FRANCESCO GUICCIARDINI. Francesco Guicciardini nacque a Firenze, da famiglia di antica nobltà, nel 1483. Studiò legge ed esercità la professione di avvocato, senza esserne però pienamente soddisfatto perché voleva dedicarsi all’attività politica. Entrò in politica quando la Signoria lo nominò ambasciatore di Firenze. Successivamente fu nominato governatore di alcune città dello Stato della Chesa da papa Leone X. Papa Clemente VII lo nominò presidente della Romagna e succesisvamente luogotenente dell’esercito pontficio e fiorentino della Lega di Cognac. L’esercito fu però sconfitto da Carlo V e Milano saccheggiata dai Lanzichenecchi, dunque Guicciardini si ritirò nella sua villa di Finocchieto. Rientrato nella vita politica, dopo la morte dei duca Alessandro Guicciardini si ritira nella sua villa privata di Arcetri, dove morì nel 1540.
CONFRONTO TRA MACHIAVELLI E GUICCIARDINI. Tra Machiavelli e GuiccardIni ci sono differenze di ambiente familiare, di formazione culturale e carattere. Guicciardini infatti nacque da famiglia nobile, e sposò Maria Salviati, parente de de’ Medici. Il Machiavelli invece fu di famiglia puttosto modesta. Per quanto riguarda le differenze culturali, la cultura di Guicciardini fu essenzialmente giuridica, quella del Machavelli prettamente umanistica. Persino il carattere era totalmente diverso: freddo e scettico il Guicciardini, aperto e scherzoso il Machiavelli. Nonostante queste differenze, i due hanno punti di contatto: entrambi hanno la capactà di studiare la realtà e una concezione laica della politica e della storia. In Guicciardini inoltre c’è lo stesso disprezzo per il popolo che ha Machiavelli. Per Guicciardini però è impossibile formulare leggi universali della politica. Mentre infatti per Machiavelli la storia si ripete, dunque nel passato c’è un valore paradigmatico, cioè di esempio, per Guicciardini la storia non si ripete mai, poiché il presente è sempre diverso dal passato. Mentre per Machiavelli l’uomo può modificare il corso della storia con un atto di volontà eroica e piegare la fortuna, per Guicciardini la storia è così varia e complessa che non è possibile modificarne il corso. n questa situazione il compito dell’uomo politico è arduo: per il suo principe Guicciardini elabora una dottrina politica basata sulla valutazione obiettiva e spregiudicata del singolo caso per poter prendere decisioni nello Stato. La virtù somma dell’uomo politico è la discrezione, la capacità d discernere, di distinguere e analizzare i vari aspetti di una situazione per poter agire nel modo migliore. Anche l’uomo privato deve avere la sua discrezione per perseguire l’interesse e l’utile proprio, il suo “particulare”. Dato il punto di vista differente, ciò portò i due persatori a due soluzioni diverse per guarre l’Italia dai suoi mali:
- Machiavelli proponeva e sognava l’unità d’Italia
- Guicciardini difendeva il frazionamento, il particolarismo regionale dell’Italia
La posizione del Guicciardini è dovuta alla sua posizione sociale legata agli interessi dei magnati della borghesia, che volevano conservare le istituzioni dei comuni per godere dei privilegi economici. Le differenze tra Machiavelli e Guicciardini sono anche nella prosa: nervosa e agile quella del Machiavelli, fredda e aulica quella del Guicciardini.
L’UOMO DEL GUICCIARDINI. Il critico De Sancts muove verso Guicciardini una critica severa, soprattutto riguardo alla teoria del particulare e allo scetticismo verso ogni ideale. Egli vede ne Guicciardini la prima manifestazione della malattia morale degli Italiani, il rassegnarsi e assecondare gli eventi mutevoli della storia.
FRANCESCO GUICCIARDINI: LE OPERE. Tra i numerosi scritti del Guicciardini ricordiamo:
- i Ricordi: raccolgono 300 massime e riflessioni sparse, scritte in occasioni diverse, d carattere contraddittorio. Non erano destinati alla pubblicazione, ma erano una sorta di ammonimento per i familiari e un’analisi delle azioni. Attraverso i Ricordi possiamo ricostruire il pensiero di Guicciardini: l’austerità morale, il senso realstco della vita, la teoria del particulare e della discrezione.
- Le Considerazioni sul Discorsi del Machiavelli: contengono le critiche che il Guicciardini muove al Machiavelli, soprattutto al mito della storia romana. Essa infatti non è un modello universale, in quanto la storia non si ripete nelle identiche forme del passato, per cui di fronte a nuovi problemi occorrono nuove soluzioni.
- Storia d’Italia: l’opera maggiore, in 20 libri scritta tra il 1535 e il 1540. Sono esposti gli avvenimenti della storia italiana, inquadrata nel contesto contemporaneo, dalla morte di Lorenzo i Magnifico a quella di Clemente VII. Grazie alla sua attività politica e diplomatica il Guicciardini aveva potuto vedere da vicino queste vicende, e a dramma concluso, rievoca con amarezza il fallimento dei principi italiani e suo pers
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