La vicenda che ha sconvolto il mondo degli influencer ha origine nel 2022, quando Chiara Ferragni sigla un accordo commerciale con l’azienda piemontese Balocco per promuovere un pandoro a marchio. Il prodotto, venduto a un prezzo quasi tre volte superiore rispetto alla versione tradizionale, rappresentava un’operazione di marketing dall’elevato potenziale economico.
L’iniziativa, inizialmente presentata come benefica, celava in realtà dinamiche prevalentemente commerciali che avrebbero presto innescato le prime crepe nell’immagine dell’influencer milanese. Questo contratto milionario si è rivelato il preludio di una crisi reputazionale senza precedenti.
La scelta educativa in Tunisia
Il Ministero tunisino dell’Educazione ha compiuto una scelta didattica innovativa, inserendo lo scandalo Ferragni-Balocco come traccia ufficiale per la prova d’inglese della Maturità 2025. Gli studenti tunisini si sono trovati ad analizzare l’articolo pubblicato dal The Guardian il 13 gennaio 2024, dovendo argomentare sui meccanismi di crisi economica e comunicativa che hanno caratterizzato il caso.
La traccia ha trasformato il pandoro-gate in un vero laboratorio di analisi critica, spingendo i maturandi a esaminare concetti complessi come branding, gestione della reputazione e danni d’immagine. L’iniziativa dimostra come eventi di cronaca contemporanea possano diventare strumenti formativi efficaci, collegando le dinamiche del marketing moderno alla preparazione accademica degli studenti.
Le conseguenze finanziarie del crollo Ferragni
Il guadagno iniziale di circa un milione di euro dalla campagna con Balocco si è rapidamente trasformato in un costo ben più elevato per l’influencer. L’interruzione della collaborazione con Coca-Cola ha innescato un effetto domino che ha coinvolto numerosi altri brand partner, mettendo a rischio contratti milionari già in essere.
Il crollo reputazionale ha intaccato profondamente il valore del marchio Ferragni, rendendo le aziende più caute nell’associare la propria immagine a quella dell’imprenditrice digitale. Le vendite dei prodotti brandizzati hanno registrato cali significativi, mentre i costi legali e di gestione della crisi hanno ulteriormente aggravato il bilancio economico complessivo dell’operazione.