Il ministro della Cultura conclude gli esami alla Sapienza mentre gli studenti protestano all’esterno.
Alessandro Giuli, ministro della Cultura, ha concluso il suo percorso accademico con l’ultimo esame presso l’Università La Sapienza di Roma ottenendo il massimo dei voti. Il ministro, che si appresta a laurearsi in Filosofia, ha affrontato la prova in un clima di tensione a causa delle proteste studentesche contro la sua presenza nell’ateneo. La laurea, prevista per gennaio, segnerà il culmine di un lungo cammino universitario iniziato prima della sua nomina a ministro.
Un esame sotto i riflettori
L’esame di Teoria delle dottrine teologiche, sostenuto dal ministro Giuli con il professore Gaetano Lettieri, si è svolto nelle prime ore del mattino per motivi di sicurezza, dato il ruolo istituzionale del candidato. “L’esame è andato benissimo. Ha preso 30, senza lode, ma con grande preparazione e competenza”, ha dichiarato Lettieri. Il professore ha precisato che, nonostante la presenza di poliziotti per garantire l’ordine, l’esame si è svolto in modo regolare e trasparente: “Non è stato un esame a porte chiuse, ci sono stati dei poliziotti per ovvi motivi di sicurezza, la porta era aperta, l’esame è stato limpido, le domande difficili, puntuali e Alessandro Giuli ha risposto con grande competenza e non c’è stato alcun cedimento o timore di fronte a un ministro della Cultura, era uno studente come tutti gli altri”.
Le proteste degli studenti: “Giuli lo bocciamo noi”
Mentre Giuli affrontava il suo ultimo esame, all’esterno della facoltà di Lettere e Filosofia si svolgeva una protesta organizzata dal collettivo studentesco Cambiare Rotta. Gli studenti, radunati in presidio, hanno esposto striscioni e cartelli contro il ministro, accusandolo di legami con gruppi politici di estrema destra e criticando la sua visione culturale. “È un insulto che proprio in questa facoltà, dove due studenti antifascisti sono stati uccisi, venga un ministro della Cultura con radici storiche e politiche legate a Meridiano Zero”.
Gli studenti hanno sventolato bandiere del collettivo e della Palestina, esprimendo il loro dissenso non solo contro Giuli ma anche contro il sistema culturale che, secondo loro, alimenta il precariato. Tra gli slogan sui cartelli: “Giuli lo bocciamo noi! Bocciamo il fascismo e la cultura del precariato”, “Da Franceschini a (San)Giuli(ano), PD e fascisti contro la cultura”, e “Mic e Mur ci vogliono precari”. La protesta riflette un malcontento diffuso tra gli studenti nei confronti della gestione politica e culturale attuale, particolarmente acceso dalla presenza di Giuli.
Una laurea tra successi accademici e polemiche
L’ultimo esame di Alessandro Giuli ha suscitato non solo l’interesse accademico, ma anche politico e sociale. Il percorso di laurea del ministro, iniziato molti anni prima della sua nomina a capo del Ministero della Cultura, si concluderà a gennaio con la discussione della tesi su Costantino. Una conclusione non priva di ostacoli, con gli studenti che hanno sfruttato l’occasione per esprimere il loro dissenso.
Un testimone presente in facoltà ha raccontato: “Non si poteva vedere l’esame, la zona era off limits, ma abbiamo visto il ministro entrare alle 8 precise. Sarà stato dentro dieci, quindici minuti. Meno del solito. Delle guardie del corpo, lo staff del ministro, non facevano entrare all’interno del corridoio”. Questo episodio evidenzia come la presenza del ministro abbia generato misure straordinarie, creando una distanza fisica tra lui e il resto della comunità accademica.