A Zacinto - Studentville

A Zacinto

A Zacinto di Foscolo: breve introduzione e commento alla poesia.

A Zacinto di Foscolo

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

A Zacinto: breve introduzione

Il sonetto fu scritto tra il 1802 e il 1803 ed è dedicato all’isola greca in cui il poeta era nato nel 1778 e che aveva abbandonato nel 1792 per raggiungere la madre e i fratelli a Venezia dove si erano trasferiti dopo la morte del padre; Zacinto è il posto dove avrebbe voluto essere sepolto.

A Zacinto: temi e commento

Il tema del sepolcro è molto caro al poeta. Foscolo prevede che il desiderio di essere sepolto nel luogo natio non sarà esaudito. L’esilio lo ha portato lontano dalla terra d’origine e dopo un lungo vagabondare sarà costretto a morire in una terra straniera, dove i familiari non potranno piangerlo.

In questo il suo destino è diverso da quello di Ulisse, l’eroe omerico: egli fu restituito alla sua isola Itaca; al contrario, Zacinto non riavrà neanche il corpo del poeta. Avrà però il suo canto, la poesia dedicata all’isola. Forse in questo possiamo intendere che il poeta possa riferirsi non solo a questa ode, ma in generale a tutta la sua produzione poetica, ispirata e tesa a far rivivere i miti dell’antica Grecia.

Di quel mondo, ovviamente, fa parte anche Zacinto, la terra materna, amata ancor di più per questo motivo. Non a caso il sonetto, nel rievocare l’isola, si affolla di figure mitiche: da Venere, nata nelle acque in cui Zacinto “si  specchia”, a Ulisse, la cui sorte è nello stesso tempo simile e diversa da quella di Foscolo, a Omero, l’epico cantore, simbolo eterno della poesia.

A Zacinto: schema metrico

Lo schema metrico del sonetto è: rima ABAB ABAB CDE CED.

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