Studiare all'università in Italia: un salasso che ormai possono permettersi in pochi - Studentville

Studiare all'università in Italia: un salasso che ormai possono permettersi in pochi

Studiare all'università in Italia: un salasso che ormai possono permettersi in pochi

Secondo UDU e Federconsumatori, studiare è diventato un lusso riservato a pochi. Soprattutto se alle tasse vanno aggiunti vitto e alloggio dei fuorisede.

Mantenere un figlio all’università è diventato veramente costoso, ormai quasi un lusso che veramente poche famiglie possono permettersi. Secondo un’indagine condotta da UDU e Federconsumatori, negli ultimi anni le spese hanno raggiunto cifre paragonabili a un vero e proprio salasso, soprattutto per chi decide di studiare in un’altra città. Naturalmente molto cambia in base al reddito, al tenore di vita delle famiglie e al percorso di studi scelto, ma di base i costi sono lievitati per tutti.

I costi medi che affrontano le famiglie di chi studia all’università

  • Studenti in Sede: in media, uno studente che frequenta le lezioni nella città di origine spende circa 9.379 euro all’anno.
  • Studenti Pendolari: gli studenti che devono spostarsi tutti i giorni per raggiungere la sede universitaria spendono in media 10.293 euro all’anno.
  • Studenti Fuori Sede: gli studenti che devono trasferirsi in una città diversa da quella di residenza per frequentare i corsi universitari possono arrivare a spendere anche 17.498 euro all’anno.

Per arrivare a queste cifre, le principali voci di spesa analizzate sono state:

  1. Tasse Universitarie: le tasse universitarie variano in base alla sede di studio e alla situazione economica della famiglia; gli importi possono oscillare da poche centinaia a diverse migliaia di euro all’anno. Per frequentare atenei privati, per esempio l’università Bocconi, la Luiss o lo Iulm, la retta può oscillare tra i 10 e i 16.000 euro l’anno. Per i master post-laurea vanno poi aggiunti almeno altri 20.000 euro, che possono arrivare a 35.000 per i corsi più ricercati.
  2. Alloggio: le spese per l’alloggio rappresentano uno dei costi più significativi, specialmente per gli studenti fuori sede; molto dipende dalla città in cui ci si trasferisce: facendo una media, si arriva a 435 euro al mese.
  3. Pasti: le spese alimentari sono consistenti, soprattutto dopo i pesanti rincari dell’ultimo periodo, e variano in base alla città e allo stile di vita dello studente; anche qui, facendo una media, si arriva a 412 euro al mese.
  4. Trasporti: i costi dei trasporti includono gli spostamenti urbani ed extraurbani per i pendolari e i viaggi periodici per gli studenti fuori sede. In Italia, ci sono alcune regioni, come l’Emilia-Romagna, l’Umbria, il Lazio, la Campania e la Provincia di Trento, dove l’abbonamento annuale include anche il trasporto pubblico urbano; in altre, come Piemonte, Lombardia e Sicilia, si può arrivare a spendere anche 1.000 euro all’anno solo di trasferimenti.
  5. Materiale Didattico e Digitale: gli studenti devono acquistare libri di testo, materiali di studio e, sempre più spesso, dispositivi digitali necessari per seguire i corsi. In questo caso le stime parlano di circa 1.930 euro per Medicina e 289 euro per Matematica.
  6. Cultura e Attività Ricreative: anche le spese per attività culturali, sportive e ricreative possono essere significative, ma dipendono in gran parte dagli interessi dello studente.
  7. Salute: le spese per la salute includono le assicurazioni mediche e le visite mediche necessarie.

Le sfide e le disparità emerse dall’indagine

Gli alti costi dell’istruzione universitaria creano disparità socio-economiche, rendendo gli studi universitari un’opportunità sempre più riservata alle classi medio-alte. I costi proibitivi contribuiscono all’aumento dell’abbandono degli studi universitari perché molte famiglie non sono di fatto in grado di sostenere economicamente il percorso di studio dei figli e le borse di studio disponibili non sono sufficienti. In molti casi, infatti, anche chi ha la fortuna di poter contare sull’aiuto di una borsa di studio è costretto ad abbandonare gli studi in quando le cifre fornite dallo Stato non sono in grado di coprire adeguatamente tutte le spese.

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