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Imre Lakatos

Pensiero e vita.

Imre Lakatos nasce nel novembre 1922 a Debrecen in Ungheria da famiglia ebrea. Il suo vero nome ò Imre Lipsitz. Il padre ò un commerciante poliglotta di notevole cultura. Studia al Real Gymnasium e poi all’Università  di Debrecen dove frequenta i seminari di filologia greca e latina e di storia della matematica. Conosce Eva Ravesz, che più tardi sposerà . Gli studi e la propaganda marxista che Lakatos aveva organizzato illegalmente insieme a un gruppo di studenti negli anni dell’Università  sono interrotti dalla guerra e dall’occupazione nazista dell’Ungheria. La madre, la nonna e lo zio di Lakatos, vittime delle deportazioni naziste, moriranno ad Auschwitz, mentre Imre e il padre riescono a fuggire. Lakatos scappa con Eva sotto falso nome e vive con i documenti che si era procurato grazie all’aiuto di famiglie non ebree dalle quali ò ospitato. In questo periodo cambia per la prima volta nome diventando Tibor Molnà¡r. Entra a far parte della resistenza antinazista ed ò leader di una cellula comunista. àˆ di questo periodo il presunto episodio che sei anni più tardi costerà  a Lakatos i lavori forzati. In circostanze mai chiarite, Lakatos fa valere il suo ruolo guida e influenza la decisione di convincere al suicidio Eva Iszack, una giovane ebrea rumena e attivista antifascista, la quale, se catturata, avrebbe rischiato di mettere a repentaglio la vita degli altri tredici membri del gruppo. Nel 1944 Lakatos si laurea in matematica, fisica e filosofia all’Università  di Debrecen. Cambia nuovamente nome e sceglie quello di Imre Lakatos. (Lakatos ò un cognome molto diffuso nella classe lavoratrice ungherese e significa fabbro). Per qualche tempo ò ricercatore all’Università  dove frequenta i seminari di estetica di Lukà¡cs, rientrato in quel periodo dal suo esilio moscovita insieme ad altri intellettuali comunisti ungheresi. Dal 1947 ò alto funzionario del ministero della Cultura e dell’Educazione e si dedica al progetto della riforma scolastica. La forza delle sue idee e le sue qualità  intellettuali gli consentono di esercitare un ruolo guida nei ristretti circoli dell’èlite comunista. Lo stesso anno ottiene il suo primo dottorato in filosofia, fisica e matematica con una tesi dal titolo “Sulla formazione dei concetti scientifici”. Il 1948 ò l’anno della svolta totalitaria del Partito comunista ungherese, ribattezzato Partito del proletariato. Ha inizio la collettivizzazione forzata dell’agricoltura, viene abolita la libertà  di stampa e bandita la psicoanalisi. Segretario del Comitato della scienza di partito, Lakatos ò coinvolto in un piano di riforma universitaria di impostazione stalinista; stende una lista di professori inaffidabili da sostituire con intellettuali più idonei. La partenza di Lakatos per Mosca segna la fine della sua influenza sulla vita politica e l’inizio dei suoi guai. A causa del suo carattere irriverente e della sua libertà  di pensiero si fa non pochi nemici. Al ritorno a Budapest, senza alloggio, vive per un certo periodo in una stanza dell’Eà¶tvà¶s Collegium offertagli dal direttore. Nel frattempo continuano gli interrogatori del Comitato centrale di controllo del Partito comunista. Agli interrogatori fanno seguito le torture e sei settimane di isolamento. Nella primavera del 1950 Lakatos ò arrestato e, senza processo regolare, imprigionato per tre anni nel campo di lavoro di Recsk. Prigioniero politico, senza il permesso di leggere e di scrivere, Lakatos racconterà  di aver mantenuto la sua integrità  mentale raccontandosi una barzelletta al giorno e ricostruendo una a una tutte le dimostrazioni matematiche che conosceva. Nel 1953, all’approssimarsi della morte di Stalin, la pressione sovietica si allenta. Imre Nagy diventa primo ministro, inizia una politica di riforme e chiude i campi di lavoro. Gli ideali comunisti di Lakatos, sopravvissuti all’esperienza della prigione, entrano in crisi con la lettura dei pensatori liberali, in particolare Popper e von Hayek. Nel 1955 conosce Eva Pap e si sposa per la seconda volta. Nel 1956 ritorna all’attività  politica all’interno del Circolo Petà¶fi. Imre fugge a Vienna con la moglie Eva prima di essere nuovamente arrestato. Durante l’insurrezione dell’ottobre-novembre, appena prima di lasciare il suo paese, ò coautore della “Dichiarazione del comitato nazionale dell’accademia delle scienze ungherese”. Da Vienna Lakatos si trasferisce a Cambridge. Nel frattempo incontra Popper e partecipa ai suoi seminari alla London School of Economics dove trascorrerà  l’intera carriera accademica, eccezion