Paradiso: XXIX Canto - Studentville

Paradiso: XXIX Canto

Parafrasi.

Quando il sole e la luna,

in congiunzione l’uno con il segno dell’Ariete e l’altra con quello della Bilancia, si trovano contemporaneamente sulla linea

dell’orizzonte (letteralmente: si fanno entrambi cintura dell’orizzonte ),
per il tempo che intercorre dal momento in cui lo

zenit è equidistante da essi fino al momento in cui, uno tramontando e l’altra sorgendo, si staccano dall’orizzonte,
per

tale frazione di tempo, Beatrice, con il volto illuminato dal sor riso, rimase in silenzio, guardando fissamente quel punto

(Dio) che mi aveva abbagliato (con la sua luce).
Poi incominciò: ” lo dico, senza chiedertelo, quello che tu desideri

ascoltare, perché l’ho letto in Dio, in cui ogni luogo e ogni tempo sono presenti.
Non per acquistare un ulteriore bene per

sé, cosa che è impossibile (perché Dio è il Bene supremo e infinito), ma perché lo splendore riflesso della sua luce (cioè le

creature) potesse (affermando la propria sussistenza) dire: “Io sono”,
nella sua eternità, fuori del tempo, fuori dello

spazio che circoscrive le cose, Dio, lo eterno amore, spontaneamente, si estrinseca in nuove creature amanti (gli

angeli).
Né prima della creazione Dio rimase inoperoso, perché l’opera della creazione non ebbe né un prima né un poi.
La

forma e la materia, unite fra di loro e allo stato puro, uscirono (dalla mente divina): ad un esistenza priva di difetti, coma

da un arco munito di tre corde (escono contemporaneamente) tre frecce.
come attraverso il vetro, l’ambra o il cristallo un

raggio di luce passa così istantaneamente, che tra il suo giungere (in questi corpi) e il penetrarvi tutto non c’e intervallo

di tempo,
così la triplice creazione si irraggiò da Dio tutta insieme nella pienezza del suo essere
senza distinzione di

tempo nell’atto di nascere.
Insieme con le tre sostanze (sopra nominate) fu creato l’ordine (secondo il quale devono agire)

e la struttura: del cosmo; e quelle sostanze che furono prodotte come puro atto (gli angeli) occuparono il luogo più alto

dell’universo (I’Empireo);
la pura potenza fu posta nel luogo più basso; nel mezzo atto e potenza furono uniti insieme con

un tale nodo, che non potrà mai essere sciolto.
San Gerolamo vi lasciò scritto che gli angeli furono creati molti secoli

prima della creazione del mondo sensibile;
ma la verità che ti ho manifestata: (questo vero: gli angeli furono creati

insieme con la materia prima e i cieli ) è scritta in molti passi degli autori ispirati dallo Spirito Santo; e te ne accorgerai

tu stesso, se leggerai (quei testi) con attenzione;
Le pagine della Sacra Scrittura alle quali Dante fa riferimento nei

versi 40-4 1 sono quelle della Genesi ( I, 1 ), dei Salmi (CII, 26), dell’Ecclesiastico (XVIII, 1).
e per quanto le è

concesso di capire se ne rende conto anche la ragione umana, la quale non potrebbe ammettere che le intelligenze motrici dei

cieli siano rimaste per tanto tempo senza essere perfette.
Ora tu sai dove e quando e come gli angeli furono creati, così

che sono ormai soddisfatti tre punti del tuo desiderio (cfr. versi 10-12).
Non si giungerebbe, contando, fino al numero

venti con la stessa rapidità con la quale una parte degli angeli sconvolse la terra, il più basso dei quattro elementi.
Gli

angeli fedeli rimasero (nell’Empireo), e incominciarono a svolgere con tanto diletto questo ufficio che tu vedi, che non

cessano mai di girare intorno (al punto luminoso).
Causa della caduta fu la maledetta superbia di Lucifero, colui che tu

vedesti imprigionato sotto tutti i pesi dell’universo.
Quelli che tu vedi qui in cielo furono umili nel riconoscere il loro

essere derivato dalla bontà di Dio, che li aveva creati capaci di intendere cose così grandi;
e perciò le loro capacità

intellettuali furono accresciute per mezzo: della grazia illuminante e del loro merito, così che essi hanno una volontà ferma e

perfetta (nel compiere il bene).
Né voglio che tu abbia qualche dubbio, ma sii persuaso che il ricevere la grazia divina

costituisce un merito proporzionale alla misura dell’affetto con cui essa si riceve.
Ormai se hai bene ascoltato e meditato

le mie parole, puoi capire, riguardo al tema del consorzio angelico, molte cose senza nessun altro aiuto.
Ma poiché in terra

nelle vostre scuole si insegna che gli angeli sono dotati di intelligenza e di memoria e di volontà,
prolungherò il mio

discorso, affinché tu possa vedere nella sua purezza la verità che in terra viene distorta poiché in questi insegnamenti si

