“Fili mi, lupi et haedi fabellam ignorasne an non?” “Hanc fabellam ignoro, mater, sed opto a te nunc eam mihi narrari. Narrabisne an non?” “Certe eam tibi narrabo!” Audi, ergo, puerule. Haedus in stabulo manebat, in quo a matre capra relictus erat. Saepe secum cogitabat pavidum animal:” Quid agit mater mea? Quam ob causam me solum relinquit? Quantas curas solus habeo! “Tum lupus, qui fame laborabat, accessit, ostium pulsavit et caprina voce haedum vocavit. Hunc interrogat haedus: “Quis ostium pulsat?” Latro respondet: “Mater tua est; ianuam aperire potes. Qui terror te impedit?” At haedus, qui voce in errorem non inductus erat, dixit: “Quanta est fraus ista tua! Ad me vox pervenit caprina, sed lupum per rimulas video. Non aperiam illi, cuius mores non bene cognosco”. Audivistine fili mi? Quid fabula docet?” “Audivi, mater…Quidnam potest esse sine diffidentia tutum?”
Versione tradotta
Figlio mio, ignori o no la storia del lupo e del capretto? Ignoro questa favola, madre, ma desidero che ora da te a me sia narrata. Narrerai o no? Certamente che tela narrerò! Ascolta, dunque, piccolo. Un capretto stava nella stalla, nella quale era stato lasciato dalla madre capra. Spesso pensava tra sè l'animale: che farà mia mamma? perchè mi ha lasciato solo? quante preoccupazioni ho da solo! Allora il lupo, che si tormentava dalla fame, si avvicinò, bussò alla porta e con voce caprina chiamò il capretto. Il capretto interroga questo: chi bussa alla porta? risponde (latro): è tua madre, puoi aprire la porta. QUale paura te lo impedisce? ma il capretto, che non era stato spinto dall'errore per la voce, disse: che grande inganno è il tuo! mi arriva la voce caprina, ma vede il lupo per le fessure. Non aprirò, perchè non conosco bene le sue intenzioni. Hai sentito figlio mio? cosa insegna la storia? ho sentito madre... cosa può esserci di sicuro senza diffidenza?
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