È arrivato alla sua seconda stagione e continua a mietere successi. Ormai migliaia sono i fedelissimi che si sintonizzano sugli schermi di RaiDue il martedì sera, per non perdersi l’immancabile appuntamento. Di che stiamo parlando? Ma di Lost, naturalmente, la serie televisiva ideata da Damon Lindelof e da J.J. Abrams, già padre del famoso Alias.
Il telefilm, giunto già alla sua quarta stagione in Inghilterra e Stati Uniti, è un vero fermento di originalità. Scordatevi le solite serie ambientate in una scuola, o in un paesino, o ancora all’interno di un ospedale.
Lost non racconta niente di tutto ciò. La sua trama è, infatti, assolutamente innovativa: si narrano le vicende di un gruppo di passeggeri, naufragati in un’isola sperduta a seguito di un incidente occorso al loro aereo, che si arrangeranno in ogni modo per sopravvivere. Il gruppo dei protagonisti, conosciuto nella prima serie, è vario ed articolato: un dottore, Jack, mette a frutto le proprie abilità professionali e la capacità organizzativa per collocare l’accampamento; il tenebroso Jon Locke, anziano dallo sguardo impenetrabile, stupisce tutti per la sua capacità di orientarsi nella giungla, costruire capanne, foggiare attrezzi, esattamente come un selvaggio consumato. Kate è una ragazza coraggiosa, sempre in prima linea per aiutare gli altri, ma nasconde dietro il volto dolce e sereno un oscuro passato: dopo aver ucciso il padre, delinquente ed ubriacone, si trovava in aereo scortata dalla polizia, in attesa di essere processata negli Stati Uniti. Prova dei sentimenti, ricambiata, per Sawyer, un uomo sfiduciato, arrogante, in apparenza opportunista ma in realtà profondamente addolorato dalle sue vicende personali. Michael si ritrova invece a dover accudire il figlio Walt, che ha ricevuto in custodia dopo la morte della ex-moglie e che conosce a malapena; ma la permanenza sull’isola obbligherà i due ad accettarsi e a comprendersi, e l’amore paterno sarà tanto forte da spingere l’uomo a ricercare il figlio anche a costo della morte, quando il piccolo verrà rapito in circostanze poco chiare. Charlie è un cantante dotato ma cocainomane, che riuscirà – per necessità ma anche per scelta – ad abbandonare la droga e a scoprire l’amore. In chi? Ma nella biondissima Claire, che partorisce sull’isola il piccolo Aaron e con cui Charlie prova per la prima volta il desiderio di formare una famiglia. Shannon e Boome, fratellastri inizialmente nemici, sapranno ben presto andare d’accordo per sopravvivere, e trasformeranno l’opportunismo in vero affetto; entrambi, però, lasceranno precocemente il gruppo dei naufraghi, morendo assassinati. Il grassissimo Hurley è la mascotte del gruppo: gioviale, allegro e sempre pronto alla battuta, nasconde dietro di sé un segreto, quello di aver vinto – poco prima dell’incidente aereo – una ingente somma di denaro alla lotteria.
I personaggi entrano in contatto, in questa seconda stagione, con un secondo gruppo di passeggeri dell’aereo, caduti dal veicolo in un’altra parte dell’isola. L’incontro non avviene senza dissidi e difficoltà. Questo secondo gruppo di profughi ha infatti subito, nel corso dei mesi di sopravvivenza sull’isola, numerose perdite e sparizioni, operate dai non meglio identificati “altri”, che vivono acquattati nella giungla. Uno di loro si è addirittura infiltrato tra di loro, al fine di agevolare il rapimento dei bambini e degli uomini più forti. Ma chi sono questi altri? Difficile capirlo. Da un lato paiono selvaggi che vivono da tempo sull’isola, e che non accettano che il suo controllo venga carpito da un gruppo di giovani naufraghi. Dall’altro, però, sono personaggi enigmatici che sembrano conoscere molte informazioni sui nostri eroi: il nome, le caratteristiche caratteriali, persino ciò che è successo loro nella vita prima di approdare in quel puntino dell’oceano.
Nelle loro peregrinazioni, inoltre, Jack, Locke e soci si imbattono in un luogo surreale: una sorta di bunker sotterraneo, dotato di tutti i comfort e beni alimentari, che è stato costruito dai russi più di 20 anni prima e che accoglie, all’interno della sala, un potente computer. Con una combinazione che dev’essere digitata ogni 180 secondi. Il motivo? Sarà svelato nelle prossime puntate.
Lost è un telefilm interessante e complicato. I suoi personaggi non si imbattono soltanto con le difficoltà di vivere in un luogo sperduto, senza nessuna delle comodità cui la civiltà ci ha abituato. Questi uomini devono anche imparare a vivere assieme, ad accettarsi, ad aiutarsi e a organizzarsi efficacemente. Ognuno di loro si scontra con i fantasmi del suo passato, con i sensi di colpa o i rimorsi della sua vita prima del naufragio; e sarà proprio l’isola, in apparenza così ostile, a permettere a questi individui di risolvere i loro problemi personali.
La serie è stata interamente girata alla Hawaii. Candidata agli Emmy Awards come miglior serie drammatica, ha raggiunto i 19 milioni di telespettatori negli Stati Uniti e si è aggiudicata numerosi premi: “The Family Television Awards: Best New Series” e “American Film Institute – Top 10 TV Programs of the Year” (nel 2004), e “The Visual Effect Awards: Outstanding Supporting Visual Effects in a Broadcast Program” e “The international Press Academy and THE SATELLITE awards: Best Actor in a Series, Drama: Matthew Fox” (nel 2005).
di Bruna Martini