Primo maggio, la poesia di Rodari "Il vecchio Muratore"

Primo maggio, la poesia di Rodari "Il vecchio Muratore"

Primo maggio, la poesia di Gianni Rodari "Il vecchio Muratore", il testo di un componimento che ha come tema il lavoro.
Primo maggio, la poesia di Rodari

Tra pochi giorni ricorre il Primo Maggio, meglio noto come la Festa dei lavoratori. La poesia di Gianni Rodari “Il vecchio muratore” è un componimento dedicato proprio al lavoro, quello duro di un muratore al quale, dopo avere costruito per tutta la vita case e palazzi, non rimane altro che una catapecchia. “Ho lavorato per tutti: perché nessuno ha lavorato per me?” dice il protagonista. E non è il solo a essersi ritrovato in questa condizione.

Leggi: Primo Maggio: perché si festeggia la Festa del Lavoro?

Storia del 1 maggio, Festa dei lavoratori

La Festa dei Lavoratori, celebrata il primo maggio, trae origine dallo sciopero generale di Chicago del 1886 per la giornata lavorativa di otto ore. Il tragico Massacro di Haymarket durante questo sciopero ha spinto la Seconda Internazionale a designare il Primo Maggio come giornata di lotta per i diritti dei lavoratori nel 1889. Questa data è ora simbolo della lotta sindacale e dei diritti lavorativi a livello mondiale.

“Il vecchio muratore”, poesia di Gianni Rodari

Ecco di seguito il testo della poesia di Gianni Rodari “Il vecchio Muratore” da leggere in occasione del Primo maggio. Pochi versi, ma densi di significato, sui quali riflettere.

Ho girato mezzo mondo
con la cazzuola e il filo di piombo,
ho fabbricato con le mie mani
cento palazzi di dieci piani:
tutti in fila li vedo qua
e mi fanno una grande città.
Ma per me e per la mia vecchia
non ho che questa catapecchia.
Sono di legno le pareti,
le finestre non hanno vetri
e dal tetto di paglia e di latta
piove in tutta la baracca.
Dalla città che ho costruito,
non so perché sono stato bandito.
Ho lavorato per tutti: perché
nessuno ha lavorato per me?

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