Fiaba inventata: Clarissa e Roveril, testo - StudentVille

Fiaba inventata: Clarissa e Roveril

Fiaba inventata: Clarissa e Roveril

La fiaba di Clarissa e Roveril inventata da un’allieva di liceo

Cosa succede ad una principessa che cadendo in un fosso si ritrova in un paese incantato fatto di case galleggianti abitate dagli gnomi? L’amicizia con uno di loro è assicurata, ma per ritornare a casa la povera principessa dovrà prima vedersela con una strega un po’ cattivella! Curiosi di sapere come andrà a finire? Allora continuate a leggere questa bella fiaba inventata da Francesca L., allieva della I E del Liceo Scientifico A. Guarasci di Soverato.

Clarissa e Roveril: fiaba di Francesca L.

C’erano una volta, nella lontana Fandonia, un re e una regina, ammirati e stimati da tutti. L’intero regno era felice e godeva di pace e prosperità. Trascorso qualche mese i due sovrani annunciarono al regno una notizia fantastica: presto sarebbe nata la loro bambina, e Fandonia avrebbe avuto una principessa. Tutti attendevano con ansia il momento in cui la piccola sarebbe venuta al mondo. Quel giorno arrivò e fu uno dei giorni più belli. Molti abitanti del regno si recarono presso il castello per far visita alla nuova arrivata e per portarle dei doni. Clarissa era una bambina bellissima e già piena di entusiasmo, e fu proprio con questa allegria che visse i suoi anni di infanzia. Un giorno, però, la sua eccessiva e incontrollabile voglia di avventurarsi la spinse ad inoltrarsi in un fitto bosco, e non badando ai possibili pericoli che avrebbe potuto correre, cadde in una profonda fossa. Si ritrovò in un posto completamente diverso da quello in cui aveva sempre vissuto: le case, fatte di zucchero filato, erano sospese in aria; sugli alberi rigogliosi crescevano caramelle e dolciumi vari e gli abitanti non erano normali esseri umani, ma gnomi.

Clarissa era arrivata nel regno di Aresil e, vedendolo, provò un misto di stupore e timore allo stesso tempo. Decise che era meglio per lei se fosse tornata subito a casa. Ma come avrebbe fatto a ritrovare la strada? Si affrettò dunque a cercare qualcuno che la aiutasse a ritornare nel suo regno. Notò una casetta molto carina e accogliente galleggiare in aria e morì dalla voglia di entrarvi. Ma c’era un problema: non sapeva come raggiungerla. Fortunatamente il proprietario, un anziano gnomo, si accorse della sua presenza e vedendola desiderosa di entrare decise di darle un aiuto: dall’alto le buttò un sacchetto contenente una polverina rosa e un bigliettino. Quest’ultimo riportava le seguenti parole: “Ecco la polvere fatata. Buttane una manciata sulla tua testa e improvvisamente ti dirigerai verso la mia abitazione”. Clarissa eseguì l’ordine e, come per magia, si ritrovò in aria, libera come una farfalla. Quando raggiunse la casetta lo gnomo la accolse dicendole:

“Felice di conoscerti, il mio nome è Roveril“. La fanciulla affettuosamente gli rispose: “Piacere mio, mi chiamo Clarissa e vengo dal regno di Fandonia. Stavo facendo una passeggiata nel bosco quando ad un tratto mi sono ritrovata qui. Spero di non averti disturbato, ma cercavo qualcuno che mi aiutasse a tornare a casa. Comunque grazie per avermi fatto salire quassù”. Il piccolo gnomo allegramente le disse: “Non ti preoccupare, non disturbi affatto. Vieni, accomodati pure”. I due chiacchierarono a lungo e Roveril, trascorsa qualche ora esclamò: “Sono uno sciocco, come ho fatto a non pensarci prima! Clarissa, so come aiutarti! Ti spiegherò tutto domattina, ora va a riposare”. E così all’alba del giorno successivo si incamminarono lungo un sentiero e raggiunsero la loro meta. “Eccoci arrivati. Questa è la casa aiutante: se tu le dirai di cosa hai bisogno, essa magicamente verrà in tuo aiuto. Non ti resta che provare!”. Così Clarissa fece esattamente ciò che aveva detto il piccolo gnomo.

