Ucraina, indossa abito da ballo tra le macerie della scuola - Studentville

Ucraina, indossa abito da ballo tra le macerie della scuola

Una delle foto simbolo di questa guerra: una ragazza ucraina indossa l'abito per il ballo di fine anno tra le macerie della scuola distrutta.
Ucraina, indossa abito da ballo tra le macerie della scuola

La foto è già virale: una ragazza vestita con un abito da sera rosso tra le macerie.

Si chiama Valerie la sedicenne ucraina di Kharkiv che avrebbe dovuto indossare il suo lungo abito rosso fiammante per il ballo scolastico di fine anno. Ma non è stato possibile, per via dei bombardamenti che hanno raso al suolo la scuola, riducendola a un cumulo di macerie e di polvere.

Dell’edificio rimane solo lo scheletro, eppure Valerie a quanto pare non si è persa d’animo. La ragazza ha deciso di indossare lo stesso il suo abito da sera e di recarsi sul posto, proprio lì dove si sarebbe dovuto tenere l’evento. Il risultato è questo scatto dalla grande forza simbolica ed evocativa, in cui l’eleganza principesca della sedicenne si contrappone allo sfondo triste e desolante dei calcinacci, come una ferita ancora aperta.

ragazza ucraina indossa abito da sera tra le macerie

È Anna Episheva, la zia della ragazza, a raccontarci la storia dello scatto da lei condiviso su Facebook: “Avevano programmato la festa per il diploma, avevano comprato i vestiti e non vedevano l’ora che arrivasse il grande giorno… Poi sono arrivati i russi. La scuola di Valerie è stata direttamente colpita e distrutta il 27 febbraio 2022. Oggi lei è tornata a quello che resta della sua scuola e ai suoi piani per il diploma. Grazie, mia cara Valerie, per essere forte e coraggiosa, così orgogliosa di te e ti voglio tanto bene.”

Ma quello di Valerie non è un caso isolato. Altre manifestazioni affini hanno avuto luogo tra le macerie della stessa scuola di Kharkiv. Su Twitter circola un video in cui un gruppo di ragazzi danza al ritmo di un valzer pop, simulando la festa a cui avrebbero dovuto partecipare prima che i bombardamenti piombassero sulle loro case, sulle loro vite. I genitori riprendono la scena con i telefoni per supportare i propri figli. Sono tutti gesti piccoli ma importanti, che gridano il bisogno di ritornare a qualcosa che assomigli il più possibile alla normalità, pur non dimenticando l’orrore della guerra.

 

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