chiamano con uno stesso nome due cose diverse.
Gli angeli, dal momento in cui godettero della visione diretta di Dio, non

distolsero mai il loro sguardo da Lui, nel quale tutto è presente:
perciò in essi la conoscenza non è mai interrotta da un

oggetto nuovo, e per tale motivo non hanno bisogno di ricordare un concetto (temporaneamente) dimenticato,
così che in terra

si sogna ad occhi aperti, sia da parte di coloro che credono (in buona fede) di insegnare la verità, sia da parte di coloro che

sono coscienti di non dire la verità, anche se la colpa e la vergogna più grandi sono da addebitare a questi ultimi.
Voi

sulla terra non procedete tutti sulla stessa via negli studi filosofici; a tal punto vi lasciate trascinare dal desiderio e

dalla preoccupazione di apparire (abili e ingegnosi).
E tuttavia questa ambizione è tollerata con minore sdegno di quando la

Sacra Scrittura viene posposta (alle dottrine filosofiche), oppure di quando ne viene distorto il significato.
Non si pensa

sulla terra quanto sangue di martiri sia costata la diffusione (della parola divina) nel mondo, e quanto sia gradito (a Dio)

chi si accosta ad essa con umiltà.
Ciascuno si ingegna ed escogita novità per mettersi in mostra; e queste novità vengono

accolte ed esposte dai predicatori mentre viene trascurato il vangelo.
C’è chi dice che al momento della morte di Cristo la

luna tornò indietro sul proprio cammino e si interpose (fra il sole e la terra), per cui (a causa delle eclissi così provocata)

la luce del sole non poté mostrarsi in terra;
e costui sostiene una cosa falsa, perché il sole si oscurò da se (non per

interposto oggetto); perciò tale eclissi apparve ai popoli della Spagna e dell’India come ai Giudei.
In Firenze non vi sono

tanti Lapi e Bindi (due nomi molto comuni in quella città) quante sono le favole di tal genere che ogni anno dal pulpito si

bandiscono dovunque,
così che i fedeli ignoranti tornano dalla predica pasciuti di chiacchiere inutili, e il fatto di non

veder il danno (che deriva loro da una tale predicazione) non li giustifica (perché dimostra la loro leggerezza e la loro

ignoranza delle verità fondamentali della fede).
Cristo non disse alla sua prima comunità ( quella degli apostoli ):

“Andate, e predicate ciance al mondo”; ma diede loro una verità sicura.
E quella dottrina risuonò sulla bocca degli

Apostoli, così che nella lotta per la diffusione della fede, essi non usarono altra arma che il Vangelo.
Ora si va a

predicare con motti di spirito e sciocche piacevolezze, e purché si rida molto ( da parte degli ascoltatori), il cappuccio (del

predicatore) si gonfia (di vanità ), e non si richiede altro ( né da lui né dagli ascoltatori).
Ma nella punta del cappuccio

(del frate) si nasconde un uccello tale (il diavolo) che, se il popolo lo vedesse, si accorgerebbe di che genere sono le

indulgenze (promesse dai frati) nelle quali ripone la sua fiducia;
e per tale motivo (per la fiducia nelle indulgenze) è

tanto aumentata la stoltezza umana, che tutti sarebbero pronti ad accorrere ad ogni promessa, senza chiedere nessuna

testimonianza (che comprovi la concessione dell’indulgenza da parte della legittima autorità religiosa). Di questa incredulità

si ingrassa il porco di Sant’Antonio, e (s’ingrassano) persone peggiori dei porci stessi, pagando con monete false (cioè:

contraccambiando le offerte dei fedeli con false promesse di indulgenze e di grazie).
Ma poiché ci siamo allontanati molto

(dal nostro tema), rivolgi ormai la tua attenzione verso l’argomento principale, così che la via (che ci resta da percorrere)

si abbrevi in armonia. col (poco) tempo (che ci rimane da passare in questo cielo).
Gli angeli raggiungono un numero così

sterminato, che non ci furono mai parola o concetto umano capaci di rappresentarlo;
e se tu consideri quello che viene

rivelato da Daniele, vedrai che nelle migliaia (di cui parla) il numero preciso rimane nascosto.
La luce di Dio, che

irraggia tutta la natura angelica, è ricevuta in essa in tanti modi diversi, quanti sono i singoli angeli con i quali essa lì

si unisce.
Per tale motivo, poiché all’atto della visione intellettuale di Dio è proporzionato l’affetto, la dolcezza dell’

amore ( verso di Lui ) nella natura angelica è più o meno intensa.
Considera ora l’altezza e l’immensità (la larghezza) di

Dio, poiché ha creato un numero così grande di specchi ( gli angeli ) nei quali la sua luce si riflette in modi

diversi,
conservando la sua immutabile unità come prima (della creazione).

  • Parafrasi de La Divina Commedia

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