La critica di Novara: i ragazzi ritirati sono un'emergenza educativa

Tema sul Fumo e i suoi Danni

Tema sul Fumo e i suoi Danni

Tema sui danni provocati dal fumo: esempio svolto

Uno degli argomenti più importanti da trattare a scuola è certamente quello del fumo e dei danni che fumare provoca al nostro organismo ma non solo, anche agli altri e all’ambiente che ci circonda. Sicuramente ne avrete sentito parlare e potrà capitare che il vostro insegnante vi proponga un tema sull’argomento e quindi sui danni procurati dal fumo. Oggi perciò vi proponiamo un elaborato già svolto da cui prendere spunto, evidenziando gli effetti, le cause e le conseguenze che arreca il tabagismo per un fumatore e non.

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Tema sul fumo e i suoi danni svolto: introduzione

Le statistiche relative al fumo sono impressionanti: un miliardo di fumatori per un totale di 6mila miliardi di sigarette e 6,5 chili di tabacco a testa ogni anno. C’è chi non ne può fare a meno, chi vorrebbe smettere, chi lo fa per abitudine. Ma il fumo rende schiavi, può essere paragonato ad un tipo di droga perchè una volta presa in mano la prima sigaretta non se ne può più fare a meno. Ma al di là dei numeri e delle considerazioni sparse, è necessario conoscere gli effetti tremendi che le sigarette hanno sul nostro corpo. Magari per non toccare più una sigaretta nella vita o per non iniziare mai.

Tema svolto sui danni del fumo: svolgimento

Fumare è costoso ed è un vero e proprio vizio ma la cosa più grave è che, al di là dell’appagamento effimero di quei pochi minuti, fa malissimo. Il Center for Disease Control and Prevention statunitense ci mette in guardia: “il fumo può causare tumori quasi ovunque”. Organi e apparati più a rischio, oltre al polmone, sono vescica, sangue, colon e retto, esofago, rene e uretere, laringe, fegato, orofaringe, pancreas, stomaco, trachea e bronchi. Una lista lunga che mette apprensione anche se spesso chi fuma tende a soprassedere, dicendo a se stessi e agli altri che prima o poi arriverà il momento di smettere. E se fosse tardi? Perchè ci facciamo del male continuando a perseverere nei vizi quando ormai, oggi giorno, i rischi sono sotto gli occhi di tutti? Finora abbiamo parlato però delle cose più gravi, ma esistono altri fattori di rischio, come ad esempio le malattie cardiovascolari. Il fumo infatti è una delle maggiori cause di malattia delle coronarie e di altri distretti vascolari: l’incidenza di malattie dell’apparato cardiovascolare nei fumatori è superiore al 70% rispetto ai non fumatori. Fumare, inoltre incide sulla fertilità dell’apparato riproduttore, sia maschile che femminile e rappresenta uno dei maggiori responsabili per l’insorgenza di disfunzioni erettili negli uomini. E poi diciamo: il fumo rende meno attraenti; si invecchia precocemente, la pelle cambia colore e si raggrinzisce prima e il fumo provoca alitosi, decolorazione dei denti, aumento di placca e tartarosi; ecco, possiamo dire che il fumo renda decisamente più brutti! Ma c’è di peggio: fumare aumenta il rischio di problemi mentali, di decadimento cellulare e declino mentale e i soggetti fumatori sono maggiormente soggetti a un danneggiamento dei vasi sanguigni cerebrali. Fumare, inoltre, compromette anche la qualità del sonno e attenzione, fa ingrassare perchè aumenta la resistenza all’insulina.

Tema sui danni provocati dal fumo: conclusioni

La lista dei danni che il fumo provoca è davvero molto lunga e pericolosa. Ogni volta che aspiriamo e tiriamo una boccata di fumo si sprigionano almeno 1015  di sostanze ossidanti e irritanti che sono i principali responsabili di danni gravissimi all’organismo. Dopo tutto questo, non è meglio smettere?

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Daniele Novara analizza il preoccupante fenomeno degli adolescenti ritirati, evidenziando come le dinamiche familiari e educative siano cambiate profondamente.
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Daniele Novara, figura di spicco nel panorama pedagogico italiano e direttore del CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti), ha recentemente sollevato una questione cruciale riguardante gli adolescenti contemporanei. La sua analisi, emersa durante un’intervista al Corriere della Sera, si innesta sul pensiero di Franco Fornari, uno dei più influenti psicoanalisti italiani del XX secolo.

Il pedagogista ha ripreso la teoria dei codici affettivi elaborata da Fornari tra gli anni Sessanta e Ottanta, evidenziando come i ruoli genitoriali abbiano subito trasformazioni radicali negli ultimi decenni. Secondo Novara, stiamo assistendo a un preoccupante diffondersi di culture educative che evitano sistematicamente il confronto e il conflitto, creando un ambiente artificialmente privo di contrasti.

Questo cambiamento non rappresenta una semplice evoluzione dei modelli familiari, ma una vera e propria rivoluzione nelle dinamiche educative. Il paragone con il passato risulta particolarmente illuminante: dove un tempo esisteva un equilibrio tra codici materni e paterni, oggi si registra uno sbilanciamento che può avere conseguenze significative sulla crescita emotiva e sociale dei giovani.

La crisi dei ragazzi ritirati: un fenomeno preoccupante

Il fenomeno degli adolescenti ritirati rappresenta oggi un’emergenza educativa allarmante. Secondo Novara, tra il 20% e il 25% delle ragazze si isola nella propria camera, spesso assorta nei videogiochi. Questa “catastrofe dei ragazzi ritirati” ha radici profonde nell’eclissamento del codice paterno, fondamentale per stimolare l’avventura e la scoperta tipiche dell’adolescenza.

Al suo posto domina una “bolla materna” che impedisce ai giovani di sviluppare autonomia. Il pedagogista evidenzia come l’educazione contemporanea sia pervasa da un narcisismo dilagante, dove il consumismo diventa modello pedagogico: bambini serviti fino a tarda età, esposti precocemente agli smartphone, costantemente intrattenuti per evitare la noia.

Il valore del conflitto come antidoto alla guerra

Nella visione di Novara, il conflitto rappresenta un autentico “antidoto alla guerra”, un concetto che trae ispirazione dagli studi di Franco Fornari. Il pedagogista sottolinea come imparare a liberarsi dalla paranoia verso chi non condivide le nostre opinioni sia essenziale: “Se riusciamo a vivere il disaccordo come un punto di vista che possiamo non solo tollerare ma anche ascoltare, si aprono le porte alla vera convivenza”. Questo approccio costituisce quello che Novara definisce “apprendimento primario”.

Significativa è stata la decisione di modificare il nome dell’organizzazione da Centro Psicopedagogico per la pace a Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. “Abbiamo tolto il termine pace perché era troppo equivoco”, spiega Novara, evidenziando il paradosso identificato da Fornari: spesso gli uomini fanno la guerra proprio in nome della bontà e della pace. Per superare questa contraddizione, il Centro ha spostato “il baricentro sui conflitti”, riconoscendo nella discordanza e nel disaccordo un’opportunità di relazione e crescita. La formula proposta è semplice ma potente: “finché c’è conflitto non c’è guerra”, suggerendo che l’abilità di gestire il confronto rappresenta un fondamentale strumento educativo e sociale.

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