E’ ormai certo: il rettore dell’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, ha rassegnato le proprie dimissioni dalla sua carica, e per questo anche da presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), a seguito delle ultime vicende che lo hanno interessato. La decisione segue infatti uno scandalo scaturito dalle accuse dei sindacati riguardo a rimborsi irregolari a suo favore, ammontanti a oltre due milioni di euro tra il 2019 e il 2023. Ma non solo: ulteriori 122.300 euro sarebbero stati incassati in nove mesi dalla “Divaga Srl”, una società agricola di proprietà del rettore e di sua moglie, con sede a Viagrande, in provincia di Catania. Il rettore ha ufficializzato le proprie dimissioni tramite una lunga lettera, dopo averle annunciate nel corso di una riunione.
Scandali per rimborsi e pagamenti a ditta agricola da parte dell’Università
Ma come è giunto a questa sofferta decisione? Al centro della sua scelta c’è, come dicevamo, lo scandalo dal quale è stato travolto che è venuto fuori dall’analisi dei documenti relativi ai pagamenti effettuati dall’Università di Messina in questi anni. Analisi dalla quale sono emerse quelle che possono essere definite delle “stranezze”.
Ovvero, una serie di quattordici transazioni che coinvolgono la Divaga Srl, un’azienda agricola con solo due dipendenti sita in una zona rurale nei pressi di Viagrande, alle falde dell’Etna, ed il cui possesso è suddiviso tra Salvatore Cuzzocrea (all’80%) e sua moglie Valentina Malvagni (al 20%). Azienda che è inoltre amministrata da Eugenia Maria Salvo, madre di Salvatore e moglie di Diego Cuzzocrea, che a sua volta fu al comando dell’Università durante gli anni Novanta. Questa incongruenza si aggiunge ai rimborsi ammontanti a più di due milioni di euro erogati dal 2019 al 2023 per i quali aveva recentemente ricevuto pesanti accuse da parte dei sindacati.
La lettera di dimissioni indirizzata a studenti, docenti e personale amministrativo
E’ così che Cuzzocrea ha deciso di rinunciare alla propria carica, non prima di aver inviato una lettera ai revisori dei conti del senatore Paolo Todaro e, per conoscenza, anche ai ministeri dell’Università e dell’Economia, seguita da un esposto, trasmesso alla Procura, alla Corte dei Conti e all’Anac. Nella lettera che l’ex rettore ha inviato a studenti, docenti e personale amministrativo, ha scritto:
“Rivendico la mia scelta in questi anni di non aver mai fatto clamore mediatico per difendermi dai tanti e immotivati attacchi restando con fermezza nel solco dei rapporti istituzionali ed evitando di farmi trascinare, e trascinare l’Ateneo, nella ‘macchina del fango’ come auspicato sin dal principio da qualcuno”.
Ed ha aggiunto:
“Sereno e consapevole del mio operato, nel rispetto dell’Istituzione, ma soprattutto nel rispetto di ognuno di voi e al fine di garantirvi quel clima sereno e accogliente secondo me indispensabile, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni, che formalizzerò nei modi previsti dalle attuali norme che regolano il funzionamento delle nostre Università. Scelta che deriva unicamente dal profondo rispetto che nutro per le Istituzioni e per il sistema Universitario Italiano che ho l’onore di rappresentare per ciascuno di voi”.
Non ha risparmiato un pensiero nei confronti delle “tantissime persone che in questi anni non si sono risparmiate, che hanno lavorato giorno e notte, che hanno fermamente creduto che la nostra Università avesse notevoli margini di miglioramento”.
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