La decisione del Ministero dell’Istruzione segna una svolta definitiva: il divieto di utilizzo degli smartphone durante le attività didattiche si estende ora anche alle scuole superiori. La circolare ministeriale impone l’aggiornamento dei regolamenti interni di ogni istituto, prevedendo sanzioni specifiche per chi non rispetta la nuova normativa.
L’obiettivo dichiarato è migliorare concentrazione, apprendimento e benessere psicofisico degli studenti attraverso un ambiente scolastico più focalizzato sull’educazione.
Le eccezioni previste: quando lo smartphone diventa uno strumento educativo
La circolare ministeriale prevede specifiche deroghe al divieto generale. Gli alunni con disabilità o disturbi specifici di apprendimento potranno utilizzare il telefono quando rappresenta un ausilio necessario per il loro percorso formativo.
Sono ammesse anche motivate necessità personali, valutate caso per caso dalle istituzioni scolastiche. Per quanto riguarda gli indirizzi tecnici di informatica e telecomunicazioni, l’uso del cellulare sarà consentito esclusivamente se strettamente funzionale all’attività didattica in corso.
La tecnologia educativa resta protagonista nelle aule
Il divieto degli smartphone non rappresenta una chiusura verso l’innovazione digitale. Le scuole possono continuare a utilizzare computer, tablet e lavagne interattive per arricchire l’esperienza didattica.
La distinzione è chiara: mentre i dispositivi personali vengono banditi per evitare distrazioni, quelli educativi rimangono strumenti preziosi per l’apprendimento condiviso e controllato.
I dati e le evidenze scientifiche
Il ministero fonda la propria decisione su solide ricerche internazionali che documentano l’impatto negativo degli smartphone sull’apprendimento. Lo studio dell’Ocse evidenzia come i social media compromettano significativamente le prestazioni scolastiche degli studenti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inoltre pubblicato un rapporto allarmante sui rischi di dipendenza da smartphone, segnalando sintomi da astinenza e isolamento sociale tra i giovani. Particolarmente preoccupanti sono i dati dell’Istituto Superiore di Sanità: oltre il 25% degli adolescenti presenta un uso problematico del cellulare.
Il futuro a livello europeo
Il ministro Valditara ha già avanzato alla Commissione europea una proposta per elaborare una linea comune tra gli Stati membri sul divieto degli smartphone nelle scuole. L’iniziativa italiana ha ricevuto un “ampio riscontro” dalle istituzioni europee, aprendo la strada a una possibile regolamentazione condivisa.
Una normativa europea uniforme potrebbe trasformare radicalmente l’approccio educativo del continente, stabilendo standard comuni per il benessere digitale degli studenti.