Dopo qualche minuto di attesa, il pavimento della stanza in cui si trovavano iniziò a tremare e si udì un forte boato. Da quel trambusto comparve una teca al cui interno vi era una collana che aveva un grosso ciondolo d’oro a forma di sfera. Clarissa, spinta dalla curiosità e dall’entusiasmo, si affrettò a prenderla fra le mani, quando ad un tratto risuonarono delle voci che dissero: “Se tre volte il ciondolo della collana girerai, nel tuo fantastico regno ritornerai”. Clarissa non se lo fece ripetere due volte. Quindi indossò il gioiello ed eseguì l’ordine, ma non accadde nulla. Riprovò una seconda e una terza volta, ma lei era ancora ferma lì. “E’ molto, molto strano che non funzioni!!!” disse Roveril turbato. Ma improvvisamente la teca scomparve e al suo posto apparve la seguente scritta:

La collana non ti ha aiutata e di questo ne sono addolorata, ma ti do un’indicazione: se a casa vuoi tornare, nella foresta incantata dovrai andare.

Dopodiché comparvero dal nulla una mappa e due fagioli magici. Così Clarissa e Roveril, di nuovo pieni di entusiasmo ed energia, ripresero il cammino e seguendo le istruzioni della mappa raggiunsero la foresta incantata. “Siamo arrivati. Ma chissà a cosa servono questi fagioli” disse Clarissa con aria pensante. “Stando a quanto dice la mappa dovremmo utilizzarli per oltrepassare un portale che si aprirà solo quando entreremo nella foresta”, le rispose Roveril. Quindi si inoltrarono nella foresta e lanciarono per terra uno dei due fagioli. Immediatamente si aprì dinanzi a loro un enorme portale nero. Con un po’ di paura e incertezza si diressero verso di esso e furono subito risucchiati. Si ritrovarono in un territorio completamente isolato, c’era solamente una vecchia dimora. E probabilmente era lì che Clarissa e Roveril dovevano andare. Ancora storditi per la caduta si rialzarono con fatica e raggiunsero la casetta. Li accolse un’anziana strega, dall’aria un po’ sospetta e maligna. “Oh salve, e voi chi siete?” chiese la strega con un ghigno. “Siamo Clarissa e Roveril e veniamo dal lontano regno di Aresil” rispose il piccolo gnomo. Dopo averle spiegato tutta la situazione, la strega disse entusiasta:

“So come aiutarvi, non vi resta solo che seguirmi”. E così li condusse in uno scantinato umido e buio, popolato da ragni, topi e pipistrelli. Al centro della stanza vi era un calderone e sulle pareti c’erano tanti scaffali con sopra boccette di pozioni magiche. Clarissa e Roveril ebbero i brividi e furono sopraffatti dalla paura. La strega in fretta e furia versò nel calderone cinque bucce d’arancia, due occhi di rospo e sei zampe di ragno. Dopo aver finito di preparare la pozione la porse a Clarissa dicendole: “Ecco, tieni, questa è la pozione dei desideri: bevendola, qualsiasi desiderio esprimerai, diventerà realtà, ma non subito, dovrai attendere un po’”. Così la nostra ingenua principessa la bevve tutta d’un fiato ed espresse il suo desiderio. Dopodiché, sfruttando l’altro fagiolo magico, lei e Roveril tornarono ad Aresil.  Ma trascorsa qualche ora Clarissa svenne: la vecchia strega l’aveva ingannata, facendole bere una pozione velenosissima. Roveril era in preda al panico, non sapeva proprio cosa fare: ora era lui ad avere bisogno d’aiuto. Quindi si recò nuovamente presso la casa aiutante, la quale gli disse che Clarissa si sarebbe salvata solo con un unico antidoto: il bacio del vero amore.

Ad un tratto si aprì un altro enorme portale e all’interno della casa risuonarono delle voci. “Questo vi condurrà a Fandonia: è lì che dovrai cercare il giovane fabbro di cui Clarissa è da sempre innamorata”. Iniziò così una nuova avventura. Roveril si mise alla ricerca del ragazzo, percorse innumerevoli strade, entrò in tantissime botteghe, ma niente da fare, sembrava quasi una missione impossibile da portare a termine. Trascorsero i giorni e del giovane fabbro nessuna notizia. Ma un giorno Roveril, ascoltando una conversazione fra due signore, capì che la bottega in cui lavorava il ragazzo si trovava all’interno dell’Albero Maestro, il più rigoglioso e bello del regno. Quindi il piccolo gnomo, seguendo un lungo sentiero, raggiunse la sua meta. Sulla corteccia dell’Albero notò una porticina, vi bussò e ad accoglierlo fu un bellissimo ragazzo. Roveril si presentò, gli spiegò tutta la storia e Luke, era questo il nome del fabbro, riconobbe subito la nostra principessa, che si era già recata un paio di volte presso la sua bottega; fin dall’inizio era stato amore a prima vista per entrambi, ma nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi. Luke, dopo aver ascoltato la storia del piccolo gnomo e senza esitare un momento, si avvicinò a Clarissa e la baciò. Clarissa finalmente aprì gli occhi, felice come non mai di trovarsi fra le braccia del suo amore.

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