Locke: il linguaggio - Studentville

Locke: il linguaggio

L'importanza del linguaggio per Locke.

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Il linguaggio Nel terzo libro del Saggio Locke affronta il problema del linguaggio , la cui funzione consiste nel rendere le idee comunicabili agli altri . Le parole sono segni di idee che sono anche nella mente di altri uomini , con i quali si comunica . E ciò che rende oggettivo e quindi comunicabile il significato dato alle parole é il tacito consenso con cui , nell’ uso comune , certi termini sono congiunti costantemente con determinate idee , cosicchè quando un uomo proferisce quella parola di fronte ad un altro uomo , nella mente di quest’ ultimo viene immediatamente suscitata l’ idea pensata dal primo : penso ad un cavallo , dico ” cavallo ” e a chi mi ascolta viene immediatamente in mente l’ idea di cavallo . Il linguaggio non ha quindi originale naturale : le parole non sono segni intrinseci alle cose , in altri termini , non chiamiamo le cose in un determinato modo perchè ce lo suggerisce la loro stessa essenza , ma perchè siamo noi a decidere di chiamarle così . Ecco allora che secondo Locke il linguaggio é puramente convenzionale . La maggior parte delle parole usate dall’ uomo sono nomi comuni , che si riferiscono non a una sola cosa , come invece avviene nel caso dei nomi propri , ma a un gruppo di cose che partecipano tutte di determinate qualità : chiamiamo cavalli quegli animali veloci , con la coda , con quattro gambe , ecc. L’ insieme delle qualità che una cosa ha in comune con le altre , ciò che Locke definisce essenza nominale , costituisce l’ idea generale , ricavata dall’ esperienza particolare attraverso un processo di astrazione, tralasciando ciò che di una certa cosa é determinato da condizioni contingenti ( tempo , luogo , ecc.) e conservando solo ciò che é comune a tutta la categoria o specie cui la cosa particolare appartiene. L’ universale nella realtà non esiste e le cose sono solo e sempre particolari : non esiste l’ uomo in sè , ma esistono i singoli uomini ( Platone , Socrate , Gorgia , ecc. ) ; l’ universale pertanto riguarda solo le idee generali e i nomi che ne sono i segni : l’ idea uomo di per sè non esiste , é solo una nostra astrazione mentale . Ecco allora che accanto al convenzionalismo , Locke sostiene anche il nominalismo ed é interessante notare come uno dei principali esponenti della teoria nominalista , Guglielmo da Ockham , fosse inglese come Locke . Gli universali ( o idee ) non esistono , dicevano i nominalisti , nè ante rem ( come aveva sostenuto Platone ) nè in re ( come aveva sostenuto Aristotele ) : sono semplicemente flatus vocis ( soffi di voce , parole vibranti nell’ aria ) e non possono esistere nella realtà . (segue nel file da scaricare)

  • Filosofia

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