Rinvio Legge Zan: chi si oppone? - StudentVille

Rinvio Legge Zan: chi si oppone?

Rinvio Legge Zan: chi si oppone?

Legge Zan: il rinvio

Sicuramente avrete sentito parlare della legge Zan, argomento molto discusso anche sui social. Si tratta di un provvedimento che amplia l’ambito di applicazione dei delitti contro l’eguaglianza previsti dal Codice penale agli articoli 604 bis e 604 ter, aggiungendo al novero delle fattispecie condannate i comportamenti discriminatori rivolti a disabili, omosessuali, transessuali e qualunque atto persecutorio motivato dall’orientamento sessuale. Una proposta di legge che non solo tutela i diritti della comunità LGBT ma punisce anche il sessismo e la misoginia. Difatti le donne sono i soggetti più colpiti da violenza, emarginazione, demansionamento e discriminazione sul lavoro. E’ di qualche ora fa le voci che confermerebbero un rinvio della candelarizzazione; approfondiamo meglio.

Leggi anche: Omofobia: significato e definizione 

Legge Zan: la Lega ottiene il rinvio in Senato

La legge contro l’omotransfobia è tenuta in ostaggio (di nuovo) dal centrodestra. Il ddl Zan, approvato dalla Camera a novembre scorso, aspetta da settimane di iniziare il suo percorso al Senato. Ma il cambio di maggioranza e l’arrivo del governo Draghi rischia di bloccare un provvedimento atteso da anni e che, per la prima volta, potrebbe avere i numeri per essere approvato in Parlamento. A bloccare il testo, impedendone addirittura la discussione, è il presidente della commissione Giustizia Andrea Ostellari: il leghista sta rimandando la calendarizzazione in quanto non la ritiene una priorità per l’esecutivo.

Legge Zan: cosa prevede

Il testo riunisce diversi precedenti progetti contro l’omofobia (in particolare i ddl Boldrini, Scalfarotto e Bartolozzi) e prevede una circostanza specifica per le discriminazioni rivolte contro persone omosessuali e trans, rafforzando quanto già stabilito nella legge Mancino n. 25/1993: al divieto di discriminazione per motivi “razziali, etnici o religiosi” si aggiungono quelli fondati “sul genere e sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.

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