fatta per una breve parentesi, nei primi anni sessanta, all’Università  della California. Il governo britannico, per motivi ufficialmente ignoti, non gli concederà  mai la cittadinanza, e per il resto della vita Lakatos sarà  un senza patria. A Londra diventa amico di Paul Feyerabend, anch’egli allievo e futuro critico di Popper. I suoi interessi slittano verso la filosofia delle scienze fisiche. Il 2 febbraio 1974, a 51 anni, Imre Lakatos muore improvvisamente di infarto. Le opere più importanti sono: ” La falsificazione e la metodologia dei programmi di ricerca scientifica ” (1970), ” Dimostrazioni e confutazioni ” (pubblicato postumo nel 1976), ” Matematica, scienza e epistemologia ” (1978). Il secondo conflitto mondiale muta profondamente l’assetto politico, ma anche quello economico e sociale, del mondo occidentale. Contemporaneamente, lo sviluppo scientifico e tecnologico assume proporzioni inedite: si assiste allo sconvolgimento di tutte le categorie tradizionali di riflessione sulla realtà , al ripensamento dei fondamenti di ogni scienza e alla nascita di discipline nuove e di confine, situate al crocevia fra le scienze cosiddette esatte (matematica, fisica, chimica…), le scienze naturali e le scienze dell’uomo. Attorno al 1915 il tedesco Albert Einstein formula la teoria della relatività  generale, secondo la quale i concetti di spazio, tempo e velocità  non sono assoluti, ma relativi a un sistema di riferimento dato. In seguito a questa scoperta, la fisica conosce progressi straordinari: Max Planck presenta la prima versione della teoria quantistica, che il danese Niels Bohr applica alla struttura dell’atomo; il tedesco Werner Heisenberg enuncia il principio di indeterminazione, secondo il quale ò impossibile determinare simultaneamente posizione e quantità  di moto di una particella. Lo sviluppo scientifico e tecnologico spinge i teorici della conoscenza a interrogarsi sulla natura, i limiti e le condizioni di validità  del sapere scientifico: la riflessione metodologica li conduce in un secondo momento a volgersi verso l’uomo e i suoi comportamenti, allargando le loro considerazioni alla politica e all’etica. A questa concezione, che mette l’accento sui fattori socio-psicologici spesso irrazionali che portano a una fase di frattura rivoluzionaria, il filosofo della scienza ungherese, naturalizzato britannico, Imre Lakatos oppone una convincente difesa della razionalità . Lakatos vuole correggere il “falsificazionismo ingenuo” di Popper, affermando che il progresso scientifico si attua attraverso la competizione non di teorie scientifiche, ma di programmi di ricerca, che costituiscono lo sfondo concettuale generale (la visione del mondo) delle teorie stesse. La posizione di Lakatos si sviluppa quindi in polemica con Popper e con Kunh. Lakatos contesta il principio della falsificabilità  di Popper che definisce “falsificazionismo metodologico ingenuo” e propone una versione “sofisticata” del falsificazionismo. Una teoria infatti viene scartata, secondo Lakatos, non perchè un’ osservazione empirica la falsifica, ma perchè viene proposta un’altra teoria che rispetto alla precedente 1)abbia maggiore contenuto empirico, 2) sappia spiegare perchè la prima teoria ha incontrato il consenso degli scienziati, 3) abbia il suo contenuto empirico corroborato dall’esperienza. Lo sviluppo della scienza, pertanto, scaturisce dalla competizione tra teorie in cui prevale la concezione che appare più adeguata a spiegare i fatti. L’idea di fondo dell’immagine della scienza proposta da Lakatos ò che la scienza ò, ò stata e dovrebbe essere una competizione tra programmi di ricerca rivali. Questa idea caratterizza il “falsificazionismo metodologico sofisticato”, concezione che Lakatos sviluppa sulla scia di Popper. Il falsificazionismo metodologico sofisticato si distingue dal falsificazionismo dogmatico e dal falsificazionismo metodologico ingenuo. Il falsificazionismo dogmatico consiste nell’idea secondo cui la scienza si sviluppa attraverso congetture ardite e falsificazioni infallibili. Simile idea, fatta propria e diffusa da alcuni scienziati e filosofi, non ò l’idea di Popper ed ò sbagliata. E’ sbagliata perchè la base empirica della scienza (i protocolli, le proposizioni di osservazione) non ò certa, per cui non si danno falsificazioni infallibili o incontrovertibili. Le nostre falsificazioni possono anch’esse essere sbagliate come ò attestato dalla logica e dalla storia della scienza. Da parte sua, il falsificazionismo metodologico ingenuo corregge l’errore dei falsificazionisti dogmatici e sostiene, come Popper aveva messo già  bene in luce nella “Logica della scoperta scientifica”, che la base empirica della scienza non ò infallibile, come non sono incontrovertibili le ipotesi ausiliarie che servono al controllo di quella ipotesi che abbiamo proposto come tentativo di soluzione del problema che ci interessa. Tuttavia, dice Lakatos, nonostante i suoi meriti, anche il falsificazionismo metodologico ingenuo ò insoddisfacente, giacchè concepisce lo sviluppo della scienza come una serie di successivi duelli tra teoria e fatti. Le cose non stanno affatto in questo modo, in quanto la lotta tra il teorico e il fattuale avviene sempre per lo meno a tre: tra due teorie in competizione e i fatti. Una teoria viene scartata non quando qualche fatto la contraddice, ma solo quando la comunità  scientifica ha a disposizione una teoria migliore delle precedente: così, per esempio, la meccanica di Newton venne respinta solo dopo che si era venuti in possesso della teoria di Einstein. Diversamente che in Kuhn, per il quale la comunità  scientifica ò, di periodo in periodo, egemonizzata da un unico paradigma, la scienza, secondo Lakatos, si sviluppa in una competizione tra programmi di ricerca rivali. Per capire che cos’ò un programma di ricerca basterà  pensare al meccanicismo di Cartesio o a quello di Newton, alla teoria evolutiva di Darwin e, prima di queste cose, al Copernicanesimo. Un programma di ricerca ò una successione di teorie che si sviluppano da un nucleo centrale che, per decisione metodologica, si mantiene infalsificabile; ò così che un programma può mostrare il suo valore, la sua fecondità  e la sua progressività  nei confronti di un altro programma. “Non ò lecito far morire una teoria di malattia infantile”, dice Lakatos. E una buona teoria per svilupparsi ha bisogno di tempo. La storia della scienza ò e dovrebbe essere una storia di programmi di ricerca in competizione. In polemica con Kuhn, Lakatos afferma che le rivoluzioni scientifiche non scaturiscono dall’accettazione di un nuovo paradigma dovuto a fattori anche irrazionali ed emotivi; se così fosse allora non sarebbe più possibile la demarcazione tra scienza e non-scienza, tra razionalità  ed irrazionalità . Secondo Lakatos, le rivoluzioni scientifiche non sono ribaltamenti irrazionali, ma scaturiscono dalla sostituzione di un programma di ricerca con un altro, considerato progressivo rispetto al primo, rimanendo all’interno quindi di una prospettiva razionale. Il contributo che Lakatos porta all’epistemologia contemporanea si può così riassumere: -per comprendere lo sviluppo della scienza dobbiamo tener presente non solo le singole teorie, ma i programmi di ricerca scientifica all’interno dei quali queste teorie vengono prodotte; -la storia della scienza ò storia di continuo confronto e scontro tra teorie; -i mutamenti teorici non derivano da accettazione irrazionale di nuovi modelli, ma sono conseguenze di scelte razionali che gli scienziati fanno aderendo a teorie che ritengono essere più in grado di altre di dare spiegazioni dei fatti. Viene così confermata la concezione razionale della scienza. Per Imre Lakatos la scienza ò, ò stata e dovrebbe essere una competizione tra programmi di ricerca rivali. Un programma di ricerca (il copernicanesimo, il meccanicismo di Cartesio o quello di Newton, la teoria evolutiva di Darwin, ecc. ) ò costituito da un nucleo centrale. Nel caso del copernicanesimo ò l’idea che il Sole ò al centro dell’universo che si mantiene infalsificabile per decisione metodologica. Non dobbiamo far morire una teoria di malattia infantile; una buona teoria ha bisogno di fiato per mostrare il suo valore. Un programma di ricerca va mantenuto finchè ò progressivo, ed ò progressivo se almeno parte delle sue previsioni teoriche ricevono conferma, se ciò esso riesce a predire qualche fatto nuovo. Un programma che corre dietro ai fatti ò regressivo. Lakatos non parla di teorie ma di programmi di ricerca scientifici. Questo ò il nocciolo della concezione lakatosiana della scienza e della storia della scienza. La scienza, pertanto, ò “un campo di battaglia per programmi di ricerca piuttosto che per teorie isolate”. La scienza matura consiste di programmi di ricerca nei quali vengono anticipati non soltanto fatti nuovi, ma, anche nuove teorie ausiliarie; la scienza matura, a differenza del rozzo schema per-prova-ed-errore, ha potere euristico. In questo senso si vede, per Lakatos, la debolezza di programmi che, come il Marxismo e il Freudismo, immancabilmente modellano le loro reali teorie ausiliarie sulla scia di alcuni fatti, senza al tempo stesso anticiparne altri.

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