Racconto di fantascienza inventato: un mostro marino - StudentVille

Racconto di fantascienza inventato: un mostro marino

Tema svolto come racconto di fantascienza con protagonista un mostro marino, per la terza media.

Tema svolto come racconto di fantascienza

Alle scuole medie state affrontando il racconto di fantascienza e dovete inventarne uno, magari con protagonista un mostro marino? Allora siete nel posto giusto: in questo appunto troverete un esempio svolto da cui prendere spunto se non sapete da dove cominciare.

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Tema di fantascienza: introduzione

Era una domenica come tante altre ma quel giorno io e i miei genitori avevamo deciso di fare una gita fuori porta.
Io come sempre avrei preferito andare in montagna ma siccome le giornate si stavano facendo più lunghe e il clima più mite, alla fine abbiamo deciso di andare al mare. Certo non era ancora il tempo per fare il bagno ma ci saremmo comunque potuti divertire tanto.

Svolgimento racconto di fantascienza su un mostro marino

Siamo arrivati e, come ci si poteva aspettare, non c’era molta gente, solo noi e un’altra famiglia.
Siccome mio padre e mia madre sono persone molto socievoli che amano la compagnia hanno iniziato subito a chiacchierare finendo per fare immediatamente amicizia. Per il pomeriggio quella famiglia aveva in programma di andare a fare un’uscita in barca e, molto gentilmente, ci hanno invitato ad andare con loro.

Io ero entusiasta non ero mai salito su una barca grande come lo loro e non vedevo l’ora di prendere il largo. Avevamo le provviste necessarie a sfamare un esercito, eravamo molto ben equipaggiati per trascorrere in mare tutta la notte ed eravamo tutti pronti a vivere delle emozionanti avventure. Certo non ci aspettavamo di viverne una grande come quella che ci attendeva.

Il pomeriggio l’avevamo trascorso in maniera relativamente tranquilla: mia sorella la figlia dei signori e le mamme l’avevano passato tutto a prendere il sole e sorseggiare bibite fresche e noi uomini invece, a fare i tuffi e a pescare. Mio padre era riuscito a pescare tanto pesce da fare un’ottima cenetta per la sera ed era abbastanza soddisfatto del suo successo quando alla fine ne abboccò un altro.

Da qui comincia l’avventura più strana che potesse mai capitarci: appena mio padre gli toglie l’amo dalla bocca il pesce comincia a parlare. “Per fortuna mi avete pescato”, disse, e già questo è abbastanza strano da dire per un pesce. “Così potrò avere l’occasione di parlarvi e di chiedere il vostro aiuto. Il popolo del mare sta vivendo il periodo più nero che si ricordi, un mostro marino enorme e cattivissimo ci tiene sotto il suo scacco e ci costringe a fargli da servi. Dovete aiutarci a sconfiggerlo, solo voi uomini potete farlo”.

Allora mio padre cercò di spiegargli che noi non avevamo l’attrezzatura necessaria per scendere in fondo al mare e che non sapevamo come aiutarli. Allora io mi sono fatto avanti e gli ho detto che ero un abile nuotatore solo che io non sarei mai stato capace di uccidere un animale, mostro marino o no, quello era pur sempre un animale, perché va davvero contro i miei principi. Il pesce allora mi ha spiegato che se davvero ero così coraggioso da scendere in mare e affrontare il pesce, forse non ci sarebbe stato bisogno di ucciderlo ma con le mie parole avrei potuto riportare il mostro sulla retta via.

Mia madre era molto preoccupata all’idea di sapermi in mare da solo ma io ero deciso a compiere la mia missione, o almeno a provarci. Mi sono calato in mare con il pesce e subito ho visto desolazione e sconforto nei suoi abitanti. Non mi restava che trovare il mostro e non è stato difficile visto che era davvero enorme.

“Ciao” gli dissi, cercando di essere cordiale ma lui mi rispose con arroganza: “Che vuoi?” “Niente di che, solo che lasci in pace questo popolo”. “Ah si, e chi me lo ordina?” “Io che sono il re degli uomini e se tu non mi ascolterai io arriverò qui con il mio esercito di pescatori e ti sconfiggeremo”.

Racconto di fantascienza svolto: conclusione

A queste parole il mostro marino si fece molto timido, la sua più grande paura, infatti, erano gli ami.
“Va bene” mi rispose, “se la metti così, andrò a fare guerra ad un altro popolo”.
E fu così che io con solo un po’ di diplomazia avevo sconfitto da solo un enorme mostro marino ed ero tornato sulla barca a prendere i complimenti di tutti.

 

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