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La body art

Body art. Storia ed esponenti principali della corrente artistica body art.

LA BODY ART. La Body Art (arte del corpo) è una corrente artistica internazionale, sviluppatasi nella seconda metà degli anni Sessanta sulle tracce degli happenings e in un contesto culturale connotato da una particolare attenzione al tema della corporeità. L’artista si serve del proprio corpo assumendo pose e atteggiamenti per trovare effetti estetici o per esprimere sentimenti. È una prova della tendenza contemporanea al superamento dei confini fra le varie arti, secondo quel fenomeno di mescolanza dei mezzi linguistici detto alla latina intermedia o all’inglese mixed media: in questo caso teatro, danza, fotografia. Forse sarebbe più proprio vedervi una divulgazione dell’arte mimica.

LA BODY ART: LA PERFORMANCE E GLI ARTISTI PRINCIPALI. Ognuna di queste azioni è una performance. È qui il legame con il Living Theater e con lo happening è evidente: l’improvvisazione, l’inserzione in spazi teatrali nuovi, lo spettacolo come fenomeno creativo e aleatorio che libera la personalità dell’attore, non legato a un testo scritto, cosi come esiste in questi anni la “musica aleatoria”, ossia una musica non composta dall’autore ed eseguita da un concertista, ma nata davanti al pubblico, nota, secondo l’estro dell’esecutore: arte destinata a finire immediatamente senza lasciare alcuna traccia di sé, se non fosse per la documentazione fotografica e discografica. Non a caso abbiamo citato la musica: la performance teatrale, infatti unisce all’azione e ai gesti anche il suono o il rumore.
In molti casi il corpo viene truccato, in altri si ricorre addirittura a pratiche sado – masochiste auto ferendosi (con lamette da barba, infilandosi spilli e così via) per raggiungere un’espressione dolorosa o drammatica. L’espressione, sia pure improvvisata, torna dunque ad essere protagonista anche in queste ultime correnti.
Tali interventi provocano lo spettatore e ne mettono in crisi il ruolo passivo. La durata della performance (pubblica o privata) non è di norma stabilita a priori, ma coincide con la capacità di resistenza dell’interprete.
In ogni caso la performance dell’artista, cui spesso assiste un pubblico limitato o privato, è un’azione effimera, che può lasciare un segno di sé soltanto attraverso documenti, video o materiale fotografico. L’operazione in cui l’artista si pone al centro dell’evento non sempre può essere comunicata e condivisa con altri. Quindi può divenire “opera”, e non pura azione personale, solo a seguito del passaggio dell’esperienza vissuta alla sublimazione dell’idea di quanto si è compiuto.
Dal momento che la testimonianza fotografica o la registrazione video compiuta durante la performance è l’unica traccia concreta dell’azione, è lei ad assumere il significato proprio di un’opera.
Ciò che nella Body Art diviene opera tangibile è una testimonianza differita di ciò che è accaduto e solo il mezzo fotografico può dar conto delle intenzioni dell’artista.
Per molti artisti la Body Art non è l’unica forma espressiva utilizzata, bensì rappresenta uno dei tanti mezzi per comunicare la propria idea. Ciascuno lavora con la propria fisicità secondo modalità e intenzioni differanti. In alcuni casi il ricorso al corpo sembra essere inteso più semplicemente quale scelta di un materiale espressivo.
Tra i vari artisti possiamo ricordare: Bruce Nauman, Dennis Oppenheim, Vito Acconci; ancora più spinte sono le performance del gruppo degli Azionisti Viennesi, eredi in qualche misura dell’espressionismo di Schiele e di Kokoschka. Le loro performance,individuali o di gruppo sono pervase da un senso tragico della vita e le loro operazioni, che vanno a evocare l’inconscio, vorrebbero assumere un valore catartico, presentandosi in molti casi con connotati del rituale.

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