Come diventare insegnante: requisiti e concorso - StudentVille

Come diventare insegnante

Per diventare insegnante bisogna intraprendere un cammino lungo e difficile: ecco una guida che spiega tutti i passaggi da dover compiere!

COME DIVENTARE INSEGNANTE

Attualmente, il percorso da intraprendere per diventare insegnante è complicato e ricco di ostacoli, e spesso lascia nella completa confusione migliaia di ragazzi. Per prima cosa, vengono richiesti requisiti differenti in base alle materie che si intendono insegnare e in base al grado di scuola scelto (scuola elementare, scuola media o scuola superiore), e diverse, di conseguenza, sono le strade da dover seguire. Cerchiamo allora di capire qual è la strada da percorrere per poter diventare insegnante attraverso questa semplice guida.

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COME DIVENTARE INSEGNANTE DI SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA

Per poter insegnare nella scuola dell’infanzia o nella scuola primaria, è necessario:

  • conseguire la laurea in Scienze della formazione primaria, titolo già abilitante secondo l’articolo 6, L. 169/2008
  • essere in possesso del diploma magistrale o del diploma di liceo socio-psico-pedagogico, conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002 + 24 CFU in materie socio-psico-pedagogiche

Entrambi i titoli sono abilitanti, e permettono di partecipare ai concorsi ordinari per l’insegnamento nella scuola primaria banditi dal Miur, oppure permettono di iscriversi alle graduatorie provinciali per le supplenze.

COME DIVENTARE INSEGNANTE DI SCUOLA SECONDARIA DI I E II GRADO

Il percorso per poter diventare insegnante di scuola secondaria di I e II grado è invece più lungo e complicato, e prevede una serie di passaggi da compiere.

Come diventare insegnante: Percorso scolastico e universitario

Per prima cosa, bisogna ottenere i seguenti requisiti:

  • Laurea quadriennale o quinquennale di Vecchio Ordinamento con specifico piano di studi previsto dal Decreto Ministeriale n. 39 del 30 gennaio 1998 (per tutti gli insegnamenti)
  • Laurea Specialistica o Magistrale di Nuovo Ordinamento con specifico piano di studi previsto dal Decreto Ministeriale n. 22 del 9 febbraio 2005 (per tutti gli insegnamenti)
  • Diploma accademico di II livello, Diploma di Conservatorio, di Accademia di Danza, di Accademia di Belle Arti Vecchio Ordinamento (Decreto Ministeriale n. 39 del 30 gennaio 1998)
  • Diploma ISEF (per l’insegnamento dell’Educazione Fisica – Decreto Ministeriale n. 39 del 30 gennaio 1998)
  • Diploma di scuola superiore (per gli insegnamenti tecnico pratici – Decreto Ministeriale n. 39 del 30 gennaio 1998)

La laurea specialistica o magistrale conseguita permette di accedere ad una o più classi di concorso, ovvero sigle alfanumeriche con cui viene indicato l’insieme di materie che un docente può insegnare. Per sapere a quale classe di concorso possiamo accedere con la nostra laurea, basta controllare la tabella dei titoli d’accesso consultabile sul sito del MIUR. La tabella ha subito alcune modifiche e le classi di concorso hanno sigle differenti e sono aumentate: per sapere quindi se hai tutti i crediti per poter insegnare una materia specifica controlla bene se hai i requisiti giusti controllando la nuova tabella. Per accedere ad alcune classi di concorso infatti, non basta possedere il titolo di laurea, ma serve un numero minimo di CFU in determinati settori scientifico disciplinari. Facciamo un esempio: supponiamo di essere laureati in “Filologia e Tradizione Classica”, titolo appartenente alla classe delle lauree specialistiche 15/S (o L/S: 15). Secondo la tabella redatta dal Miur, la nostra laurea permette di accedere alle seguenti classi di concorso:

  • A22 – Italiano, storia ed educazione civica, geografia nella scuola media
  • A12 – Materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di II grado
  • A11 – Materie letterarie e latino nei licei e nell’istituto magistrale
  • A13 –  Materie letterarie, latino e greco nel liceo classico

Tuttavia, ognuna di queste classi prevede un numero minimo di crediti in determinati settori disciplinari. Per esempio, per la classe di concorso A013 bisogna avere almeno 108 crediti nei settori scientifico disciplinari L-FIL-LET, M-GGR, L-ANT, M-STO, di cui:

  • 24 L-FIL-LET/02
  • 24 L-FIL-LET/04
  • 12 L-FIL-LET/10
  • 12 L-FIL-LET/12
  • 12 M-GGR/01
  • 12 L-ANT/02
  • 12 L-ANT/03

Se ci accorgiamo di non raggiungere il numero di crediti in uno o più settori scientifico disciplinari, possiamo seguire, dopo la laurea, corsi singoli universitari che ci permetteranno di acquisire i CFU mancanti.

