Maurizio Parodi, admin della pagina Facebook "Basta compiti!", insieme a decine di associazioni, ha lanciato la omonima petizione sul portale change.org, raccogliendo subito 16mila adesioni.
Diversi i motivi addotti alla proposta. Fra questi, il fatto che i compiti "sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche…) hanno durata brevissima: non "insegnano", non lasciano il "segno"; dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione".
Inoltre "sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l'ingiustizia già sofferta"
"Sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa)".
"Gli studenti italiani" spiega Parodi in una lettera aperta "sono eccezionalmente oberati di compiti, come risulta dalle rilevazioni Ocse Pisa: 9 ore a settimana, rispetto alle 3 di Finlandia e Corea, Paesi ai vertici delle classifiche internazionali per competenze e conoscenze".
"Si pensi che, in Italia, persino nelle scuole a tempo pieno, dopo 8 ore di lavoro, a nostri bambini di 6-11 anni, sono assegnati compiti tutti i giorni e nel week end".
Per aderire alla petizione basta andare sul sito chamnge.org e cercare la campagna "basta compiti".