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Così è (se vi pare)

Trama e analisi di “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello.

Biografia dell'autore

Nato nel 1867 presso Agrigento, in un podere di campagna detto il Caos, Luigi Pirandello proviene da una famiglia che fonda la sua agiatezza sulle locali miniere di zolfo. Sono appunto queste miniere che gli consentono di seguire e terminare tranquillamente gli studi. Conseguita la licenza liceale si iscrive contemporaneamente sia alla Facoltà di Legge che a quella di Lettere dell'Università di Palermo. Nel 1887 si trasferisce alla Facoltà di Lettere dell'Università di Roma, dalla quale è però costretto ad allontanarsi in seguito ad un diverbio con il rettore. Si iscrive, allora, all'Università di Bonn.

Nel 1892 si stabilisce a Roma e inizia ad insegnare presso l’Università. Nel 1894 sposa Antonietta Portulano, dalla quale ha tre figli. Le alte rendite delle miniere di zolfo gli permettono, grazie ad un assegno mensile inviatogli dal padre, di dedicarsi anche all’attività di scrittore, senza preoccupazioni di carattere economico. Dopo alcune raccolte di poesie, pubblica così le prime novelle e i primi romanzi.  Nel 1903 una frana sommerge la zolfara in cui erano investiti tutti i beni della famiglia Pirandello e ne determina il tracollo finanziario. Antonietta rimane gravemente sconvolta, tanto da dover trascorrere il resto della vita in un ospedale psichiatrico. La pazzia della moglie segna profondamente la vita dello scrittore.

Da quel momento Pirandello si dedica con assiduità al lavoro di scrittore, che ora gli permette di ottenere agiatezza economica.
La produzione dell’autore si indirizza inizialmente soprattutto verso la narrativa. Una prima tappa importante è la pubblicazione nel 1904 del romanzo “Il fu Mattia Pascal”, che accompagnato da numerose polemiche, ottiene un grandissimo successo in Italia e all’estero. Ad esso seguono “I vecchi e giovani” (1913), dedicato al dramma del Sud dopo l’unità d’ltalia; quindi “Si gira” (1915), opera in seguito rimaneggiata e ripubblicata con il titolo “Quaderni di Serafino Gubbio operatore” (1925).
 

Riassunto

Nel salotto dell’appartamento del consigliere Agazzi ha luogo una discussione sul caso di una strana famiglia che, in seguito  alle distruzioni causate da un terremoto, si è trasferita nello stesso palazzo. Corre voce che il nuovo inquilino, il signor Ponza, abbia alloggiato la suocera, la signora Frola, nell’appartamento situato di fronte a quello del signor Agazzi e che le impedirebbe di vedere la figlia, che abita al piano superiore.
All’inizio partecipano alla discussione solo il la signora Amalia Agazzi,, sua figlia Dina e il fratello Lamberto Laudisi, ma in seguito la curiosità contagia tutti ed una schiera di amici si ritrova nel salotto di casa Agazzi cercando di capire il motivo di questo comportamento.

Si escogitano piani per potere estorcere informazioni ai nuovi arrivati, ma i risultati non fanno altro che aumentare la confusione: la signora Frola spiega che suo genero è pazzo, crede di essere rimasto vedovo e di essersi risposato con un’altra donna che non ha alcuna parentela con lei. Il signor Ponza, dal canto suo, sostiene invece che è sua suocera ad essere impazzita e che, non volendosi rassegnare alla scomparsa della figlia, sia convinta che viva ancora con lui.
Le due versioni contrastanti suscitano perplessità. L’unico che si mostra scettico è Laudisi e la sua tesi secondo la quale sia la signora Frola che il signor Ponza possano aver ragione, non viene ascoltata da nessuno, perché ritenuta inspiegabile.

Il consigliere Agazzi ordina addirittura delle ricerche in prefettura e organizza un incontro fra suocera e genero per scoprire la verità, ma entrambi i provvedimenti non danno esito.
Non resta allora che interpellare la diretta interessata, la signora Ponza, la quale stupisce tutti dicendo: “io sono colei che mi si crede” e non svela il segreto della sua identità.
 

Personaggi

I personaggi, appartenenti alla classe borghese, più che credibili, possono essere considerati stereotipi. Pirandello esaspera alcuni loro comportamenti e ironizza il loro modo di fare, soprattutto mettendo in evidenza la sfrenata curiosità.

I personaggi vengono presentati dall’autore attraverso brevi descrizioni delle caratteristiche fisiche, poste come incisi tra una battuta e l’altra. L’aspetto interiore può essere intuito analizzando i comportamenti e i discorsi. L’aspetto fisico e l’abbigliamento, aggiungono particolari sul carattere di alcuni personaggi.

Caratterizzazione

Non è rilevabile la caratterizzazione dei personaggi, né per quanto riguarda l’aspetto fisico, essendo la durata della vicenda molto limitata, né per quanto riguarda l’aspetto interiore, poiché quasi tutti restano intestarditi nella loro curiosità.

Rapporto personaggio-autore

E’ possibile individuare un rapporto abbastanza stretto tra autore e personaggi. Questi infatti appartengono allo stesso ambiente borghese di Pirandello. Anche la presenza dell’elemento “pazzia” fornisce un collegamento con l’esperienza della vita dello scrittore. Egli ha infatti vissuto in prima persona la pazzia della moglie, avvenimento che ha lasciato molte tracce  nella sua produzione.
Il personaggio che si identifica maggiormente con l’autore sembra essere Lamberto Laudisi. Pirandello, infatti, pur non esprimendo giudizi, lo presenta come una persona diversa, l’unica che sostiene la relatività della verità, tema ricorrente nelle opere dello scrittore.

