Perché No Tav: motivazioni della protesta - StudentVille

Perché No Tav: motivazioni della protesta

Perché No Tav: motivazioni della protesta

Il progetto Tav: di cosa si tratta

Ormai sono anni che il progetto Tav crea discussioni e polemiche che continuano a non placarsi. Ideato nel 1990, si tratta di un’opera che con una serie di treni ad alta velocità dovrebbe collegare Torino in Italia a Lione in Francia. Solo nel 2001 l’Italia e la Francia hanno trovato un accordo dividendo in tre parti il totale dei 270 chilometri:

  • la tratta internazionale: un tunnel di base della lunghezza di 57 chilometri tra Susa e Saint Jean de Maurienne, con i costi in parte rimborsati dall’Unione Europea;
  • la tratta francese: 189 chilometri, ovvero il 70% del percorso totale;
  • la tratta italiana: 81 chilometri.

No Tav: da chi sono formati

Già dal lancio del progetto avvenuto anni fa, in Val Susa iniziarono le prime proteste delle comunità locali coinvolte dai lavori per la nuova ferrovia che si unirono inizialmente nel comitato “Habitat“. Successivamente il movimento è andato ad espandersi e rafforzarsi sotto il nome di “No Tav“. Secondo i componenti del movimento, il progetto ferroviario Torino-Lione rappresenta un’opera innanzitutto dannosa per il territorio, oltre ad essere inutile e costosa. Fanno parte dei “No Tav” gli amministratori dei vari comuni della zona montana, buona parte della popolazione locale, i partiti della sinistra antagonista e persone legati ai centri sociali e agli ambienti anarchici.

No Tav: le motivazioni principali della protesta

Per il movimento il progetto Tav risulta un’opera fallace e dannosa sotto diversi punti di vista. Ecco le motivazioni principali della loro protesta:

  • Costi: secondo una relazione tecnica sul rapporto costi-benefici, la Tav provocherebbe la perdita tra i 5,7 e gli 8 miliardi per lo Stato;
  • Impatto ambientale: presenza di uranio, radon e amianto nelle aree dove si dovrà realizzare il tunnel di base del Moncenisio;
  • Opera inutile: il trasporto merci nel traforo ferroviario del Frejus è calato da 9 milioni di tonnellate del 2000 ai 2,9 milioni del 2016;
  • Risorse da utilizzare altrove: i soldi preventivati potrebbero essere investiti per sistemare la rete nazionale e locale invece che finanziare un singolo progetto;
  • Lavori non iniziati: per il tunnel di base sono stati scavati 25 km di gallerie tecniche, di cui solo 6 km riadattabili per far transitare la linea.

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