Fuga dal caos della metropoli - Studentville

Fuga dal caos della metropoli

Tristis sum digressu Umbricii veteris amici, eum tamen laudo quod suam sedem figere vacuis Cumis destinavit: itaque ille unum civem donabit Sibyllae. Ianua Baiarum Cumae sunt et gratum litus amoeni secessus. Ego vel Prochytam praepono Suburae. Nullus locus enim est miserior vel deterior nostra Roma, ubi vivimus cum incendiorum metu, lapsus tectorum adsidui ac cum innumerabilibus periculis saevae urbis. Sed dum tota Umbricii domus in raeda componitur una, amicus mecum substitit apud veteres arcus madidamque Capenam. Hic, ubi rex Numa cum nocturna amica, Egeria nympha, conveniebat, nunc sacri fontis nemus et delubra locantur Iudaeis, quibus cophinus faenumque est una supellex; in vallem Egeriae descendimus et speluncas dissimiles veris speluncis.

Versione tradotta

Sono triste per la partenza del vecchio amico Umbricio, tuttavia lo ammiro poiché ha deciso di porre la sua dimora nella vuota Cuma: così egli donerà un cittadino alla Sibilla. Cuma è la porta di Baia ed è gradito il litorale del ritiro ameno. Io metto persino Procida prima di Suburra. Nessun luogo infatti è più misero o sgradevole della nostra Roma, dove viviamo con il timore degli incendi, la frequente caduta dei tetti e con gli innumerevoli pericoli di una feroce città. Ma mentre tutta la dimora di Umbricio viene posta in una carrozza, l'amico con me si fermò presso i vecchi archi e l'umida porta Capena. Qui, dove il re Numa si incontrava con un'amica notturna, la ninfa Egeria, ora sono collocati il bosco della sacra fonte e i templi ai Giudei, i quali hanno come unica suppellettile un cestino e il fieno; discendiamo nella valle di Egeria e nelle spelonche diverse dalle vere spelonche.

  • Letteratura Latina
  • Lingua Viva 1
  • Versioni dai Libri di Esercizi

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