Cernis autem eandem terram quasi quibusdam redimitam et circumdatam cingulis, e quibus duos
maxime inter se diversos et caeli verticibus ipsis ex utraque parte subnixos obriguisse pruina vides, medium autem illum et
maximum solis ardore torreri. Duo sunt habitabiles, quorum australis ille, in quo, qui insistunt, adversa vobis urgent
vestigia, nihil ad vestrum genus; hic autem alter subiectus aquiloni, quem incolitis, cerne quam tenui vos parte contingat!
Omnis enim terra, quae colitur a vobis, angustata verticibus, lateribus latior, parva quaedam insula est circumfusa illo mari,
quod ‘Atlanticum’, quod ‘magnum’, quem ‘Oceanum’ appellatis in terris; qui tamen tanto nomine quam sit
parvus, vides.
Versione tradotta
Nota, inoltre, che la terra è in un certo senso incoronata e avvolta da fasce: due di esse,
diametralmente opposte e appoggiate, sui rispettivi lati, ai vertici stessi del cielo, s'irrigidiscono per la brina, mentre
la fascia centrale, laggiù, la più estesa, è arsa dalla vampa del sole. Al suo interno, due sono le zone abitabili: la regione
australe, là, nella quale gli abitanti lasciano impronte opposte alle vostre, non ha nulla a che fare con la vostra razza;
quanto a quest'altra, invece, che abitate voi, esposta ad aquilone, guarda come vi tocchi solo in misura minima. Nel suo
complesso infatti la terra che è da voi abitata, stretta ai vertici, più larga ai lati, è, come dire, una piccola isola
circondata da quel mare che sulla terra chiamate Atlantico, Mare Magno, Oceano, ma che, a dispetto del nome altisonante, vedi
bene quanto sia minuscolo.
- Letteratura Latina
- Somnium Scipionis di Marco Tullio Cicerone
- Cicerone