Fidia, Lisippo e Policleto - Studentville

Fidia, Lisippo e Policleto

Appunto di storia dell'arte su Fidia, Lisippo e Policleto.

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Fidia e il Partenone Policleto arriva fino al margine della teoria, dove l’opera d’arte vale anche come verità concettuale, manifestazione visibile del bello. Il suo contemporaneo Fidia vede la realtà come un divenire più che un essere, e poiché il divenire dell’umanità è la storia, riconduce nel grande flusso della storia l’arte che Policleto tendeva ad astrarre nella teoria. La vita per Fidia è, in concreto, quella della polis, con le sue tradizioni, i suoi ideali religiosi e politici, la sua realtà in atto. Il nome di Fidia è legato a Pericle, colui che realizzò l’unità ideale e politica dei popoli greci. L’opera di Fidia è in gran parte connessa con la costruzione del Partenone. Il tempio che Pericle volle ergere sull’acropoli a simbolo della vittoria dell’unione, e che in un certo senso, segna il passaggio dalle vecchie tradizioni religiose delle singole comunità a quella che potremmo chiamare l’ideologia religiosa della Grecia unita. Il grande tempio periptero, di ordine dorico, sorge su un alto stilobate in cima all’acropoli, visibile da ogni parte della città. Il Partenone è sorto da un grandioso, ponderato disegno politico. Dopo la vantaggiosa pace con i persiani, Pericle cerca di conservare, sotto l’egemonia ateniese, l’unità delle città greche che avevano fatto lega nel momento del pericolo; nello stesso tempo instaura una saggia politica di sviluppo economico e culturale. La costruzione di un monumento di splendore mai visto era un modo di dar forma visibile a un’ideologia, di dare a tutti i popoli greci un solo oggetto di culto, di affermare la supremazia ideale e politica di Atene; ma anche di accentrare nella città i migliori artisti greci, di fondere tradizioni artistiche e di culto regionali, di dare un vigoroso impulso allo sviluppo dell’arte, dell’artigianato, dei traffici, di accumulare nella città egemone una somma di valori culturali ed economici. Il gruppo Dione e Afrodite di Fidia pag.49 -Argan Nella donna seduta il busto eretto è appena inclinato per equilibrare la spinta di quella sdraiata; le gambe flesse e disgiunte, formando volumi contrapposti ma legati dalle linee di tensione delle pieghe, ne sostengono il peso; nell’angolo formato dalle gambe e dal busto si appunta il gomito della sdraiata, e di qui parte una lunga onda di moto, che scorre con i brividi continui di ombra e di luce, lungo i canali tortuosi delle pieghe, per tutto il corpo. Ogni figura trova un proprio rapporto armonico con la realtà del mondo; proprio perciò la figura umana, anzi, le diverse “persone” del racconto mitico sono il tramite, la condizione di quel sublimarsi della materia in un valore di spazialità pura. Nell’alta metafisica della visione fidiaca, lo spazio, che è nello stesso tempo la struttura costante e il mutevole fenomeno dell’essere, più essere dato tanto come profondità che come piano, tanto nel tutto-tondo della statua che nel bassorilievo. -Magli statue acefale ? consentono di guardare meglio la forma imponente ? Fidia non cerca l’avvenenza ma la grandiosità degli dei all’interno di un corpo umano ciò che è classico non è puramente umano, ma il rapporto dell’uomo con la divinità e la natura (ciò che manca oggi) Dione=madre di Afrodite ? notare come il chitone si adagia sul corpo e sul ventre diventa trasparente, quasi fosse bagnato ? Fidia è in grado di modellare il marmo come fosse malleabile ? F. è uno scultore virtuosistico o un artista? : è un’artista perché questo andamento è un’esigenza di Fidia di rappresentare la natura: il mare ? unità di uomo, divinità e natura “nei panneggi fidaci sembrano sciogliersi le onde dell’Egeo” Gli va vicino solo Michelangelo ? incredibile affinità tra la Grecia del V secolo e la Firenze rinascimentale Il fregio de (segue nel file da scaricare)

  • Storia dell'arte

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