Popolazione semita del gruppo degli Amorriti, giunta in Mesopotamia settentrionale intorno al 14° secolo a.c. presero questo nome dalla loro importante città-Stato ASSUR (fondata nel 2000 a.c.); famosi come spietati guerrieri si imposero, battaglia dopo battaglia su tutta la Babilonia, sconfiggendo Sumeri, Caldei, Aramei, da cui adottarono le civiltà e ufficializzarono la lingua aramaica, lingua diplomatica dell’impero assiro (1115-606 a.c.), che nella sua massima estensione comprese le coste del Mar Nero, la Siria, la Mesopotamia, la Media, la Fenicia, la Palestina e l'Egitto.
L'ultima capitale, Ninive cadde nel 612 a.c. con il resto dell'Impero (ASSUR, KALKHU, KHARRANU, NIMRUD, KHORSABAD) intorno al 606 a.c. per mano della coalizione Caldei (BABILONESI) – MEDI, che distrussero i principali centri di potere Assiri.
La storia degli ASSIRI si divide in tre periodi:
ANTICO ASSIRO o PALEO ASSIRO (2000-1115 a.c.) – L'insediamento principale fu ASSUR, la vecchia Capitale.
MEDIO ASSIRO (1115-721 a.c.) – Nascita dell'IMPERO ASSIRO, l'espansione e la decadenza.
NEO ASSIRO (721-606 a.c.) – Periodo di rinascita legato alla dinastia SARGONIDE, con la nuova capitale NINIVE.
Nel periodo ANTICO ASSIRO, i MITANNI (tribù HURRITE, filoegiziane) frenarono per cinque secoli l'espansione ASSIRA, e una volta sottomessi dal Re ASSURUBALLIT I, gli ASSIRI si spinsero a sud verso BABILONIA, con i vittoriosi Re ADAD-NINARI 1° (1307-1275 a.c.) e TIGLAT-PILESER 1° (1115-1074 a.c.), definito come il primo IMPERATORE ASSIRO che conquistò tutta la MESOPOTAMIA e la SIRIA fino le coste del MAR NERO. Alla sua morte, il Regno cominciò una lenta decadenza fino al periodo NEO ASSIRO, interrotta per poco da Re ASSURNASIRPAL II (884-858 a.c. conquista e consolidamento) e da Re TIGLATPILESER III (744-727 a.c.) che riconquistò parte dei territori perduti, comprendendo tutta la SIRIA e la PALESTINA.
Nel periodo NEO ASSIRO, Re SARGON II (721-705 a.c.) inaugura una nuova fortunata dinastia detta SARGONIDE, il cui figlio SENNACHERIB (680-669 a.c.) si dedicò a spegnere le continue rivolte in PALESTINA e nell'ELAM, spostando a NINIVE la Capitale dell'Impero.
Il Re ASARHADDON (680-669 a.c.) si spinse in EGITTO, ma fu il successore ASSURBANIPAL (668-627 a.c.) a completare l'opera, inoltre egli sconfisse anche il rivale fratello di BABILONIA, concludendo l'ascesa del Regno, che alla sua morte, ricominciò a decadere fino allo scontro definitivo con la coalizione CALDEI (BABILONESI) – MEDI.
Le loro grandi città monumentali, riprendevano l'architettura BABILONESE, e notevoli sono i loro i giganteschi rilievi decorativi con le scene di caccia al leone e di guerra.
Un popolo guerriero
Gli Assiri vivevano lungo le rive del Tigri in una regione montagnosa dell’alta Mesopotamia.
Era un luogo poco fertile e privo di materie prime; il popolo assiro, non potendo contare sulle risorse offerte dal proprio territorio e dovendosi difendere dai nemici, sviluppò un grande esercito.
Questo era formato dalla totalità degli uomini adatti alle armi ed era efficacemente organizzato.
L’esercito assiro comprendeva grandi masse di cavalleria; i guerrieri montavano direttamente a cavallo e usavano come armi le frecce e le lance.
