Test Medicina, Bernini apre ai correttivi: graduatoria con recuperi, il vecchio quiz non torna

Test Medicina, Bernini apre ai correttivi: graduatoria con recuperi, il vecchio quiz non torna

Il Ministro Bernini conferma: il vecchio quiz di accesso a Medicina non verrà ripristinato. In arrivo correttivi strutturali e ammissione con riserva.
Test Medicina, Bernini apre ai correttivi: graduatoria con recuperi, il vecchio quiz non torna

Il Ministro Anna Maria Bernini ha ribadito una posizione netta: il vecchio quiz di accesso a Medicina non verrà ripristinato. La riforma introdotta con il semestre filtro, pur tra le criticità emerse nei mesi scorsi, rappresenta il nuovo modello da cui non si torna indietro. Il Ministero ha confermato l’intenzione di apportare correttivi strutturali per garantire un sistema più equo e sostenibile, senza snaturare il meccanismo attuale.

Le difficoltà riscontrate durante il primo anno di applicazione hanno portato alla luce la necessità di aggiustamenti mirati. L’obiettivo dichiarato è rendere la selezione più gestibile per gli aspiranti medici, riducendo lo stress e assicurando maggiore chiarezza nelle regole.

Il mantenimento del modello attuale, affiancato da interventi tecnici specifici, mira a bilanciare esigenza di rigore e accessibilità, rispondendo alle istanze di studenti e atenei.

La graduatoria con recuperi: ammissione con riserva e scadenze

La graduatoria per l’accesso a Medicina includerà candidati con crediti formativi da recuperare, introducendo il meccanismo dell’ammissione con riserva. Gli studenti in questa condizione potranno immatricolarsi regolarmente, ma dovranno sanare le insufficienze entro febbraio per confermare definitivamente il proprio posto.

La misura nasce dall’esigenza di evitare che numerosi posti disponibili negli atenei rimangano vuoti, garantendo al contempo la copertura dei corsi di laurea programmati.

Il decreto ministeriale che formalizzerà questa soluzione sarà firmato soltanto dopo la pubblicazione degli esiti del secondo appello, momento in cui si avrà il quadro completo delle posizioni dei candidati. Per gli studenti ammessi con riserva, il recupero delle carenze rappresenta un passaggio obbligatorio: il mancato superamento delle prove integrative entro la scadenza di febbraio comporterà la decadenza dell’immatricolazione.

Gli atenei dovranno organizzare percorsi specifici di supporto per consentire agli studenti di colmare le lacune in tempi ristretti, coordinando calendari didattici e prove di verifica. Il sistema punta a bilanciare l’esigenza di mantenere criteri selettivi rigorosi con la necessità pratica di ottimizzare l’utilizzo delle risorse universitarie disponibili.

I correttivi per il prossimo anno: lezioni estese, programma ridotto, tempi dilatati

Per il prossimo anno accademico, il Ministero dell’Università ha messo a punto tre interventi strutturali per rendere il percorso di accesso a Medicina più sostenibile. Il primo correttivo prevede l’estensione della durata delle lezioni oltre le attuali dieci settimane, offrendo agli studenti un calendario didattico più ampio.

Il secondo intervento consiste in una netta riduzione del programma d’esame, che dovrà concentrarsi sui contenuti essenziali senza appesantire il carico formativo. Infine, si cercherà di dilatare i tempi tra la conclusione dei corsi e lo svolgimento delle prove, garantendo un margine di preparazione autonoma più disteso.

Queste modifiche nascono dall’analisi delle criticità emerse durante il semestre filtro, caratterizzato da ritmi serrati e forte stress tra gli aspiranti medici. L’obiettivo dichiarato è permettere una preparazione più approfondita, riducendo la pressione e favorendo una valutazione più equa delle competenze.

Il Ministero sottolinea che il meccanismo attuale non verrà cancellato, ma ottimizzato per rispondere alle difficoltà riscontrate dai candidati.

Le reazioni e il tavolo di confronto: studenti e politica in tensione

Il clima politico resta fortemente teso. Le associazioni studentesche continuano a manifestare dissenso verso un sistema giudicato improvvisato e poco sostenibile. In risposta alle proteste, il Ministero propone l’istituzione di un tavolo di confronto permanente, con l’obiettivo di ascoltare le istanze degli universitari e individuare soluzioni condivise.

L’opposizione parlamentare porta in aula le richieste degli studenti, premendo per modifiche più incisive. Nonostante le polemiche, la linea governativa resta ferma sul mantenimento del modello attuale, pur aprendo ad aggiustamenti tecnici mirati. Il decreto definitivo sarà firmato dopo la pubblicazione degli esiti del secondo appello.

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