Padre insulta la preside per figlio bocciato: condannato - Studentville

Padre insulta la preside per figlio bocciato: condannato a risarcimento di 200 €

Un 43enne è stato condannato ad un risarcimento di 200 euro e a pubbliche scuse per avere insultato la preside a causa della bocciatura del figlio.
Padre insulta la preside per figlio bocciato: condannato a risarcimento di 200 €

Diciamoci la verità: a chi piace sentire la notizia della bocciatura del proprio figlio? La risposta è naturalmente prevedibile, ma non lo è la reazione di questo genitore dopo averla appresa. Già, perché informato sull’andamento del proprio figlio a scuola nell’ambito dei classici colloqui di fine anno con i professori, deduciamo che non l’abbia presa molto bene. Ha praticamente dato in escandescenza noncurante di chi lo stesse circondando e delle figure professionali lì presenti.

Padre insulta la preside per figlio bocciato: condannato a risarcimento di 200 €

Genitore insulta preside per bocciatura figlio

E’ successo a Treviso, dove un padre di famiglia di 43 anni, dopo avere appreso che il figlio sarebbe stato bocciato, ha iniziato ad insultare la preside della scuola media frequentata dal ragazzino. Il tutto è avvenuto non solo davanti agli altri genitori che erano lì per lo stesso motivo, ma anche in presenza dei docenti dell’istituto.

Ciò gli è costata una denuncia: è stato infatti portato di fronte al giudice di pace che non solo gli ha intimato di scusarsi pubblicamente, ma anche di risarcire la scuola corrispondendo una determinata somma. Somma pari a 200 euro. I fatti non sono recentissimi, sono avvenuti nel 2019, ma gli strascichi giudiziari degli stessi si sono trascinati fino ad ora. A giorni si attende l’emissione della sentenza definitiva, che è fissata per il 25 maggio. Giorno entro il quale si dovrà verificare l’effettivo completamento di quanto disposto dal giudice. Ovvero la pubblicazione delle scuse da parte dell’uomo e l’avvenuto versamento dei 200 euro a titolo di risarcimento.

Le pubbliche scuse del genitore

In quanto alle scuse, che il giudice ha disposto vengano affisse nella bacheca della scuola, queste dovrebbero recitare quanto segue.

“Chiedo scusa per il mio comportamento, dovuto alla circostanza delle difficoltà a seguire l’iter scolastico di mio figlio dislessico, ciò in ogni caso non giustifica il comportamento. E pertanto chiedo scusa alla preside della scuola”.

Il ragazzo, infatti, sarebbe stato dislessico, ovvero colpito da un disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo. Quindi con difficoltà evidenti nel suo percorso scolastico tali da avere bisogno di una supervisione anche da parte dei genitori. Questo avrebbe inasprito la reazione del genitore che, diciamolo pure, è stata ingiustificabile. La somma di 200 euro corrisposta a titolo di risarcimento verrà utilizzata dall’istituto scolastico per dare vita a delle attività didattiche utili a tutti.

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