Ottenuti i requisiti necessari, si può far domanda per le supplenze e attendere il concorso che verrà bandito nel 2019. Inoltre, da quest’anno, chi non ha almeno 3 anni di servizio nella scuola, dovrà avere come requisito 24 CFU nelle discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche. 

Come diventare insegnante: Graduatorie di Circolo e d’Istituto

Con i soli titoli di studio si può far domanda per essere inclusi nella Terza Fascia delle Graduatorie di Circolo e d’Istituto, il cui bando viene emanato dal Miur ogni 3 anni. La domanda va fatta per una sola provincia, nella quale bisogna scegliere 20 scuole. Tra queste 20 scuole bisogna sceglierne una a cui inviare la domanda: questa verificherà i requisiti, provvederà all’inserimento in graduatoria d’istituto, inoltrerà la domanda alle altre 19 scuole, ognuna delle quali stilerà una propria graduatoria per ogni classe di concorso.

Come diventare insegnante: 24 cfu e il concorso

Precedentemente, l’unica strada per abilitarsi era il TFA (tirocinio formativo attivo), un corso della durata di un anno con un esame finale. Adesso invece l’unica strada per poter insegnare è superare un concorso. Il concorso docenti per abilitati si è già svolto lo scorso anno, mentre nel 2019 verrà bandito un concorso per i precari con almeno 3 anni di servizio e un concorso per i laureati in possesso dei 24 cfu.

Come diventare insegnante: L’immissione in ruolo

Superato il concorso, gli aspiranti docenti (stando alle ultime news) non faranno più il FIT (3 anni di prova con un esame finale) come previsto, ma un anno di prova. Entrato di ruolo poi, il docente dovrà rimanere altri 4 anni nella scuola in cui ha svolto l’anno di prova.

Diventare insegnante, intervista a una prof

Per comprendere al meglio come riuscire a diventare insegnanti e quali sono gli ostacoli più difficili da superare, abbiamo intervistato Ornella Ieropoli, docente di latino e materie letterarie presso il Liceo Scientifico Statale A. Guarasci di Soverato.

Professoressa Ieropoli, quali sono stati gli ostacoli maggiori incontrati durante tutto il suo percorso per diventare insegnante?

Gli ostacoli sono stati tanti. Prima di tutto l’abilitazione all’insegnamento (il famoso concorso a cattedra), che non dava accesso immediatamente all’immissione in ruolo, ma inseriva in graduatorie che non scorrevano mai (la situazione della scuola è precaria da tempo); quindi le supplenze, spesso brevi, che se da una parte facevano entrare nel circuito dall’altra erano una ben misera consolazione: non c’era il tempo di ambientarsi o, peggio ancora, di fare una programmazione del lavoro. Insomma anni di sacrifici.

Molti docenti, abilitati e non, nell’attesa di un contratto a tempo indeterminato in una scuola pubblica, tentano la via delle scuole paritarie o private. Secondo lei, questa opzione potrebbe essere dannosa e provocare ritardi nell’immissione in ruolo in una scuola pubblica? Se sì, perché?

Ritengo che insegnare nelle scuole paritarie o private sia un’esperienza comunque positiva per chi non ha la possibilità di potersi inserire nella scuola pubblica. Personalmente ho insegnato per molto tempo in un Liceo classico paritario e devo dire che è stato una palestra non solo per l’insegnamento ma di vita: un’esperienza straordinaria che ripeterei. Bisogna trovare anche la scuola giusta, quella che dà la possibilità di una buona formazione sia scolastica che umana; perciò ben vengano queste esperienze, ma l’obiettivo deve essere sempre quel contratto a tempo indeterminato che tutti abbiamo inseguito.

La strada per poter ottenere un contratto a tempo indeterminato in una scuola è sicuramente lunga e tortuosa. Quale consiglio vuole dare a tutti gli aspiranti insegnanti?

Di non arrendersi mai, le passioni vanno coltivate e quando un lavoro è fatto con passione dà i suoi frutti;  perciò un “in bocca al lupo” a tutti gli aspiranti insegnanti.

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