Personaggi principali:

La caratteristica che accomuna tutti i personaggi, eccetto Laudisi, è la curiosità.

–      AMALIA AGAZZI è una signora di circa quarantacinque anni. E’ la moglie del consigliere Agazzi e per la posizione sociale che occupa, come dice Pirandello, mostra “un contegno di importanza ostentata”. E’ curiosa ed ha grandi capacità organizzative, che dimostra progettando continuamente piani per scoprire la verità.

–      LAMBERTO LAUDISI è il fratello della signora Agazzi. Ha circa quaranta anni, è elegante, ma senza ricercatezze. A differenza di tutti gli altri personaggi non si lascia sopraffare dalla curiosità nei confronti della vicenda del signor Ponza. Crede nell’esistenza di due possibili verità. Sconcerta continuamente gli altri con discorsi contorti e riflessioni che nessuno capisce.  I fatti però alla fine gli danno ragione.

–      LA SIGNORA FROLA è un’anziana signora, linda, modesta, molto affabile. Ha una grande tristezza negli occhi attenuata da un costante sorriso sulle labbra. E’ vista come vittima del signor Ponza e le simpatie della maggior parte degli altri personaggi vanno a lei.

–      IL SIGNOR PONZA è un uomo tozzo, bruno, dall’aspetto quasi truce. Ha i capelli neri, fitti, una fronte bassa e grossi baffi neri. Veste sempre di nero e questo sottolinea la situazione infelice nella quale si trova. All’inizio viene accusato di tener prigioniere sua suocera e sua moglie. Gli altri personaggi lo ritengono colpevole e pazzo. Lavora come impiegato all’ufficio del prefetto.

–      IL CONSIGLIERE AGAZZI, marito della signora Amalia, è un uomo sui cinquanta anni. Rosso di capelli, ha la barba e indossa un paio di occhiali cerchiati d’oro. Anch’egli si interessa del caso e lavorando come consigliere del prefetto, fa di tutto per trovare documentazioni che chiariscano la situazione della famiglia Ponza.

–      DINA è una ragazza di diciannove anni, figlia dei coniugi Agazzi. Partecipa alla discussione e aiuta la madre ad organizzare i vari piani per trovare la verità.

A questi personaggi si aggiunge una schiera di amici, interessati alla vicenda, come ad esempio i coniugi Sirelli, la signora Cini, la signora Nenni e il commissario Centauri.
 

Tempo

La vicenda si svolge agli inizi del Novecento, quando Pirandello ha scritto la novella da cui è stato tratto questo adattamento teatrale, “La signora Frola e il Signor Ponza suo genero”.
In questo periodo si può collocare l’inizio del decadimento degli ideali della borghesia. Si avverte l’impossibilità di sfuggire alle vuote convenzioni create da questa società e nello stesso tempo si intuisce la loro inutilità. Pirandello attraverso le sue opere ci presenta l’ambiente sociale di quest’epoca con fedeltà.

Durata della storia

La storia si sviluppa in appena due giorni. La durata narrativa corrisponde quasi a quella reale. In un’opera teatrale infatti è presente solo il discorso diretto. Pirandello fa utilizzo dell’ellissi per “tagliare” i periodi di tempo che non hanno alcuna utilità nell’economia della vicenda.
 

Spazio

La vicenda si svolge nel salotto di una tipica casa borghese.
 

Narratore

In questo adattamento teatrale non è presente il narratore. Pirandello aggiunge solamente degli incisi tra una battuta e l’altra che hanno lo scopo di descrivere i personaggi o scene che non possono essere comprese attraverso i dialoghi.
 

Lingua e stile

Il lessico adoperato, essendo il racconto stato scritto agli inizi del novecento, corrisponde al linguaggio parlato di quell’epoca. E’ ricco di termini oggi caduti in disuso e il modo di esprimersi dei personaggi è ricercato. Le espressioni utilizzate sono coerenti all’ambiente sociale nel quale si svolge la vicenda.
 

Tematiche trattate

Il tema di fondo di questa opera è il concetto della “relatività della verità”. Pirandello, proprio come Laudisi, pensa infatti che non esista un’unica forma di verità. La realtà viene percepita da ciascuno in modo diverso: ognuno la interpreta in base alla sua esperienza poichè non esistono dati oggettivi.

Commento

Ho trovato la lettura di questo adattamento teatrale molto piacevole e scorrevole. La curiosità che anima i personaggi viene presto trasmessa al lettore, spingendo a proseguire la lettura del testo. Il ritmo veloce mantiene vivo l’interesse, poiché anche chi legge vuole scoprire la verità sulla famiglia Ponza insieme ai protagonisti dell’opera. Si è coinvolti emotivamente fino alla sconcertante frase finale pronunciata dalla signora Ponza  “Io sono colei che mi si crede”. Questa frase riassume la concezione che Pirandello ha della realtà e beffa, oltre che i personaggi della storia, anche il lettore che non si aspetta una conclusione così enigmatica. L’impossibilità di raggiungere la verità, il dubbio, l’ambiguità, riassumono il tormento umano.

Il linguaggio utilizzato è semplice, schietto e coerente con l'ambiente sociale nel quale si svolge la vicenda. 

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