Bruno: il superamento dei dualismi - Studentville

Bruno: il superamento dei dualismi

Come Bruno supera il problema della relazione tra principio e realtà.

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Il superamento dei dualismi Stabilito che Bruno é più panteista di tutti gli altri filosofi esaminati e che di Plotino accentua soprattutto l’ immanenza della realtà , dobbiamo ora vedere il rapporto tra Dio e cose , tra l’ infinito e il finito : é il classico problema presente fin dalle origini della filosofia del rapporto uno – molti . In Bruno uno e molti finiscono per essere la stessa cosa perchè il principio é tutto interno al mondo ; ma allora che rapporto intercorre tra il principio e le cose che da esso si articolano ? Per capirlo possiamo fare riferimento ad un’ immagine che propriamente é di Spinoza , il quale é un filosofo che si richiama palesemente al panteismo bruniano ; si capisce che non é un’ immagine di Bruno perchè é ” matematica ” e in fin dei conti l’ uso che fa Bruno della matematica é puramente ” magico ” : non a caso il suo processo comincia con l’ accusa da parte del nobile veneziano che lo ospitava e pare che egli lo abbia denunciato per dispetto , in quanto Bruno gli aveva promesso di insegnargli la magia – matematica , ma lui era insoddisfatto degli insegnamenti . Al di là di questa vicenda personale , é interessante notare l’ interessamento di Bruno per la magia , ossia la capacità di trasformare la realtà . Nel De Monade numero et figura tra numeri e figure si stabilisce un nesso organico che permette di conoscere la realtà trasformandola: tramite caratteri immagini e sigilli, tramite le strutture che regolano il ritmo. Conoscere i rapporti numerici e le figure geometriche significa individuare le proprietà delle cose, capire il loro significato nell’ordine del mondo, poter agire (e agire effettivamente) sulle cose . Però da un passo di Bruno emerge che cosa egli effettivamente intendesse per magia ; il passo dice : ” grande magia sarebbe quella di uno che fosse in grado di passare dall’ unità alla molteplicità e dalla molteplicità all’ unità ” . La magia é da lui intesa come capacità di cogliere i meccanismi secondo i quali l’ unità si articola nella molteplicità , e la molteplicità é tutta ” ricomposta ” nell’ unità . Si tratta del vecchissimo problema che risale alle origini della filosofia : già Talete diceva che il principio fosse l’ acqua e in qualche modo doveva spiegare in che senso essa poteva diventare tutte le cose e in che senso tutte le cose erano acqua : come possono l’ uno e il molteplice collegarsi tra loro ? Bruno affrontava la questione sfruttando teorie pitagoriche , ma questo non riusulta particolarmente interessante . Torniamo ora all’ immagine di Spinoza che ben spiega la questione : é un’ uso metamatematico , alla Cusano : ” il mondo e tutte le sue articolazioni ( i modi ) derivano dall’ unica sostanza divina come le proprietà del triangolo derivano dall’ essenza del triangolo ” : questa immagine che di non bruniano ha solo l’ uso metamatematico é particolarmente significativa perchè fa capire come il passaggio dall’ uno al molteplice non implichi un ” uscir fuori ” del molteplice dall’ uno : il passaggio dall’ uno ai molti era sempre stato visto come un esteriorizzarsi dell’ uno : per esempio , in Plotino quando l’ essere usciva dall’ Uno manteneva pur sempre un legame con esso , un ” peduncolo ” , tuttavia la fonte non era il ruscello ; stesso discorso valga per Cusano ; invece pensiamo al triangolo e alle sue proprietà e ai suoi teoremi : ragionando sull’ essenza del triangolo , per dire , posso arrivare a dimostrare che la somma degli angoli interni vale 180 gradi . Allora é chiaro che dall’ unica essenza del triangolo faccio venir fuori cose che erano implicite ; in fondo é l’ idea cusaniana (segue nel file da scaricare)

  • Filosofia

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