A Pisa gli studenti hanno occupato l'università

A Pisa gli studenti hanno occupato l'università

Occupato il Polo Carmignani: si sentono inascoltati e danno inizio alla protesta, a seguito dell’assemblea indetta da “Sinistra Per...”
A Pisa gli studenti hanno occupato l'università

A Pisa è iniziata la protesta: tutto ha preso il via in seguito dell’assemblea di ateneo convocata da “Sinistra Per…” Si tratta a tutti gli effetti di un movimento studentesco indipendente di Pisa, che ha poi deciso di occupare il Polo universitario Carmignani «a tempo indeterminato». Le proteste sono ancora in corso, in questo articolo ti spieghiamo cosa sta succedendo e perché gli studenti hanno deciso di prendere in mano la situazione, occupando il Polo.

Cosa sta succedendo a Pisa?

Cosa sta succedendo a Pisa?

Le proteste, lo abbiamo detto, non accennano a spegnersi; i motivi che si trovano dietro l’occupazione sono stati riassunti in una lettera aperta indirizzata all’Università di Pisa e in particolare al rettore Paolo Maria Mancarella, al sindaco Michele Conti, al governatore Eugenio Giani e al ministro Maria Cristina Messa. La decisione di occupare è stata presa perché le richieste avanzate negli ultimi mesi dagli studenti non sono state accolte e i giovani si sono inascoltati.

All’interno della lettera, viene specificato: «la recente decisione della Regione Toscana di non erogare più i contributi per il diritto allo studio, per recuperare le risorse tramite fondi Pnrr, è inaccettabile e pericolosa. La Regione sceglie di fare un gioco d’azzardo, un salto nel vuoto. Alla meglio, viene detto nella relazione prodotta dall’Azienda regionale di Diritto allo Studio, i servizi erogati rimarranno gli stessi di adesso, alla peggio assisteremo all’ennesimo taglio sul diritto allo studio». «Anziché utilizzare i fondi del Pnrr per potenziare il Diritto allo Studio, definanziato da più di 10 anni, investendoli in interventi straordinari come la manutenzione e ristrutturazione delle residenze, che cadono a pezzi, o l’ampliamento del servizio mensa, insufficiente anche in periodi di minor affluenza, si decide di affrontare la ripartenza con un gioco sulla pelle della componente studentesca più fragile e più colpita dalla pandemia, quella borsista. Qualora la Regione fallisse nei suoi intenti i risultati sarebbero disastrosi: entro il 2024 si stima un taglio di circa un quarto delle borse di studio, di 650 posti alloggio, oltre alla riduzione dei servizi e ristrutturazione della loro erogazione. Questo significa determinare una forte esternalizzazione dei servizi».

Gli studenti hanno proseguito scrivendo: «L’Università italiana è sempre più cara. Le tasse sono aumentate del 60% tra il 2005 e il 2015 e il numero di iscritti è diminuito di circa il 4,8% se confrontiamo le persone immatricolate del 2019 con quelle del 2008».

Al momento la situazione è ancora stabile, ma attendiamo nuovi aggiornamenti dalla Toscana per farti sapere di più. Il problema del diritto allo studio, oggi come ieri, è vivo più che mai.

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