figura perchè arricciano il naso davanti alla possibilità di visitare opere simbolo, mostrando invece un maggiore entusiasmo verso i locali, soprattutto se di città come Londra e di Berlino. Sul podio, con la Spagna, tedeschi e francesi, maggiormente interessati a musei e patrimonio culturale. Seguono gli inglesi, mentre il “cucchiaio di legno” se lo beccano i nostri.
Ma perchè gli studenti del “Belpaese” preferiscono la movida delle capitali europee, piuttosto che la scoperta delle proprie radici culturali e storiche? Dalle risposte dei ragazzi emerge un sostanziale pregiudizio verso la visita al museo o al sito archeologico, così come chiese, parchi e monumenti pagano dazio nell’ essere catalogati come un vecchio e polveroso libro di storia.
I diretti interessati raccontano che devono sopportare lunghe file e attese estenuanti, mentre da precedenti esperienze, ricordano interi padiglioni chiusi per lavori o siti archeologici bloccati dalle impalcature. Lungo tutto lo stivale, la gita d’istruzione vorrebbe essere vista insomma esclusivamente come un momento di svago da condividere coi vicini di banco.
I diretti interessati raccontano che devono sopportare lunghe file e attese estenuanti, mentre da precedenti esperienze, ricordano interi padiglioni chiusi per lavori o siti archeologici bloccati dalle impalcature. Lungo tutto lo stivale, la gita d’istruzione vorrebbe essere vista insomma esclusivamente come un momento di svago da condividere coi vicini di banco.
Claudio D’Amato