Non abbiate paura della metropolitana di Mosca - Studentville

Non abbiate paura della metropolitana di Mosca

Una lunga visita nella metropolitana di Mosca, opera architettonica di incredibile valore. Tutta da scoprire.

Recentemente tornata alla ribalta per un grave fatto di cronaca, è probabilmente il capolavoro urbano più impressionante della capitale russa. Un’opera d’arte funzionale che trasporta 9 milioni di passeggeri al giorno. Siamo scesi a visitarla per voi.

Mosca è una città da scoprire. Molti turisti la visitano rapidamente, per poi sentenziare soddisfatti che oltre alla piazza Rossa e al Cremlino, c’è poco o niente.

Una sintesi molto superficiale. Perché oltre alle tante cose che ci sono da vedere in superficie, c’è soprattutto da scendere sotto, di qualche decina e decina (!) di metri, per incontrare uno dei suoi tesori più grandi: la metropolitana.

In questi giorni è tornata sulle prima pagine dei giornali per un episodio di violenza, una sparatoria con tanto di video, ma per essere onesti noi che l’abbiamo visitata in autunno, non abbiamo incontrato alcun problema.

Magari non è consigliabile per chi soffre di claustrofobia, piazzarsi sulle affollate scale mobili che scendono di tanti metri sotto il livello della città, ma bisogna anche ammettere che costoro si perderanno stazioni spettacolari, veri e propri salotti sotterranei.

La metropolitana di Mosca comprende 298,2 km di binari, 12 linee e 182 stazioni. Trasporta circa 9 milioni di passeggeri al giorno. Seconda solo a quella di Tokyo.

Il giro che di norma si consiglia è quello che parte dalla Komsomolskaya, per proseguire in senso antiorario percorrendo tutta la Linea dell’Anello, e scendendo ad ogni stazione per visitarle con cura.

L’aspetto che più colpisce della portentosa opera architettonica che si snoda sotto la città più trafficata del mondo, è lo spirito comunista e sovietico che ancora si respira qui sotto, rispetto ai grandi scenari ormai turistici (e in effetti zaristi) come il Cremlino.

Magari vi colpiranno anche le contraddizioni estetiche, di questo straordinario progetto, che incarna tutta la grandezza del mito staliniano, dell’arte socialista, a metà tra opulenza simbolica e potenza a servizio del popolo.

Migliaia di persone lavorarono alla Metrostroy, giorno e notte, in condizioni spaventose. La prima linea venne aperta il 15 maggio 1935. Dalla stazione Sokol’niki alla stazione Park kultury con una diramazione per la Smolenskaja. Questa diramazione divenne la linea Arbatskaja, che nel 1937 giungeva fino alla stazione Kievskaja attraversando la Moscova su un ponte.

Nel 1938 la linea Arbatskaja fu prolungata, poi fu aperta la linea Gor’skogo-Zamoskvoreckaja. Quindi una terza espansione fu portata a termine durante la seconda guerra mondiale.

Infine dopo la guerra iniziò una quarta fase: la linea Kol’cevaja e la parte sotterranea della Arbatskaja, da Ploš?ad’ Revoljucii (piazza della Rivoluzione) a Kievskaja. La costruzione fu completata nel 1954.

Negli anni della guerra fredda furono aumentate le parti profonde della linea Arbatskaja. Le stazioni dovevano anche fungere da rifugi in caso di attacco atomico.

In realtà, l’espansione della gigantesca metropolitana, non è mai finita. Ancora oggi prosegue. Paradossalmente, da luogo di sicurezza del popolo e per il popolo, la metropolitana è diventato un obiettivo di attentati, come quello del 29 marzo 2010. Oltre ad essere appunto ritrovo per incontri non sempre tranquilli, ma questo accade in tutte le grandi città del mondo.

Il fascino però è indiscutibile. In nessun altro posto al mondo rimarrete tanto a vagare sottoterra per andare a caccia di stazioni uniche, ognuna con la propria storia e i propri dettagli.

C’è qualcosa di incredibilmente romantico, in questi vecchi treni che sfrecciano rumorosi fra annunci con voce maschile (per quelli diretti verso il centro cittadino) e con voce femminile (quelli che si allontanano verso le periferie).

Soffitti, luci, mosaici e busti, icone e simboli. Un tuffo in un passato drammatico che ha illuso generazioni, che resta incredibilmente immutato qui sotto, e per qualcuno diventa faticoso tornare in superficie.

Vedi anche Mosca con Chatwin: quattro passi tra la nostalgia del regime e la mania di grandezza.

by @RondoneR – Foto | © by Rondone®

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti