Aristofane: contesto storico e vita
Le testimonianze su Aristofane sono molto scarse, e la maggior parte delle informazioni proviene dai cenni autobiografici contenuti nelle sue opere. Aristofane nacque ad Atene intorno al 444 a.C. La sua educazione si fondò sulla poesia tragica, con una spiccata preferenza per l’opera di Euripide. Infatti, nonostante le numerose critiche, Aristofane dimostra di conoscere molto bene Euripide, citando spesso il suo grande contemporaneo. Tra i poeti comici che l’avevano preceduto, egli deriva la sua passione per la satira politica, elemento importante nella sua commedia. L’attività poetica di Aristofane è connessa infatti con le vicende politiche di Atene durante tutto il periodo della guerra del Peloponneso.Aristofane iniziò la sua carriera di commediografo nel 427 a.C., esordendo con un’opera perduta, i Banchettanti, rappresentata con il nome del maestro del coro, Callistrato. Già prima di quella data Aristofane aveva collaborato con altri commediografi. Durante la sua vita il poeta non esercitò mai cariche pubbliche, nonostante il suo vivo interesse per le vicende politiche. Fu mandato sotto processo da Cleone, il capo del partito democratico, con l’accusa di aver diffamato la città di fronte a stranieri, poiché i Banchettanti, in cui c’erano parti lesive per il buon nome di Atene, erano stati rappresentati nelle Grandi Dionisie, a cui partecipavano tutte le città greche. Attaccatissimo alla sua patria, conservatore, Aristofane non cessò mai di esortare i concittadini a porre fine alle ostilità con Sparta. Tuttavia, dovette rassegnarsi a non essere ascoltato, e visse abbastanza a lungo per assistere al crollo del prestigio di Atene e degli ideali politici per cui si era sempre battuto. Il Pluto, l’ultima commedia giunta a noi, risale al 388 a.C., ma sappiamo che continuò a scrivere per altri due anni utilizzando il nome del figlio, Araro, che insieme ai fratelli continuò l’attività del padre. Probabilmente morì intorno al 380 a.C.
Le Nuvole
Con questa commedia, presentata alle Dionisie del 423, Aristofane abbandona momentaneamente la satira politica e prende di mira un altri aspetto della vita di Atene: la diffusione delle dottrine sofistiche e la loro importanza nell’educazione dei giovani. Nella critica di Aristofane, che si sviluppa tra un comico contrasto tra due generazioni, viene coinvolto un grande personaggio, il filosofo Socrate, considerato pericoloso da Aristofane in quanto diffonde idee innovatrici tra i giovani.
L’azione comincia a notte fonda, in casa dell’ateniese Strepsiade, un campagnolo all’antica, che ha sposato una donna moderna di città e di nobile stirpe, piena di pretese. Dalla loro unione è nato un figlio, Fidippide, allevato dalla madre come i figli delle famiglie nobili, con tutti gli agi e la passione dei cavalli. Per soddisfare i capricci del figlio, Strepsiade è pieno di debiti, e poiché è giunto il momento di pagarli, il povero uomo non riesce a dormire. Ad un certo punto però di ricorda che ad Atene esiste una scuola, il “Pensatoio”, diretta da Socrate, nella quale si insegna ai giovani l’arte di vincere qualsiasi causa. Strepsiade pensa di iscrivere il figlio in modo da dimostrare ai creditori che non hanno alcun diritto di essere pagati. Il giovane rifiuta, e al vecchio non rimane che tentare lui stesso di apprendere la nuova cultura. Giunto al Pensatoio, viene accolto da Socrate che sta dentro un corbello sospeso tra soffitto e pavimento, per non essere condizionato dagli influssi terrestri e celesti, e dagli altri discepoli immersi nella soluzione di profondi problemi, per esempio come scoprire se il ronzio della zanzara proviene dalla bocca o dal posteriore. Strepsiade ammirando tanta sapienza, si sottopone all’esame di ammissione.
Inizia la parabasi, il cui ricorda l’insuccesso della prima rappresentazione delle Nuvole, dicendo che il pubblico ha dimostrato di non comprendere la sua arte.
Riprende l’azione, Strepsiade è considerato troppo vecchio e ignorante per poter comprendere l’arte del Pensatoio. Riesce a convincere Fidippide, che viene accolto dal famoso agone del Discorso Giusto e Discorso Ingiusto. Essi propongono due opposti modelli di educazione, quella antica , che formò la generazione dei Martomachi, esempio di onestà e virtù civiche e militari; e quella moderna, seguita dagli attuali statisti, che insegna a non rispettare niente e a soddisfare qualunque capriccio, dimostrando poi di avere sempre ragione con l’arte della dialettica. L’agone è vinto dal Discorso Ingiusto, che attira l’ammirazione di Fidippide, il quale diventa un allievo modello. Strepsiade allora riesce a liberarsi dei creditori, ma le arti dialettiche del figlio si ritorcono contro di lui. Infatti, a pranzo, il padre invita Fidippide a cantare un brano di Simonide, ma il ragazzo definisce “cane” il poeta. Giudica poi Eschilo come antiquato e attacca un brano di Euripide. A questo punto Strepsiade insulta il figlio, ma Fidippide reagisce malmenando il padre dimostrando di aver ragione. Infatti, se un padre castiga il figlio quando sbaglia, non è forse giusto che un figlio faccia altrettanto per il bene del padre? Anzi, siccome i vecchi ritornano bambini, dovrebbero essere picchiati 2 volte.
Per di più, mentre il vecchio si abbandona alla sua rabbia, le Nuvole, che formano il coro, lo rimproverano, dicendogli che ha quel che si merita, per aver voluto imbrogliare il prossimo. A questo punto, Strepsiade si dirige verso il Pensatoio e lo incendia.
Nelle Nuvole Aristofane propone un tema importante, l’educazione dei giovani, e conclude la vicenda in modo inconsueto, ovvero con la sconfitta del protagonista. La tematica seria e il finale negativo potrebbero aver contribuito all’insuccesso della commedia. Socrate viene rappresentato in maniera distorta: gli vengono infatti attribuite teorie elaborate da altri pensatori, con lo scopo di rendere ridicola la figura del filosofo.
La commedia “Le nuvole” di Aristofane affronta un argomento serio e di grande importanza per la società del periodo, ma anche per la società attuale: l’educazione dei figli. Il tema, trattato da un commediografo dallo sguardo acuto e ironico nei confronti della realtà, desta riso e partecipazione viva agli eventi rappresentati. In particolare, mi ha colpito la figura di Socrate, rappresentato come un filosofo da quattro soldi, i cui unici obiettivi sembrano essere risolvere problemi futili e creare una schiera di cittadini che riescano a ribaltare la situazione a proprio favore con la sola arte della parola. Poi, di grande interesse mi è sembrato il personaggio di Strepsiade, che disperato per gli enormi debiti contratti, invece di dare una strigliata al figlio e di ridimensionare le spese, cerca un modo per non pagare i creditori. E dal comportamento di Socrate e di Strepsiade possiamo ricavare un insegnamento: l’arte della parola può essere utile per risolvere alcuni problemi, ma la disonestà verrà comunque punita, prima o poi!
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