Scuola inutile per il lavoro: lo sostiene la metà dei giovani - Studentville

Scuola inutile per il lavoro: lo sostiene la metà dei giovani

Secondo la metà dei giovani la formazione scolastica seguita non sarebbe utili ai fini della propria carriera lavorativa: i dati della ricerca Eures.
Scuola inutile per il lavoro: lo sostiene la metà dei giovani

Per quasi la metà degli studenti che hanno finito la scuola ed hanno fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro, la scuola frequentata sarebbe stata inutile se considerata nell’ottica della preparazione per la propria carriera lavorativa. Più che la formazione scolastica, decisivi sarebbero stati l’esperienza diretta sul campo e l’università. Questo è quanto è emerso dalla ricerca promossa da Eures-Consiglio nazionale dei giovani su “nuove professioni e nuove marginalità”. Dai dati venuti fuori si nota come il mercato del lavoro sia polarizzato da un lato, e come intorno allo stesso molto luoghi comuni vengano di fatto smentiti.

Scuola inutile per il lavoro: lo sostiene la metà dei giovani

Scuola inutile per il lavoro

Per il 50,7% dei giovani, infatti, la formazione scolastica o universitaria sono state “poco” o “per niente utili” per svolgere l’attuale lavoro. Ma questo solo in via generale, perché sono state maggiormente utili tra i lavoratori digitali e nelle professioni qualificate. Nel primo caso sarebbe stata decisiva nel 63% dei casi. Nel secondo la percentuale sale di poco, fino al 64,4%.

La formazione scolastica sarebbe meno incisiva rispetto all’esperienza diretta sul campo (53,3%), e alla formazione universitaria (37,6%). Ma tale percentuale cresce, sfiorando il 61,7%, tra i giovani lavoratori qualificati del terziario. Utile per il 23,8% sarebbe l’autoformazione, e per il 17,6% i corsi di formazione privati (tale percentuale sale al 34,7% tra i lavoratori digitali). Da annoverare nella lista emersa dalle risposte degli intervistati, sono stage e/o tirocini. Ma c’è una percentuale, seppur non maggioritaria, per la quale nessuno dei canali formativi seguiti è stato utile al fine della propria carriera (si tratta del 23,3 %).

Le aspirazioni lavorative dei giovani

Ma dove vogliono lavorare i giovani? Le aspirazioni lavorative alle quali ambiscono maggiormente sono la libera professione e il lavoro in proprio (42,8% delle risposte). A queste seguono il lavoro dipendente, purché svolto presso una grande impresa privata o la Pubblica Amministrazione. Solo il 6,2% si accontenterebbe di una piccola impresa. E’ poco più del 10% degli intervistati ad aspirare ad un’attività imprenditoriale o auto imprenditoriale.

Sempre secondo quanto emerso dalla ricerca, i laureati impiegherebbero circa 6,4 mesi per entrare nel mercato del lavoro, i diplomati, o chi sia in possesso di una scolarità inferiore, 11 mesi. Secondo Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio nazionale dei giovani

“Va riorganizzata l’offerta formativa, con il coinvolgimento sinergico di enti pubblici e privati, ma anche creando un sistema di servizi per l’impiego funzionali, per informare i giovani sui loro diritti e guidarli verso il riconoscimento delle competenze”.

I giovani sono infatti insoddisfatti delle tutele sul lavoro: si stima che 1 su 5 non sia contento di tale aspetto, e per questo bisogna intervenire.

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