La fanteria usava gli archi e si serviva, per l’assedio delle città, di grandi macchine da guerra, come torri di legno e arieti con punte di ferro.
Anche i carri da combattimento erano utili; trasportavano abilissimi arcieri che provocavano sul nemico perdite spaventose e si spostavano con grande velocità. Con le loro invasioni, gli Assiri terrorizzavano le popolazioni vinte perché dopo averle battute, distruggevano le città e massacravano gli abitanti con grande crudeltà.
Per esempio un re assiro, nei confronti di una città ribelle, trattò gli abitanti in una maniera disumana: ad alcuni cavò gli occhi, oppure tagliò loro le orecchie o la testa , alcuni furono seppelliti vivi. L’antica capitale era Assur, ma quando il potere passò ad Assurbanipal la capitale divenne Ninive. Per tutto questo gli Assiri verranno sempre ricordati per la loro ferocia nei confronti delle altre popolazioni.
Lo stendardo di Ur
Lo stendardo di Ur è un oggetto trovato ad Ur, una antica città della Mesopotamia, in una tomba reale del III millennio a. C.; è di forma piramidale ed è costituito da pannelli di legno spalmati con uno strato di bitume in cui sono incastonate pietre dure, come lapislazzuli, e conchiglie.
Prima gli studiosi pensavano che fosse una bandiera da usare dopo le vittorie e durante le cerimonie religiose per celebrare il re; oggi hanno pensato che potrebbe essere una parte di uno strumento musicale.
Ci sono due facce: una chiamata " della guerra" e una chiamata " della pace".
Nella faccia della guerra vediamo tre fasce. In quella più bassa si vede l’assalto dei carri Sumeri che portano un auriga e un guerriero armato di giavellotti.
Sotto le ruote ci sono i cadaveri dei nemici sconfitti. I carri a quel tempo erano utili perché i guerrieri Sumeri conoscevano e usavano la ruota, così potevano scappare più velocemente quando avevano finito la scorta dei giavellotti.
La striscia centrale rappresenta la fanteria: ci sono i fanti con la testa protetta dall’elmo e con un’arma chiamata picca: è come una lancia corta che termina con una punta di ferro.
A destra vedo dei prigionieri legati alle mani e tutti nudi.
Nella parte superiore i prigionieri legati sono portati alla presenza del re.
E’ il personaggio più alto di tutti: è in piedi e tiene in mano una lancia e un bastone ricurvo nella parte alta.
A sinistra vediamo tre cortigiani vestiti con una bella tunica corta sotto al ginocchio con la parte bassa a frange.
Davanti al carro del re vedo un bambino vestito come i cortigiani.
Nella faccia "della pace" troviamo tre strisce come nell’altra. In quella più bassa vediamo dei personaggi che trasportano dei pesi e sono vestiti in modo povero: forse sono schiavi.
Ci sono anche degli animali chiamati onagri che trasportano materiale molto pesante. Tutti i personaggi raffigurati sono voltati verso destra.
Nella seconda striscia sono rappresentati dei commercianti; uno porta in dono dei pesci e altri accompagnano bovini e capre.
Anche in questa striscia i volti sono rivolti verso destra ed ad un personaggio manca la testa.
Nella faccia superiore vediamo il re e la sua corte. Il sovrano viene rappresentato con una figura più grande delle altre.
Ci sono cinque personaggi in piedi: uno suona l’arpa, due sono rivolti verso il re, mentre uno è rivolto verso i cortigiani e l’ultimo dà le spalle al re.
I cortigiani sono seduti e rivolti verso il re, hanno una stoffa sulle gambe e in mano, rivolto al re, hanno un calice, sembra che brindino al sovrano.
Il sovrano si presenta seduto con una pelle di montone sulle gambe.
Anche le pareti laterali dello stendardo presentano decori raffiguranti degli animali.
- Storia
- Storia Antica