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Inter, è lo scudetto di Ibrahimovic

La doppietta dello svedese al Parma regala al fotofinish il sedicesimo tricolore della sua storia al club nerazzurro. Diamo i voti ai protagonisti principali dell?annata dei Campioni d?Italia.

Ibrahimovic, l'uomo scudettoIbrahimovic 10: Il tricolore porta indelebilmente la sua firma. Come nelle migliori sceneggiature, l’eroe interista a Parma entra in campo a gara in corso e regala, con una doppietta da grande campione, lo scudetto ai nerazzurri. Ventidue reti tra campionato e coppe in una stagione in cui gli infortuni lo hanno spesso costretto a giocare a mezzo servizio, l’Inter in questo finale di campionato ha pagato la sua assenza dando l’impressione di essere Ibra-dipendente, anche per i nove assist che ha saputo regalare ai compagni durante l’anno. Adesso restano da fugare i dubbi sul suo futuro, secondo molti potrebbe essere stata l’ultima gara per Zlatan con il club di via Durini. Se sarà addio, l’ultimo ricordo dell’Ibra nerazzurro sarà stato da trionfatore. Decisivo

Julio Cesar 9: Ormai la distanza che lo separa da Buffon è minima. Il portierone nerazzurro è stato autore di una stagione da incorniciare, costellata da parate sensazionali e interventi al limite del miracoloso. Mancini deve ringraziare, oltre al già citato Ibra, anche il guardiano nerazzurro, che ha più volte salvato la baracca nei momenti difficili. Determinante
Zanetti 9: Il capitano è stato, anche in questa stagione, l’anima dei nerazzurri, trascinando la squadra con la sua determinazione al sedicesimo scudetto. Indimenticabile, forse decisiva ai fini del campionato, la sua rete nei minuti finali dello scontro diretto contro la Roma. Il suo proverbiale fair play è la migliore immagine per questa Inter scudettata. Inesauribile
Cambiasso 9: Se Zanetti è stato l’anima di questa Inter, lui è stato il motore, la mente e spesso anche il braccio della squadra. Il suo apporto, come sempre, è stato imprescindibile, è lui il fulcro, l’uomo capace di legare i reparti come forse nessuno altro sa fare. Ha portato in dote alla causa nerazzurra sei reti, tutte pesantissime. Senza di lui la squadra non è la stessa. Pilastro
Cruz 8: “El Jardinero” come al solito ha fatto il suo dovere. Titolare come non mai, l’attaccante argentino ha vissuto tuttavia una stagione dalle due facce: strepitosa la prima metà, appena sufficiente la seconda. Nei momenti importanti si è però fatto trovare pronto con reti di capitale importanza. Campione in campo ma soprattutto fuori. Professionista
Balotelli 8: La nota forse più bella di tutta la stagione. Moratti ha trovato in casa il potenziale campione del futuro: tecnica e velocità abbinata a un fisico notevole, dall’exploit in Coppa Italia contro la Juventus la sua è stata un escalation inarrestabile, fino a guadagnarsi i galloni di vice-Ibrahimovic. E’ lui il futuro di questa Inter, che ha tra le mani un fuoriclasse di soli 17 anni. Impressionante
Maicon 7,5: L’esterno nerazzurro si è confermato il miglior terzino destro in circolazione. Potenza, progressione e piedi educati da buon brasiliano, un mix impareggiabile che anche quest’anno ha fatto le fortune del club di via Durini. Chi non vorrebbe un difensore capace di confezionare in una stagione ben sette assist (tra cui quello per il secondo gol di Ibra a Parma)? Straripante
Vieira 7: Ha chiuso il campionato disputando solo sedici partite su trentotto per i soliti infortuni che lo tormentano ormai da anni, ma il suo apporto è stato fondamentale. Nel rush finale è stato uno dei leader di questa Inter, il peso degli acciacchi si fa sentire ma se in piena forma è ancora uno dei migliori centrocampisti del mondo. Imperioso
Mancini 8:Onore al tecnico che ha saputo guidare i nerazzurri al terzo scudetto consecutivo, anche se il primo è stato assegnato dai Tribunali e non dal campo. Considerando l’ultimo biennio la sua Inter è stata comunque una corazzata dal rendimento impressionante. Rimane il cruccio dell’ennesima eliminazione precoce dalla Champions League, competizione per lui e per l’Inter stregata. Anche lui, come Ibra, potrebbe (dovrebbe) andar via: il rapporto con Moratti e parte dello spogliatoio è ormai incrinato, le sirene inglesi potrebbero indurlo a cambiare aria. Sarà pure antipatico (come d’altronde lo era Capello), sarà pure un personaggio ingombrante ma ha dimostrato di essere un allenatore vincente. Scomodo

Simone Gambino

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