“I nerd salveranno il mondo”, Fulvio Gatti - Studentville
“I nerd salveranno il mondo”, Fulvio Gatti

“I nerd salveranno il mondo”, Fulvio Gatti

Dalla nicchia al mainstream, come la cultura nerd ha conquistato l'immaginario globale

I nerd hanno smesso da tempo di essere una minoranza rumorosa del panorama culturale eppure latita, nel nostro Paese, una saggistica specifica in grado di spiegare come una certa cultura pop sia diventata se non egemone, quantomeno mainstream. A dare il proprio contributo alla definizione di questa “cultura viva, contemporanea e in grado di raccontare chi siamo e dove viviamo” ci pensa Fulvio Gatti con il saggio I nerd salveranno il mondo in uscita in questi giorni per Las Vegas Edizioni. Prioritario è l’identikit del nerd ovverosia di chi è “esperto e promotore di quell’insieme di personaggi, serie e franchise, soprattutto di provenienza fumettistica, chiamati ‘cultura pop’”. Si sta parlando di chi riesce a muoversi con disinvoltura nei mondi di Harry Potter, dei supereroi Marvel e Dc Comics, nei territori oscuri de Il Trono di Spade e de Il Signore degli Anelli, nella galassia lontana lontana di Star Wars.

Se altrove questi universi sono da anni oggetto dei cultural studies e di riflessioni come quella seminale di Frederic Martel in Mainstream, in Italia questo tipo di cultura stenta a essere recepita come tale dagli intellettuali che restano impantanati in una logica critica che declassa il genere non comprendendone le potenzialità di fotografia del presente.

Com’è stato possibile il salto dalla nicchia al mainstream? Secondo Gatti, i fattori che hanno determinato l’esplosione del fantasy e degli altri generi amati dai nerd sono stati molteplici: le possibilità offerte dagli effetti speciali in CGI, un’intelligente politica di marketing, la gestione della produzione cinematografica da parte dei detentori dei diritti (emblematico il caso della Marvel), la diffusione dei contenuti e la loro promozione su Internet. Difficile dire quale di questi fattori sia stato preponderante. Ma sta di fatto che, nel giro di pochi anni, l’industria cinematografica statunitense è passata dagli episodici film dei supereroi degli anni Ottanta e Novanta a una vera e propria colonizzazione dell’immaginario globale.

La profondità dell’analisi e la sbalorditiva padronanza della materia da parte di Gatti vengono mitigate da uno stile ironico e anti-accademico e da inserti di fantasurrealismo in cui l’autore dialoga con un alieno interessato a comprendere la cultura pop. L’autore – per sfuggire alla vivisezione da parte dell’alieno – non si limita a mappare lo stato dell’arte, ma va alle radici della cultura pop, ai padri fondatori dell’epica moderna (Rice Burroughs, Robert Ervin Howard, J.R.R. Tolkien) e ai primi personaggi che ne sono divenuti gli archetipi (Tarzan per l’avventura, John Carter per la fantascienza, Conan e la Compagnia dell’Anello per il fantasy). Dopo aver preso in esame i generi ed essersi soffermato sulle costanti narrative degli universi fantastici, Gatti conclude riflettendo sull’impermeabilità della cultura mainstream nazionale ai generi oggetto delle passioni nerd. Probabilmente è solo una questione di tempo: lo straordinario successo dei fumetti di Zerocalcare e il consenso con il quale pubblico e critica hanno accolto Lo chiamavano Jeeg Robot sembrano suggerire una rivoluzione imminente anche in Italia.

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